American Horror Story,  Recensioni,  Telefilm

American Horror Story: 1984 – Recensione 9×07

Ciao ragazzi, e benvenuti anche questa settimana in una nuova recensione di American Horror Story, The Lady in White.

Terzultimo episodio di questa breve stagione, questa 9×07 è stata senz’altro una bomba ed ha portato davvero tanta carne al fuoco, ribaltando la situazione di diversi personaggi.

American Horror Story, The Lady in White

In questo episodio di American Horror Story, The Lady in White è accaduto quello che forse ci aspettavamo dallo scorso, centesimo, episodio: il ritorno di alcuni volti storici della serie.

Il primo volto famoso, e profondamente amato dai fan della serie, che rivediamo, è quello di Lily Rabe che scopriamo essere anche un tassello importantissimo di questa storia misteriosa.

Proprio come fu per Murder House, quello che sembra essere il motivo per cui il male impregna quel determinato posto, inchiodando ad esso le anime di chi è morto lì, è la perdita di un figlio da parte del personaggio interpretato da Lily. Se in Murder House questo figlio era Thaddeus, in 1984 è Bobby.

Due morti diverse che hanno portato però allo stesso risultato, con la differenza però che non solo Nora era un’anima decisamente più pura rispetto al personaggio interpretato quest’anno, ma non aveva un altro figlio.

Tutta questa storyline ha ribaltato la posizione di Mr. Jingles all’interno della stagione che, seppur sia stato presentato come il grande cattivo di 1984, ora riesce a farci provare un sentimento di pena ogni volta che compare sullo schermo.
Sì, perché tutti i suoi problemi sono cominciati quando era bambina e da lì, ogni cosa è stata la conseguenza di qualcosa che non è stata colpa sua. Era un ragazzino anche lui quando suo fratello è morto, e per quanto fosse sotto la sua momentanea responsabilità, non è stato lui il motivo per cui il ragazzino ha perso la vita, bensì una serie di sfortunate coincidenze.
A proposito di questa scena comunque, la sua morte era perfettamente intuibile sin dai primi minuti. È consuetudine di molti film slasher togliere alla madre il figlio chiaramente prediletto per far crescere l’altro nell’ombra dell’odio di una madre che avrebbe preferito veder morire lui. Madre, che ha deciso di trascorrere la sua intera esistenza a rovinare quella di suo figlio.

Qui, devo dire che Ryan Murphy mi ha piuttosto sorpreso. Non avevo mai preso in considerazione l’idea che Margaret fosse guidata da una forza oscura, proprio come accadeva in Murder House, e questo cambia un po’ la visione che abbiamo di questo personaggio tanto oscuro. Ora che, a quanto pare, la rabbia della donna è scemata, arrivando persino a “consigliare” suo figlio per il bene del nipote, potrebbe esserci un cambiamento anche a Camp Redwood?

Una cosa è certa, di cambiamenti in questo episodio di American Horror Story, The Lady in White ce ne sono stati davvero moltissimi.

American Horror Story, The Lady in White

Innanzitutto, Donna sta cercando di avere il suo riscatto per evitare di finire all’inferno. Lei ha visto con i suoi occhi ciò che accade quando muori da cattivo e questo l’ha portata ad aiutare quella che sarà sicuramente la nostra Final Girl. Devo ammettere che questo due improvvisato mi è inaspettatamente piaciuto molto. Sono due facce della stessa medaglia, due persone che condividono un passato traumatico e che devono rialzarsi dopo anni trascorsi nell’oscurità, e questo mi porta a credere che Donna potrebbe essere molto importante nel finale, al fianco di Brooke.

Basti vedere come si sono alleate per difendersi dal secondo grande ritorno di questo episodio, Dylan McDermott.

Anche qui siamo di fronte a qualcosa di prevedibile sin da subito. Insomma, non vogliate farmi credere che qualcuno di voi non aveva intuito che quell’uomo strano fosse un serial killer? La macchina che non parte, la frase sul Karma e tutto il resto… quante volte accade nei film horror che le vittime in fuga da qualcosa vengano uccise proprio in macchina?

L’unica differenza rispetto ai classici è che questa volta le donne hanno preso in mano la situazione, alleandosi contro il loro carnefice e ribaltando completamente la situazione, gridando allo spettatore che ha sempre avuto ragione e Brooke è davvero LA Final Girl, cosa che le dice anche Donna nel trailer del prossimo episodio.
Ho trovato molto bello, inoltre, il fatto che Brooke abbia voluto proteggere il desiderio di Donna di non andare all’inferno e le abbia impedito di uccidere il serial killer, dimostrando un legame che, ad inizio episodio (e fino a qualche episodio fa) non ci saremmo mai immaginati.

Insomma, molte cose sono cambiate da quando 1984 è approdato sui nostri schermi con la sua premiere, ed ora che siamo vicini al series finale, molte cose ci stanno portando alla resa dei conti. L’unica cosa che non è cambiata, probabilmente, è Ramiretz.

L’uomo, sempre più devoto al Diavolo, sta riscuotendo i pagamenti di chi ha votato la sua anima al demonio, ma c’è una cosa rimasta in sospeso da molti episodi: il suo accordo con Margaret. Quella richiesta da parte di quest’ultima di non uccidere nessun altro se non Benjiamin. Ora, chiaramente l’uomo non ha tenuto fede alla parola data, ma cosa ne sarà di quella scena? Si trattava semplicemente, ancora una volta, del sussurro della madre di Benji nell’orecchio di Margaret, oppure c’è altro sotto?
Io credo che si trattasse della prima ipotesi ma mi domando se avremmo mai un’altra scena tra i due, voi cosa ne pensate?

PS: Tra tubolare e Never Ending Story per un attimo mi è sembrato di essere di fronte alla versione più cruenta di Stranger Things.

A voi è piaciuto l’episodio? Cosa ne pensate di questo ‘ribaltamento’ dei personaggi e della grande rivelazione dell’episodio?
Fatemelo sapere lasciando un commento qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook.

Io come sempre vi do appuntamento alla prossima settimana, con un nuovo episodio. Non mancate!

Veronica.

Commenti disabilitati su American Horror Story: 1984 – Recensione 9×07

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.