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American Horror Story: 1984 – Recensione Season Finale

Ciao ragazzi e benvenuti alla Recensione del Season Finale di American Horror Story: 1984.
La scorsa settimana ci siamo chiesti come avrebbe potuto Ryan Murphy mettere un punto a questa stagione in soli quarantacinque minuti, considerando tutte le storyline ancora aperte, e la risposta ci appare chiara sin da subito: portando gli avvenimenti nel 2019 e facendo raccontare ai personaggi ciò che è successo sino a quel momento.

American Horror Story 1984 recensione Season Finale
Recensione American Horror Story 1984 Season Finale

Final Girl, questo il titolo del Season Finale, porta la luce ad una stagione piuttosto oscura che però è riuscito a soddisfare appieno le aspettative dei telespettatori, dopo Apocalypse che aveva lasciato con l’amaro in bocca molti fan della serie.

Siamo nel 2019 ed un volto molto conosciuto dai fan di AHS fa capolino nell’episodio, rivelandosi poco dopo un personaggio che già conoscevamo e che è stato rilevante nella storyline di questi ultimi episodi: Bobby.

Il figlio di Mr. Jingles non solo è sopravvissuto alla furia cieca del Night Stalker, ma è anche approdato a Camp Redwood per conoscere suo padre, convinto che sia ancora vivo.

Qui, insieme a lui, veniamo a conoscenza di quanto accaduto negli ultimi trent’anni e ci rendiamo conto, con immensa sorpresa, che le cose sono andate molto diversamente rispetto a quanto immaginavamo.

Innanzitutto, i fantasmi hanno smesso di uccidere. Avevamo già visto una sorta di redenzione con Montana nello scorso episodio, ed in questo ne abbiamo conferma: potersi liberare dell’odio che portava gli abitanti dell’isola ad uccidere ogni singola persona, essere impegnati in qualcosa di importante per salvare la vita di un innocente, aver estirpato il vero male dal campeggio, ha fatto sì che le cose cambiassero radicalmente.

Ho apprezzato molto l’aiuto che tutti sono stati disposti a dare a Bobby, sia quando era bambino, tenendo Ramiretz lontano da lui, sia una volta diventato adulto, fornendogli le risposte di cui aveva bisogno. Abbiamo già visto, in American Horror Story, altri figli di serial killer e questa è la prima volta che le cose finiscono a tarallucci e vino, con un ragazzo che non ha intenzione di ripercorrere le orme di suo padre (anche se a dire il vero, il personaggio di Benjiamin è molto più complesso di un serial killer qualsiasi).

Bobby, a quanto pare, non è solo simbolo della redenzione di suo padre ma anche quello della redenzione di tutti coloro che erano presenti al campo quella notte, e che grazie a lui sono diventati persone migliori. Persino Brooke, che alla fine è stata davvero la nostra final girl insieme a Donna, decide di prendersi cura di lui, facendone il suo unico legame con quel posto orribile che l’ha cambiata per sempre.

Ma nonostante l’Happy Ending che questo Season Finale grida sin dai primi minuti, in questo episodio di American Horror Story non manca certo il sangue. Sono molte le scene cruente che ci vengono proposte, come ad esempio la continua morte di Ramiretz o quella di Margaret. Questo riesce ad equilibrare perfettamente l’episodio, senza darci la sensazione di star guardando qualcosa di troppo felice per le corde di AHS.

Anche gli ultimi minuti dell’episodio, con la tanto attesa reunion tra Benjiamin ed il suo Bobby, funzionano alla perfezione. Non diventa mai stucchevole, nonostante possa sembrar strano che un personaggio come Mr. Jingles, presentato come il grande cattivo di 1984, finisca il suo arco narrativo dicendo a suo figlio quanto gli vuole bene.

Siamo sinceri, Ryan Murphy non sempre fa un buon lavoro con i finali ma quest’anno, sia con 1984 che con Pose ha fatto un ottimo lavoro, non siete d’accordo?

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Io per quest’anno vi saluto e vi do appuntamento con la prossima stagione che, a quanto pare, potrebbe essere l’ultima: non mancate!

Alla prossima stagione,

Veronica.

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