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Blindspot – Recensione 3×12

Buongiorno ladies and gentlemen e bentrovati ad un nuovo appuntamento con le recensioni di Blindspot con noi Redheads! Sara ha definito questo episodio “facile”, e in effetti ha ragione: non ci sono stati grandi drammi, né catastrofi di proporzioni mondiali. Beh, a meno che non consideriamo il fatto che i Rapata non sono ancora canon, ovvio. Quindi, senza ulteriori indugi, iniziamo a parlare di Two Legendary Chums!

Mi sembra giusto iniziare con una gif di Roman perché è stato lui il re di questo episodio. Oltre ad essere stupendo, è anche un perfetto amico-nemico e questa sua storyline mi sta piacendo un sacco. Questa settimana è stato proprio lui ad aiutare il team, ancora una volta, a decifrare uno dei nuovi tatuaggi di Jane. Sarei stata per ore a guardarlo mentre costruiva una piccola nave di legno, giuro. Anche Patterson ha ammesso che senza di lui non avrebbe mai pensato di mettere insieme quei pezzi, ma grazie a Roman l’ex partner di Kurt, Donald Shipley è entrato nel loro mirino.

A quanto pare, infatti, la vecchia conoscenza di Weller stava lavorando sotto copertura per conto della Homeland Security, ma si è immischiato in un affare più grande di lui. Per fortuna è intervenuta l’FBI, e l’operazione è diventata congiunta. Inizialmente pensavano che l’obbiettivo dei terroristi fosse una centralina elettrica, ma in realtà il loro piano era quello di attaccare un bunker segreto del Dipartimento del Tesoro per mettere fuori uso i server che controllavano le varie operazioni finanziarie.

C’era un motivo specifico per cui Roman aveva inviato il video proprio quel giorno: il “Reggimento” lavorava per conto di Crawford e il fratello di Jane aveva bisogno che l’acquisto di quella proprietà nel deserto non andasse a buon fine. Il Team, ovviamente, non l’ha deluso.

Mi è piaciuto vedere Kurt lavorare con il suo vecchio collega. Niente batte la squadra che ha ora all’FBI, ma quei due se la sono cavata piuttosto bene insieme. Ho apprezzato anche il trucchetto usato da Donald per aiutare uno Weller in difficoltà che non ricordava come collegare gli ultimi pezzi del congegno: il fatto che abbia pensato così velocemente ha salvato entrambe le loro vite.

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Zapata era l’unica che mancava in questa missione perché, dopo una chiacchierata con Read, ha deciso di andare ad interrogare la Hirst per scoprire qualcosa di più su Crawford. E a proposito di quei due…

RAPATA

Allora. La scena che hanno condiviso all’inizio dell’episodio è durata si e no un minuto, MA CHE MINUTO RAGAZZI. Io quei due li amo, non c’è niente da fare. Non è successo nulla di particolare (come il bacio che tutti stiamo aspettando), ma anche solo il modo in cui si parlano è sufficiente a far capire a tutti quanto starebbero bene insieme.

Read ha iniziato a parlare della Hirst, dando già per scontato che fosse in custodia dalla CIA. Zapata inizialmente lo ha smentito, dicendo che la sua agenzia non può tenere nessun cittadino prigioniero, ma è bastato uno sguardo al suo collega per rivelargli tutto “off the record”. Il modo in cui si sono guardati quando hanno discusso sul da farsi in modo “teorico” mi ha fatta sciogliere. Per non parlare del sorrisino soddisfatto di Tasha alla fine, consapevole della complicità che ha con il suo “migliore amico”. E mentre lei sorrideva, io mi disperavo perché i Rapata non stanno ancora insieme. Non mi voglio lamentare però, perché almeno in questo episodio Edgar non ha proposto a Frullatore (il nome che io e Sara abbiamo dato a Meg) di sposarlo.

Ah, e comunque adoro il fatto che anche Read se ne sia fregato altamente del protocollo e, come ha fatto anche Tasha con lui, ha detto senza problemi a Jane e Patterson cosa c’era al chilometro 219. Non lo vedete? SONO ANIME GEMELLE.

ROMAN

Giuro che non mi stancherò mai di dirlo: questo ragazzo mi ha rubato il cuore. Amo il fatto che sia così intelligente, furbo e semplicemente GENIALE. Non solo ha costruito ad una nuova serie di tatuaggi collegati ad altri casi, ma è anche riuscito ad entrare nelle grazie di Crawford senza problemi. È mille passi avanti a tutti. SHEPARD CHI?

(Le foto sono una cortesia di Sara, prendetevela con lei).

Per un secondo mi sono preoccupata quando quel tizio gli ha detto che sapeva che il suo nome non fosse veramente Tom, ma ovviamente Roman aveva messo in conto anche a questo e ha fatto credere al papà di Blake che a lavorare con l’FBI fosse quell’altro. Lui e i suoi occhiali mi danno gioie immense.

Ora però Crawford gli ha consegnato un file con le foto di tutto il team, chiedendogli di fare in modo che non gli mettano più i bastoni tra le ruote. Lui ha risposto che “non è un problema”, ma come fa a non esserlo? A cosa ha pensato questa volta? NON VEDO L’ORA DI SCOPRIRLO!

Sì perché sono sicura che lui in fondo non sia veramente cattivo. Tutto quello che ha fatto finora è stato fermare diversi attacchi il cui obbiettivo era, stranamente, sempre New York, far arrestare la Hirst cercare di incastrare una super mente criminale. Ha anche fatto ritrovare a Jane sua figlia, e il suo piano ha fatto allontanare i Jeller ma li ha anche resi più forti. Cos’ha veramente in mente?

JELLER

Parlando dei Jeller, un’altra gioia di questa settimana è data dal fatto che Jane si è tolta il prosciutto dagli occhi e ha capito che il suo posto è accanto a Kurt. Ogni volta che predicava onestà mi faceva innervosire, perché lei è stata tutto fuorché onesta con suo marito. In questo episodio per fortuna ha capito che hanno sbagliato entrambi e che questo non dovrebbe impedirle di avere amore nella sua vita. MEGLIO TARDI CHE MAI!

Un’altra cosa per cui voglio spendere due parole, è Avery. Non so voi, ma io la trovo leggermente fastidiosa. Ha finto la sua morte per punire sua madre, e da quando lei l’ha salvata non fa altro che lamentarsi. Vuole tutto e lo vuole subito, ma non ha capito che smantellare un’attività criminale non funziona esattamente come buttar giù un castello di carte.

Ecco qui, siamo arrivati alla fine anche di questa recensione. Vi ricordo che Blindspot tornerà il 2 marzo, quindi dobbiamo aspettare UN INTERO MESE prima di sapere cosa accadrà. Io sopravvivrò solo se Sara continuerà a mandarmi le sue sceneggiature Rapata/Jeller, mie uniche fonti di gioia. Sappiate che sto considerando l’idea di prendere un volo per portarle ai produttori dello show, questo solo per farvi capire QUANTO SIANO BELLE.

Detto ciò mi dileguo, se sopravvivremo tutti a quest’astinenza da Blindspot ci ri-leggeremo a marzo!

Martina