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Black Mirror: in Cina i cittadini avranno un punteggio social come in “Nosedive”

La serie antologica Black Mirror è spesso ambientata in un futuro distopico in cui diversi aspetti delle nuove tecnologie portano a finali angoscianti, e quel futuro potrebbe non essere così distante dal nostro presente come credevamo. Sembra infatti che nel 2020 arriverà in Cina il Social Credit System, il cui scopo sarà quello di arrivare ad una “cultura della sincerità”. Non vi ricorda qualcosa? Sto parlando della tecnologia presente nel primo episodio della terza stagione dello show, Nosedive. In esso si raccontava la storia di Lacie, il cui disperato obbiettivo era quello di alzare il suo punteggio sociale per comprare la casa dei suoi sogni. Tuttavia il suo voler strafare l’ha condotta in una spirale di eventi negativi, che l’ha portata ad essere rinchiusa.

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In Cina arriva il Social Credit System

La Cina avrà qualcosa di molto simile a quello che appare in Nosedive. L’algoritmo segreto alla base del sistema è stato creato grazie alla collaborazione tra alcuni grandi privati e il governo. Tra questi ci sono:

  • la piattaforma di pagamento online AliPay, che permette di pagare anche cinema, taxi, ristoranti;
  • Sesame Credit, sotto la gestione di Ant Financial Services (AFSG), affiliata di Alibaba, che si occupa di prodotti assicurativi e prestiti; 
  • China Rapid Finance, partner della società per azioni di investimento Tencent Holdings e sviluppatore dell’app di messaggistica WeChat (850 milioni di utenti attivi).

Una nota ufficiale descrive il sistema così:

Creerà un ambiente di opinione pubblica nel quale il mantenimento della fiducia sia percepito come glorioso e rafforzerà la sincerità negli affari governativi, quella commerciale, sociale e la costruzione della credibilità giudiziaria.

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SCS: come funziona

Gli individui saranno misurati grazie ad una scala compresa tra 350 e 950 punti. Alibaba ha individuato cinque fattori presi in considerazione:

  1. La storia del credito (il cittadino paga le bollette in tempo?).
  2. La capacità di adempimento (“la capacità di un utente di adempiere ai propri obblighi contrattuali”).
  3. Le caratteristiche personali (verifica delle informazioni personali come numero di cellulare e indirizzo). 
  4. Il “comportamento” (abitudini d’acquisto, ad esempio qualcuno che gioca videogiochi per dieci ore al giorno, non sarebbe ben giudicato).
  5. Le relazioni interpersonali (scelta degli amici online e tenore dei commenti: ovviamente giudizi positivi sul governo e l’economia del paese innalzano il punteggio)

Per ora l’adesione è volontaria e fomentata dalle promesse di ricompense, premi e agevolazioni. Chi si dimostrerà affidabile potrebbe ricevere: buoni spesa, prestiti agevolati, noleggio auto senza necessità di deposito, check-in veloci in alberghi di lusso e tanto altro. Tuttavia nel 2020 il sistema sarà reso obbligatorio, e ci saranno persino delle sanzioni per chi otterrà punteggi bassi, come: rallentamento della connessione internet o accesso limitato a locali e ristoranti.

Non so voi, ma a me questa cosa un po’ spaventa. Abbiamo visto tutti il mondo che questo tipo di tecnologia ha creato in Nosedive: le persone erano guidate da egoismo e falsità, tutto pur di ricevere cinque stelle. Paradossalmente la persona migliore era quella con il punteggio più basso, ed era un’emarginata sociale.

Lì però si trattava solo di un telefilm, ma qui è della vita reale che stiamo parlando. Com’è possibile giudicare qualcuno esclusivamente dalle sue attività online? Questo sistema non è che una macchina di controllo che mette a rischio la privacy delle persone. Sono felice di non vivere in Cina.

Martina

Un Commento

  • chris

    in realta’ esiste gia’. Gia’ al momento attuale vieni quasi obbligato quando compri online, quando prendi un taxi con didi (la versione cinese di uber), quando ordini con una qualsiasi applicazione android la cena a dare una valutazione, da 1 a 5 stelle.
    Una valutazione che incide anche sul futuro di chi ti ha prestato il servizio. Se un corriere prendesse sempre e solo 1 stella, dopo un tot immagino che verrebbe licenziato: in Cina i sindacati non sono nulla di quello che sono in Italia e manodopera abbonda…
    saluti da Shanghai