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X-FILES – Recensione 10×02

[SPOILER ALERT]

FOUNDER’S MUTATION!”

EVOLUZIONE DELLA SPECIE!”

 

 

 

The X-Files torna alle origini facendosi forte della sua formula tradizionale più riuscita: quella del mostro della settimana, in cui logica e complottismo si sfidano su binari paralleli in una caccia alla verità che arriva e si presenta con innovazioni e colpi di scena inaspettati, risultando perfettamente soddisfacente e lasciando dietro il suo epilogo una novità interessante, oltre che, il primo di quello che speriamo sia una lunga serie di tasselli, volti a coprire quei tredici anni che ci hanno separati da questi personaggi, che ora che sono di nuovo in tv, ci fanno capire quanto realmente ci siano mancati.

 

 

Com’è consuetudine di The X-Files, dopo un inizio profondamente orizzontale, la storia principale si prende una pausa per dedicarsi al mostro della settimana, senza comunque sacrificare l’approfondimento psicologico e sociale che contraddistinguono le dinamiche relazioni di Mulder e Scully da sempre.

 

Quando il Dr. Sanjay s’intrufola nella sala dei server sigillandosi al suo interno per uccidersi poco dopo trapassandosi il cranio con un tagliacarte infilato nell’orecchio in seguito a dolorosissimi ultrasuoni e misteriosi messaggi che solo lui può udire, quello che per Scully è subito identificabile come un crollo psicotico suicida, per Mulder è ovviamente molto di più.

 

 

 

Dopo aver rubato il suo telefono scopre infatti che l’uomo celava una relazione omosessuale e che il suo compagno lo vedeva stressato da diverso tempo, al punto che lo sentiva farneticare di bambini, quando i nostri sapevano benissimo questi fosse single.

 

 

Una volta nel suo appartamento la coppia di agenti speciali scopre inquietanti foto di bambini affetti da gravi malformazioni genetiche, ma poco prima che i due vengano sorpresi dalla polizia, Fox cade a terra pervaso dagli stessi sintomi di Sanjay.

 

 

 

 

Quando Skinner dice loro di non divulgare nulla a proposito di quanto visto nell’ufficio del Dottore in quanto trattasi di file secretati, i due sanno che devono rivolgersi al Dr. Augustus Goldman, a capo di un laboratorio di genetica il cui scopo è proprio tramite cure sperimentali curare queste anomalie nei bambini; fortuna vuole che Scully lavori proprio in una delle sue strutture e che riesca grazie alla sagacia del partner a trovare udienza con l’uomo. Da questo momento in avanti le indagini avvengono in modo naturale e tutti i pezzi del puzzle si collocano al posto giusto: Goldman sta sviluppando un nuovo genoma al volgere di far evolvere la razza umana con abilità particolari sin dagli embrioni, partendo proprio dai suoi figli; quando Mulder e Scully scoprono che la causa degli ultrasuoni era infatti uno di questi bambini, lo rintracciano e scoprono in lui un alleato, non un nemico: Kyle stava semplicemente provando a sfruttare i suoi poteri che non è in grado di controllare per ricongiungersi a sua sorella Molly tenuta segreta nella struttura di Goldman; quando i due fratelli si ricongiungono questi scatenano i rispettivi poteri uccidendo Augustus e scomparendo nel nulla.

 

Prima che i federali possano nuovamente insabbiare tutto però, Mulder è riuscito a rubare un campione del sangue di Kyle intenzionato a non farsi più mettere i piedi in testa dai piani alti, per scoprire così la verità.

GRANDE FOX!

 

 

Sullo sfondo di quest’indagine amara che ruota attorno agli esperimenti sui bambini, i pensieri di Fox e Dana si prendono un momento di malinconia volando al passato, quando diedero in adozione loro figlio William perdendone le tracce al fine di metterlo al sicuro dalla pericolosa vita che stavano conducendo, ma i rimpianti bussano alla porta come volessero sfondarla.

 

Poverini sentono la mancanza del figlioletto!

 

 

Scully fa la conoscenza di Adam.

 

 

The X-Files ritorna alla sua struttura più classica in cui gli agenti Mulder e Scully si recano sulla scena di una morte inspiegabile e si dilettano nell’offrire gli ipotetici scenari a cui trovare una spiegazione logica: quella di Dana è sicuramente la più razionale, quella di Fox la più audace, ma nel più delle volte anche la più prossima alla verità. Il problema sostanziale nell’approccio al classico Freak of the Week, è che a differenza delle passate stagioni, il pubblico stavolta non è in possesso d’informazioni fondamentali che nel corso dell’indagine lo attanaglieranno nella visione: com’è possibile che gli X-Files siano stati riaperti? Come ha fatto Mulder a passare da ricercato internazionale ad agente federale? Ebbene, queste domande non trovano alcuna risposta nel corso di tutto l’episodio.

 

 

 

Chris Carter decide di riproporci una formula già colladuta ed apprezzata dai fan della serie senza addentrarsi in argomenti spinosi, ma siamo confidenti voglia farlo in futuro. È questa l’impressione che ci viene spontaneo seguire visto che il regista non ha perso occasione per toccare subito uno degli argomenti più spinosi di tutta la serie: il fato di William, il figlio di Mulder e Scully. Per quanto Dana viva ancora nel rimorso e nel rimpianto e Fox si venda come più cinico e distaccato alla situazione -probabilmente per dare forza alla donna e non scendere in sentimentalismi, entrambi nel corso della puntata fantasticano come sarebbe stato essere genitori e cosa sarebbe piaciuto loro condividere con il proprio figlio; con le differenze di sorta che rispecchiano le personalità dei due protagonisti (nella visione di Dana, William è un bambino scalmanato come tanti altri, in quelle di Fox un aspirante nerd), entrambe si ricongiungono però ad una situazione di pericolo che seppur diversamente li priva del frutto del loro amore. Quasi come se inconsciamente le rispettive paure si manifestassero a preservare lo spirito di autoconservazione emerso nel momento in cui le loro certezze vacillano ed immaginano come sarebbe stato invece di vivere soli in freddi e cupi appartamenti vuoti, in una casa accogliente tutti insieme, come una famiglia. Dicevamo che, nonostante la struttura della costruzione e l’approccio all’episodio risultino fortemente tradizionali, Carter riesce comunque ad infarcirvi modernità: per l’ennesima volta ci viene mostrata l’avanguardia tecnologica (smartphone, pc, cam nel corso di park assist) ma anche il coraggio di sperimentale: vediamo una Scully più propensa a lasciarsi guidare dalle emozioni a dispetto che dalla logica, un approccio visivio più netto e deciso nel mostrare sequenze d’azione con effetti speciali, ed un Mulder che dalla sua aguzza l’ingegno e stavolta tiene qualcosa per se prima che per l’ennesima volta i federali facciano tabula rasa. C’è spazio poi per battute sferzanti e coraggiose: da Scully che ricorda a Mulder di essere brava nelle ricerche dall’era pre-Google, a Mulder stesso che viene sollecitato a fare coming out perché “La verità è lì, dentro al suo cuore”, e perfino ad un’easter egg come la messa in onda de Fuga dal Pianeta delle Scimmie, che presenta un parallelismo proprio con la storia di William (per capire quale, reperite il film!).

 

 

La storia che ci viene riproposta in “Evoluzione della Specie” è una storia che parla di famiglia. Infatti Kyle, senza poter controllare il suo “potere”, aveva come unico scopo quello di trovare sua sorella, vittima della sua stessa “patologia”. A questo punto non resta che aspettare di vedere un nuovo episodio, che purtroppo ci porta già a metà di questo viaggio. Ma siamo felici di poter aver nel ricordo della serie un altro grande episodio che racconta sopra le righe questioni celate, tenute all’oscuro per paura che vengano prese per assurde da chi non ha il coraggio di osare e di pensare che vale la pena crederci, ancora.

 

 

 

Vi lascio con il promo del prossimo episodio ragazzi!

 

Alla prossima recensione!

Gabriele

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.