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Supernatural – Recensione 13×10

Bentornati ad un’altra recensione di Supernatural, stavolta parleremo del decimo episodio della tredicesima stagione, Wayward Sisters, ovvero il pilot ufficiale dello spin – off omonimo, in cui i personaggi protagonisti sono rappresentati dalle donne della serie. Per il momento, ci sono dei buoni presupposti per delle fondamenta durature, tuttavia vedremo solo più avanti se verranno rispettati.

Ma partiamo con ordine.

Jody e Claire

Cominciamo con il colpo al cuore, ovvero con il primo parallelismo ovviamente introdotto apposta per i fan: Jody chiama Claire e le chiede di tornare a casa, perché Sam e Dean sono spariti da qualche giorno, esattamente come fa Dean con Sam nel primo episodio di Supernatural, in cui il maggiore dei Winchester afferma che il padre è andato a caccia e non si hanno più sue notizie.

Parlando di Jody e Claire: il loro rapporto è proprio quello di una madre con la figlia, dato che Jody cerca di proteggere Claire a tutti i costi e sicuramente spicca il suo istinto materno nella frase Non voglio perdere un altro figlio. Claire è affezionata a lei, ma fa più fatica a dimostrare amore nei suoi confronti, seppure si può notare benissimo in alcune scene, come in quella in cui Claire afferma di essersi preoccupata e di essere andata a salvare Jody e Donna assieme alle altre con un lanciafiamme. A proposito di Donna, purtroppo in questo episodio si è vista poco, ma è stata un po’ il collante del gruppo dal suo arrivo, perché ha fornito loro le armi e la speranza, l’incitamento a fare l’impossibile, che in verità è possibile, se solo si crede in se stessi.

Patience e Alex

Spendiamo due parole anche su Patience ed Alex. La prima ha una visione, che crede essere nefasta per Claire, mentre in realtà si dimostra il contrario: Claire non muore, quel destino era riservato a Kaia, purtroppo. Patience è un personaggio complesso e lo dimostra, seppure in pochi episodi in cui l’abbiamo vista: è determinata, è forte, sfida Claire per cercare di salvare la vita a tutte loro, eppure è sbalordita da ciò che vede, sia dalle visioni sia dai mostri, ai quali non è abituata. Bisogna sempre ricordare che Patience è una giovane ragazza che sta scoprendo adesso i suoi poteri e che è capace di uccidere un mostro, due abilità con cui è difficile venire a patti in così breve tempo.

Alex, d’altro canto, è già abituata a tutto ciò. Non si sporca le mani come Claire, ma sta nelle retrovie ed aiuta Jody con ogni suo mezzo. Allo stesso tempo, però, sta tentando faticosamente di condurre una vita normale, abbracciando la professione di infermiera.

Sam e Dean

E mentre tutte le donne si preoccupano per loro, questi due cercano di mangiare e con una sola, semplice, battuta, riescono a far ridere e ad alleggerire la tensione.

In questo episodio, Sam e Dean non sono i veri protagonisti e non compiono grandi gesta, ma restano comunque il motore di tutto, perché riescono ad unire un gruppo eterogeneo di figure femminili che rischiano vita pur di salvarli.

Kaia

Non ditemi che non vi si è spezzato il cuore, quando Kaia ha lasciato la presa dalla mano di Claire ed è rimasta in quel brutto posto da sola, con gli occhi aperti e senza vita. Il senso di colpa del sopravvissuto è duro a morire e Claire lo dimostra: aveva promesso a Kaia che l’avrebbe protetta, ma non ci riesce. Non che sia colpa sua, dato che Kaia si sacrifica per lei. La visione di Patience si avvera, ma non come tutti avevano pensato. Però, non per questo ci viene tolto un peso dal petto. Peccato che Kaia sia morta in questo modo e dopo solo così pochi episodi per conoscerla, perché era un personaggio interessante e formava una bella coppia insieme a Claire.

Quando Claire abbraccia Jody, si vede tutto l’affetto che prova nei suoi confronti e la sua fragilità, che fino a questo momento aveva cercato di nascondere sotto ad uno strato di spavalderia.

Comunque, non dimentichiamoci del colpo di scena finale, perché sarà probabilmente rilevante nei prossimi episodi: la doppelgänger cattiva di Kaia e chi ha visto tutte le stagioni di The Vampire Diaries, sa perfettamente che non si prospetta niente di buono all’orizzonte.

Ora, non so se abbiate notato questo parallelismo (7×23/13×10), forse solo i fan Destiel, ma Kaia e Claire non vi sono sembrate un po’ Cas e Dean dei vecchi tempi? Mi riferisco alla scena in cui Kaia confessa a Claire di essere una che scappa, non che affronta mostri, ma poi va con lei nell’altro mondo; mentre Castiel dice a Dean di non voler combattere, ma poi non lascia Dean da solo neanche un momento. Forse non sono due coppie di fatto, non c’è niente di romantico fra di loro, ma l’amicizia che lega Cas e Dean sarebbe potuta sbocciare anche fra Claire e Kaia, magari.

Una famiglia

Pensano che io rimanga perché sono spezzata, ma rimango perché ho bisogno di loro. Eccolo, il messaggio che Supernatural cerca di inculcarci dall’inizio alla fine: il valore della famiglia, che sia eterogenea o formata da persone con cui non si hanno legami di sangue, non è rilevante, quello che importa è esserci per le persone che ci sono per noi nel momento del bisogno (sentite l’eco delle parole di Bobby e successivamente di Dean?). Chi poteva spiegare questo concetto meglio di Claire, protagonista assoluta di questo episodio, che da bambina spaventata diventa l’eroina di cui necessitava?

Quello che ho davvero amato di Wayward Sisters non è stato tanto vedere tutte queste coraggiose donne insieme combattere per salvarsi la pelle allo stesso modo degli uomini (sebbene sia stato lo stesso molto bello), quanto il sottotesto, ossia che non c’è bisogno di aspettare che il principe azzurro venga a salvarci, ma solo di quello che rappresenta, perché se abbiamo bisogno di un eroe, non dobbiamo fare altro che diventarlo.

Alla prossima!

Vi lascio con il promo di Breakdown, undicesimo episodio:

Erica

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.