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Supernatural – Recensione 13×14

Bentornati ad un’altra recensione di Supernatural, stavolta parleremo del quattordicesimo episodio della tredicesima stagione, Good Intentions, in cui entriamo ufficialmente nella seconda parte di stagione, che si preannuncia essere particolarmente interessante.

Ma entriamo subito nel vivo.

Stiamo andando in guerra (con buone intenzioni)

Nell’Altro Mondo, avvengono svariati eventi molto importanti. Michele si rivela essere sempre di più il vero antagonista, con la sua brama di potere, ma non il suo, bensì quello di Jack, che gli serve per aprire il Portale, così da poter condurre il suo esercito dall’altra parte. Lui e Zaccaria cercano di forzare il Nephilim in ogni modo, sia fisicamente sia mentalmente, facendo leva sulla sua bontà (vorrebbero uccidere Mary, ma lui glielo impedirebbe, facendo il loro gioco) e sul suo attaccamento alle persone che ama (Cas), ma invano. Alla fine, Jack si dimostra essere il vero adepto dei Winchester e di Castiel, perché sconfigge tutti gli angeli che cercano di entrare nell’accampamento in cui lui e Mary si sono rifugiati, assieme a Bobby – che si ricrede sul giovane, capendo che non è cattivo e che può solo aiutarli -, dopo aver anche ucciso Zaccaria. Insomma, almeno per il momento, Jack è dalla parte dei buoni e spero vivamente che tutto ciò non cambierà quando incontrerà Lucifero, che nel frattempo è ancora disperso.

Inoltre, mentre da Jack e Mary è praticamente già iniziata, dall’altra parte, Cas afferma che ci sarà una guerra. E questo non è l’unico parallelismo fra Jack e Cas, perché in questo episodio, entrambi dimostrano di avere buone intenzioni, ma, mentre da una parte Jack commette delle azioni completamente giuste, Cas ne compie di discutibili.

Sono tornato per una ragione

In questo episodio, finalmente, Dean e Cas tornano a lavorare insieme. I due sconfiggono i soldati da cui Donatello li ha inviati per invitarli ad una morte certa, in modo molto divertente come al solito.

E fra svariati dialoghi e sguardi che si scambiano, vorrei focalizzarmi su di un paio di essi. In primo luogo, sul momento in cui Cas parla con Dean, dicendo di sentirsi in colpa nei confronti di Jack, perché non è riuscito a proteggerlo come avrebbe voluto, ma Dean lo rassicura, affermando che c’è un motivo per cui lui è lì, per il quale è vivo ed è aiutarli.

In secondo luogo, c’è un parallelismo da notare. Appena Donatello parla della missione, Cas si offre volontario per eseguirla, da buon soldato e Dean lo segue, dicendo che andrà con lui. Nella serie, questa non è la prima volta che accade, ma la scena che mi ha ricordato subito è stata quella della 11×23, in cui era Cas a pronunciare quelle parole, perché non voleva lasciare che Dean morisse da solo. Mi era mancata la loro amicizia.

Il tempo che non abbiamo

Ora, arriviamo al momento che forse ho preferito di questo episodio o che comunque è stato il più riflessivo, uno di quelli che Supernatural tiene a mostrare. C’è una sottile linea grigia fra quello che si può fare per salvarsi la pelle e quello che non è nostro diritto compiere. Donatello non ha più un’anima a causa di Amara, sta lavorando con Asmodeus – anche se non per sua volontà – ed è stato praticamente corrotto dalla Tavoletta angelica. Dunque, è salvabile? Cas non lo uccide, perché i Winchester glielo impediscono, ma lo rende cerebralmente morto, acquisendo dalla sua mente gli ingredienti che serviranno loro per l’incantesimo. Cas, da un po’ di tempo a questa parte, sta cercando di fare il possibile per difendere le persone a cui tiene e per salvare il mondo, a volte anche travalicando un confine che non avrebbe il diritto di sorpassare, perché non è Dio e non ne ha il diritto, così come gli umani. Però, lui lo fa lo stesso ed i Winchester, che sono un po’ la sua coscienza, gli dicono (Dean, più che altro) che non è stato giusto scegliere di ridurre in quel modo Donatello, ma è anche vero che era la via più veloce – così sostiene Cas -. Cas si è preso un diritto con la forza, su questo concordano tutti. Quello che deve decidere chi ha guardato l’episodio è se abbia fatto bene o no, perché in questo caso, la scelta è abbastanza soggettiva, dato che dipende dal punto di vista delle persone.

Infine, quando Cas parla degli ingredienti della lista da trovare (ad esempio il sangue dell’uomo più devoto e così via), non vi ha ricordato la seconda metà dell’ottava stagione, in cui Sam doveva affrontare le prove?

 

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, ossia il quindicesimo, intitolato A Most Holy Man:

Alla prossima!

Erica

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.