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American Horror Story: 1984 – Recensione 9×02

Ciao ragazzi e benvenuti nella recensione di Mr Jingles, il secondo episodio di questa nona stagione di American Horror Story.

Se vi siete persi la recensione della première che, (spoiler) mi è piaciuta davvero molto, potete trovarla qui —-> American Horror Story: 1984 – Recensione 9×01

Tornando a Mr Jingles, l’episodio va subito a ‘stroncare’ un paio di mie teorie nate nella scorsa recensione, e voglio cominciare a parlarvi proprio di questo.

Mr Jingle

Cominciamo subito dal Night Stalker e dal suo collegamento ipotetico con Mr Jingles. Nella scorsa recensione, ho scritto:

Ad influenzare i suoi crimini e a dare il via a tutto, sembra esserci suo cugino Mike, un veterano del Vietnam che si vantava di aver ucciso numerosi nemici, di cui conservava delle Polaroid e che uccise la moglie, con un colpo di pistola, proprio davanti al piccolo Richard.
Anche Mr. Jingles viene definito un veterano del Vietnam che, dopo aver ucciso numerosi nemici, si è fatto prendere la mano continuando ad uccidere anche una volta ‘tornato a casa’. Che sia solo un caso oppure tra i due Killer c’è davvero una correlazione all’interno della serie? 

A quanto pare, non c’è una correlazione. O almeno, così sembra.
Questo zio di cui vi parlavo è stato mostrato all’interno dell’episodio, mostrandoci sullo schermo la vera storia di Richard Ramirez, e non aveva le sembianze di Mr Jingles. L’unica correlazione tra i due killer per ora, è che uno dovrà uccidere l’altro.

Richard infatti, sembra aver stretto un patto (e non solo) con Margaret, mettendo insieme un duo alquanto improbabile: una cristiana ed un satanista.

La proprietaria di Camp Redwood, che sin dall’inizio è sembrata un po’ strana (ancora non ci è stato svelato come possa tener su gli occhiali se le manca un orecchio, e questo per me è il più grande mistero della stagione), ha ingaggiato Ramirez per uccidere il suo nemico giurato di sempre, chiedendogli però di non uccidere nessun altro. La chimica tra i due è persa innegabile ed io mi chiedo: sarà tutto vero oppure è solo uno trucco della donna per manipolare il Night Stalker?

Personalmente sarei più tentata di pensare a quest’ultima opzione, e voi?

A prescindere da questo comunque, ci sono molte cose che non tornano nel suo comportamento, e non solo il fatto che abbia deciso di collaborare con un Satanista, ascoltando dei suoi omicidi senza neanche sconvolgersi. Una delle cose più sospette e terribili, è il fatto che non abbia deciso di chiudere il campeggio, e di mettere quindi a rischio la vita dei bambini e del gruppo di ragazzi, sapendo che l’uomo che ha fatto la prima strage in quel posto è ancora in circolazione, ed è in cerca di vendetta.

Quale persona sana di mente lo farebbe?

Nonostante il suo sogno e la voglia di rivendicarsi su Mr Jingles, desiderosa di non vivere più nella paura della sua stessa ombra, c’è qualcosa di molto sospetto nella sua scelta di continuare come se niente fosse, così come nello staccare la corrente in piena notte. Insomma, sei in un campeggio in cui c’è già stata una strage e tu stacchi tutti i telefoni?

Un’altra cosa importante accaduta nell’episodio è poi la storia di Brooke, che si fa sempre più interessante.

Mr. Jingles

Il Night Stalker e quanto accaduto nella priemiere non sono le uniche cose brutte accadute al personaggio interpretato da Emma Roberts. Come ogni film anni 80 che si rispetti, quella che sono certa sarà la nostra final girl ha un passato violento e sanguinoso alle spalle, che ha cambiato per sempre la sua vita, in quello che sarebbe dovuto essere il suo giorno più bello.

Anche la frase ‘non meriti di essere vestita di bianco‘ prima di spararsi e ricoprirla di sangue stile Carrie fa molto anni 80, e rende il tutto più iconico.

Nonostante non sia niente di nuovo, come la stagione in generale, la cosa funziona molto bene anche per spiegare il perché del comportamento apparentemente esagerato di Brooke (anche se in realtà, esagerato non è).

Ultimo, ma non per importanza, abbiamo un grande mistero stile ‘Murder House‘ da scoprire.

Come fa questo tizio, morto ben 14 anni prima ad essere vivo e vegeto? E ad essere tornato in vita dopo che il Night Stalker lo ha ucciso ben due volte?

Che questo luogo sia in grado di intrappolare le anime di chi muore lì? Oppure c’è qualcosa di più misterioso sotto, considerando che il ‘fantasma’ in questione ha ammesso di non aver aiutato gli altri ma di essere semplicemente scappato? Che sia questa la sua questione in sospeso?

Quello che è certo è che questo nuovo aspetto è diventato qualcosa da scoprire che potrebbe essere parte integrante di una trama più grande. Voi cosa credete accadrà da qui in avanti? Avete qualche teoria? Fatemelo sapere qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook.

Anche questo episodio, a parer mio, è risultato convincente. Il sapore di già visto che fa storcere la bocca a molti, è in realtà una delle cose che funziona meglio di American Horror Story: 1984. Gli spettatori si aspettano di vedere esattamente quello che poi viene mostrato, ripercorrendo i classici slasher anni 80 senza esserne mai annoiati. Personalmente, da fan dell’horror apprezzo molto questo omaggio alle origini, a voi sta piacendo oppure avreste preferito ‘qualcosa di nuovo’ sotto tutti i punti di vista? Fatemi sapere i vostri pareri.

Io come sempre vi do appuntamento alla prossima settimana con la recensione di Slashdance, non mancate!

Veronica.

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