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Le dichiarazioni di Ellen Page sui crimini d’odio

“Mentre i media stanno discutendo sul caso della star di Empire, è fondamentale che non dobbiamo perdere di vista le reali minacce che devono affrontare ogni giorno le comunità sottorappresentate”, ha scritto l’attrice e attivista. 

Il 30 dicembre 2018 due donne hanno seguito altri 70,000 fan dei Seattle Seahawks per incitare la propria squadra alla vittoria.
Secondo i documenti presentati in tribunale, quello che traspare riguardo quella che sarebbe stata una notte come tutte le altre, dovrebbe disgustarci tutti.

Dall’inizio della partita, un uomo si è seduto affianco a loro, cominciando a tormentare le due donne apertamente gay. Le ha derise davanti alla folla. Ha chiesto loro se “avessero bisogno di un uomo nelle loro vite.”
Le ha chiamate “fuckying dykes” e ha chiesto loro “se volessero qualche c****”.
Le ragazze hanno fatto del loro meglio per ignorarlo e hanno continuato a guardare la partita non appena lui è andato a prendere delle birre. Ma il sollievo è stato di breve durata.

Lui è tornato al suo posto, ha camminato verso una delle donne, le ha sbottonato la giacca e le ha afferrato il seno, rifiutandosi di lasciarla andare. Non appena lei ha cercato di divincolarsi, lui le ha gettato una birra in faccia. Altri fan hanno buttato l’uomo a terra, non prima che lui desse un pugno in faccia alla moglie della donna. Le ha rotto un dente e le ha fatto uscire sangue dal naso.

La comunità LGBTQ+ è costretta a temere per la propria sicurezza perchè gli episodi di violenza d’odio, come la violenza che queste donne hanno provato a Seattle, succedono, e in continuazione.

È la paura che ci trattiene dall’abbracciare il nostro/ la nostra partner in pubblico. È la paura che ci fa ponderare se siamo in pericolo fisico o meno, prima di avvicinarci per un bacio sulla guancia.
Il dibattito che si è creato intorno a Jussie Smollett  ha portato tutte noi ad esaminare la violenza d’odio e le sue implicazioni e conseguenze.

Non c’è ragione di dubitare di Jussie. Il mio lavoro su Gaycation – la docuserie che ho prodotto per rendere servizio di cronaca sulle storie LGBTQ+ da tutto il mondo – mi ha portato a conoscere molti sopravvissuti alla violenza d’odio. So quando prevalente e perniciosa possa essere.

Mentre i media e il pubblico dibattono il caso e attendono nuove informazioni, noi non dobbiamo perdere di vista la violenza reale ed endemica che le comunità LGBTQ+, le persone di colore e altre categorie sottorappresentate devono affrontare ogni giorno.

Non vi chiedo di sfociare nel dramma, bensì di essere pienamente consapevoli che esista la violenza d’odio. I meriti di un caso non dovrebbero e non possono essere messi in discussione. La copertura media non trasmette appieno la realtà e la totalità della crudeltà e del pericolo che affrontiamo.

Questa è la storia che deve essere raccontata.

jussie smollet crimini d'odio

Il mio lavoro e supporto mi hanno portato in tutto il mondo, e ho avuto l’opportunità di incontrare persone della comunità LGBTQ+ che hanno affrontato con coraggio la disuguaglianza e la violenza nei confronti delle loro comunità quasi regolarmente.
Nei limiti della mia visibilità ed esperienza, posso dare voce a coloro che non condividono i miei privilegi e le opportunità – e poichè prendo molto seriamente le piattaforme a mia disposizione e la fiducia in me riposta, ho il dovere di parlare.

In quanto queer e donna bianca cisgender, traggo beneficio dalle protezioni e dalla sicurezza che mi assicurano i miei guadagni e il mio status.
Ma non ho intenzione di scappare dalle minacce di violenza e da quegli atti di molestie che minacciano e mettono in pericolo la nostra comunità e altre persone sottorappresentate.

ellen page violenza d'odio

Ho sopportato il bullismo e le violenze sessuali come bambina e come teenager nella mia vita personale e professionale. Mi si spezza il cuore per le persone che ho incontrato e che non hanno modo di proteggersi, che sono oggetto di odio, discriminazione e violenza a causa del contesto sociale e politico in cui vivono.

L’odio verso l’altro qui e in tutto il mondo è istituzionalizzato e rinforzato dalla retorica politica. I dati rilasciati dall’FBI mostrano che i crimini d’odio riportati in America sono cresciuti del 17% rispetto all’anno precedente, il terzo anno consecutivo che prosegue questa escalation. Infatti, un recente studio del Programma della Coalizione Nazionale contro la Violenza ha riportato che questo è stato l’anno più letale per la comunità LGBTQ+. Le statistiche sono tante e potenti, e tutti adducono a un tasso di crescita della violenza d’odio.

Quando leggiamo la retorica al riguardo o ascoltiamo i discorsi che vengono dai nostri politici, i nostri media e l’intrattenimento, dai nostri vicini, dalle nostre famiglie e dai nostri rappresentanti religiosi, internalizziamo il dolore in modi che ci danneggiano e ci distruggono.

Perdiamo la speranza, mentre continuiamo a essere vittime. La crudeltà, l’odio e le parole manifestano vergogna.
Secondo il Centro Controllo Malattie, si riscontra che tra le lesbiche, i gay e i bisessuali ci sia un rischio di suicidio giovanile almeno cinque volte più alto rispetto al resto dei loro pari.

In uno studio pubblicato dall’ Accademia Americana dei Pediatri, più del 50% dei teenager maschi transgender che hanno partecipato all’indagine riportano l’aver cercato di suicidarsi, mentre si riscontra una percentuale del 29,9% tra le teenager donne transgender e il 41,8% tra i nonbinary teenager.

La Queerfobia/Transfobia è una violenza perpetrata sui nostri bambini, sulle nostre famiglie, sui nostri amici e vicini e su coloro che vengono dimenticati tra noi e che non hanno una voce. Dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere fine alla normalizzazione del sentimento anti LGBTQ+ e di questa retorica.

Nessun bambino, teenager o adulto, nessuno di loro merita di essere una vittima a causa di ciò che è.

Nessuno dovrebbe vergognarsi per come è nato o vivere nel terrore.
Userò la mia voce e la mia visibilità per continuare a parlare di loro e, in quanto storyteller e membri di un settore che sfrutta piattaforme globali – vi prego di unirvi a me.

Fonte: Hollywood Reporter

 

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Mi chiamo Fabiola, sono un'appassionata di cinema e serie tv proprio come voi, con un'insana ossessione per le gif, proprio come ogni fan di Supernatural. Ho studiato inglese e russo, marketing e mi piacerebbe andare sulla Luna, non è che avete un biglietto in più?