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Orange is The New Black – Recensione 5×09


Detenuti e detenute, eccoci ritrovati con la recensione del nono episodio di Orange is The New Black, “The Tightening”.
Sono Federica e per la prima volta ho l’onore di recensire questa meravigliosa serie tv, nonché una delle mie preferite, sperando di riuscire ad intrattenervi tanto quanto le mie colleghe.
Ma, bando alle ciance, e buttiamoci a capofitto nell’analisi di questo fantastico episodio soprattutto per gli amanti dell’horror!

Con Piscatella a piede libero nella prigione, nessuna delle nostre care detenute è al sicuro, soprattutto le protette di Red che difatti cominciano a scomparire, generando quelle classiche sensazioni miste ad ansia e angoscia tipiche dei film horror. E proprio come in quest’ultimi, nessuno crede all’unica persona che si rende conto di cosa sta effettivamente succedendo: in questo caso mi riferisco a Red, ignorata da tutti a causa della sua crisi d’astinenza, credendola paranoica e fuori di sé per tali motivi.

   

Una Red ben diversa da quella mostratoci nei flashback dell’episodio che la ritraggono nel fior della sua giovinezza: in quegli anni, la giovane Reznikof viveva ancora in Russia e per mantenersi lavorava in una fabbrica ma, alla prima occasione, tenta di dare una svolta alla sua vita. Grazie ad un ragazzo conosciuto ad una festa, comincia a commerciare illegalmente i tanto voluti jeans Levi’s, e se inizialmente la cosa sembra andarle piuttosto bene, i problemi cominciano a sorgere quando la sua migliore amica e il compagno di quest’ultima, che insieme spacciavano jeans agli angoli delle strade, scompaiono. E’ a tutti gli effetti un grande e significativo parallelismo con la situazione che Red sta attualmente vivendo in carcere.
Sfortunatamente, le speranze della giovane Galina vanno in fumo quando si rende conto di avere accanto a lei un uomo che non crede realmente nel cambiamento, che si professa coraggioso ma che non ha veramente il fegato per prendere le situazioni di petto.
Proprio queste ultime vicende la portano a fidarsi dell’uomo conosciuto in fabbrica, inizialmente snobbato, che le propone un accordo per andare via da lì e fuggire nella terra delle opportunità: l’America.

In un episodio dal retrogusto horror come questo, non potevano mancare i riferimenti ai classici film dell’orrore, partendo dalla scena della doccia in cui sono coinvolte Alex e Piper che richiama il tanto conosciuto Psycho”  di Hitchcock, continuando con Suzanne, a cui è stata dipinta la faccia da clown, figura ricorrente nei film horror e concludendo con Cindy, coinvolta in una chiamata “misteriosa” piuttosto creepy in cui viene citata la famosissima frase “check on the children” del film Chiamata da uno sconosciuto” e seguita dalla scena in cui Flaca e Maritza imitano le celebri gemelle di “Shining”, spaventando definitivamente una già semi-terrorizzata Cindy.

    
   

Ma, come ben sappiamo, il Litchfield è un luogo protagonista di mille storie, tutte intrecciate tra loro tese a rendere un episodio fantastico: continua ad avanzare la storyline principale, quella portante di questa quinta stagione, che vede Taystee, a nome dell’intero penitenziario, persistere nelle negoziazioni con l’entrata in scena di Joe Caputo e la già vista Natalie Figueroa. Negoziazioni che sembrano esser compromesse nel momento in cui Cindy rivela, con la sua bocca larga, l’omicidio della guardia ritrovata a pezzi nell’orto. Conseguentemente, la fiducia già vacillante nei confronti delle detenute comincia a diminuire e rende ogni tipo di patteggiamento sempre più difficile.

Suzanne e Lorna, insieme a Gloria, sono gli altri personaggi ad avere un risvolto importante in quest’episodio: le prime due, considerate pazze e giudicate per questo dalla maggior parte delle detenute, si ritrovano a comprendersi e ad aiutarsi. Più nello specifico, Lorna trova Suzanne legata ai piedi del letto e truccata come un clown, tutta sola e delirante. Non esita ad aiutarla e si rifiuta di dare le medicine all’amica perché, citando le sue parole, “I think ‘crazy’ is just a word people invented to keep the extra interesting people down”. Morello decide di credere fermamente nella bellezza, nell’estrosità e nella diversità delle persone come lei e Suzanne, e agisce rispettando questo principio, senza considerare i lati negativi che esso comporta.

La già citata Gloria si ritrova invece ad affrontare problemi di ben altro tipo: con suo figlio in ospedale e in gravi condizioni si ritrova a dover compiere un’importante scelta: liberare le guardie in ostaggio e poter avere la reale opportunità di vedere il figlio oppure non tradire le sue compagne di cella? La sua decisione sembra virare verso la prima opzione, vedremo con le prossime recensioni se sarà effettivamente capace di portare a termine il suo piano.

Un finale esplosivo chiude l’episodio e ci indirizza verso il prossimo che si anticipa, in tal modo, già essere straordinario: Red decide di seguire il suo istinto, nonostante il costante dubbio che sia effettivamente paranoica come le dicono tutti, ma dimostra di avere (sfortunatamente) ragione quando trova Alex, Piper, Nicky, Flores e Boo legate e rinchiuse in uno sgabuzzino. Nel momento di più alta tensione, Piscatella non esita a farsi avanti e ad attaccare la tanto odiata Reznikof e a dare inizio alla sua vera e propria vendetta.

Direi che, con queste premesse, è vietato non leggere la prossima recensione, non credete? Vi aspettiamo mercoledì con Sara pronta a commentare con voi il decimo episodio, “The Reverse Midas Touch”. Non mancate!

                                                                                                                                     – Federica. 

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