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American Horror Story: 1984 – Recensione 9×08

Ciao ragazzi e benvenuti nella penultima recensione di questa stagione di American Horror Story, intitolato Rest in Pieces.

Questo ottavo episodio, a detta di Ryan Murphy, contiene uno spoiler per la decima stagione e, come hanno supposto in molti, anche io credo che il prossimo tema potrebbe avere a che fare con i serial killer.

Rest in Pieces infatti, vede come protagonisti indiscussi i serial killer, alleati tra e contro di loro, in una storyline decisamente interessante.

American Horror Story Rest in Pieces

Continua la guerra tra Richard & Benji, punto focale dell’episodio. Il Night Stalker vuole vendetta ed ha Satana dalla sua parte mentre Mr Tintinnio vuole semplicemente proteggere suo figlio. Questa differenza tra loro, e questa sorta di redenzione da parte di quest’ultimo, segna una profonda distinzione tra i due, tanto da permettere a Benji di trovare la pace nel finale. Non importa quante persone abbia massacrato e quanto gli abitanti dell’isola volessero continuare ad ucciderlo, lui ha ritrovato la sua famiglia ed un luogo di pace in cui trascorrere la sua eternità. Elemento piuttosto nuovo nella serie a dire il vero (il che mi fa pensare che, qualora non fossero i serial killer il prossimo tema, potrebbe esserlo proprio la pace), che porta uno spiraglio di luce in un mare di oscurità fatta di morte e dolore.
Donna aveva già accennato alla cosa, quando ha detto di sapere cosa c’è dopo la morte e di voler andare in un posto diverso, buono… che questo tema venga maggiormente approfondito nelle prossime stagioni?

Abbiamo poi i morti del campo che ormai sembrano essersi trasformati tutti in serial killer provetti. Lo vediamo in particolare con Benji: loro non vogliono solo uccidere, vogliono il dolore, la sofferenza.
Donna all’inizio voleva sapere cosa spinge un serial killer ad uccidere… forse, Camp Redwood ed i suoi fantasmi stanno rispondendo a questa domanda. E forse, lo farà anche la prossima stagione.

Margaret, Richard e l’autostoppista

American Horror Story, Rest in Pieces rimette insieme un duo di cui vi avevo parlato nella scorsa recensione: Margaret e Richard.
La scorsa settimana mi domandavo se l’incontro tra i due non fosse avvenuto solo per qualcosa che aveva a che fare con la madre di Benji ma, a quanto pare, mi sbagliavo. Tra di loro c’è stata una connessione reale, guidata dal lato oscuro che li rende simili. Ora, non solo si somigliano ma hanno anche un piano che li accomuna e che prevede anche l’aiuto dell’autostoppista dello scorso episodio che non è morto come credevamo ma è pronto alla sua vendetta nei confronti di Brooke e Donna… vendetta che vogliono anche Margaret e Richard.

La vendetta quindi, sarà il tema di questo season finale: quella che le due donne vogliono nei riguardi di Margaret e quella che il trio dei serial killer vogliono nei confronti delle due donne.

Ma Donna e Brooke non sono l’unico bersaglio dei tre, ed il piano di Margaret merita un posto nel podio dei più malati di American Horror Story. Non tanto per la gravità dell’atto in sé (insomma, una strage di artisti non è certo paragonabile, ad esempio, alla fine del mondo voluta da Michael!) quanto perché la motivazione che la spinge a compiere un simile gesto non è altro che il denaro. Tutto ciò che Margaret desidera è fare una fortuna ed è pronta a farlo, versando litri di sangue.
Considerando che la sua prima strage è stata guidata dalla madre di Mr Jingles, che non è più nei paraggi dopo aver ritrovato il suo Bobby, e Margaret sembra peggiorata di molto rispetto a quando era bambina, ci sono solo due possibilità per le sue azioni: quanto accaduto quella notte a Camp Redwood ha messo radici profonde in lei oppure è stato quello stesso luogo ad avvelenarla, portandola ad ideare un piano tanto folle.

Parliamo poi per un attimo di Montana, un personaggio nato e morto piuttosto “malvagio”.

Da quando è rimasta intrappolata in quel limbo, lontana sia dalla pace che dalla dannazione eterna, Montana passa il suo tempo ad uccidere chiunque metta piede al campeggio ma qualcosa in questo episodio è cambiata, portandola non solo ad una riflessione ma anche ad un gesto che potremmo definire quasi altruistico.

Scoprire che il Night Stalker è diventato ancora più malvagio, arrivando persino ad uccidere dei bambini (o comunque ad avere l’intenzione di farlo), e sentirsi dire che è stata lei la ragione per cui è arrivato a tanto, ha fatto scattare qualcosa dentro di lei.
E come possiamo non dar ragione al suo monologo? Nei film e nei libri, dietro un feroce serial killer c’è sempre una donna che viene presa come “causa per l’inizio degli omicidi”, ma nessun altro oltre la persona che compie tali azioni dovrebbe essere responsabile. Questo, ed il senso di colpa per quanto ascoltato, portano Montana a prendere la decisione di cui vi parlavo poco fa: lasciar andare l’unica persona che forse avrebbe potuto farla sentire meno sola.

Non lo ha mandato via perché desidera qualcuno che sia incasinato come lei, ma lo ha mandato via perché lui voleva uccidersi pur di restare al suo fianco. L’ennesima morte che sarebbe finita sulla sua coscienza che forse, ora pesa più di quanto non abbia mai fatto.

Un buon episodio, che apre le porte per un season finale che potrebbe riservare molte sorprese e che potrebbe essere decisamente molto sanguinoso. Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo episodio di American Horror Story, Rest in Pieces? E soprattutto, se la prossima stagione fosse davvero incentrata sui serial killer, ne sareste felici?

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Io vi do appuntamento alla prossima settimana con l’ultima recensione della stagione e vi ricordo che, se avete perso la scorsa recensione di 1984, potete trovarla qui:

Veronica.

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