Emily in Paris
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Emily in Paris: recensione dei primi tre episodi della quarta stagione

Emily in Paris è tornata con la quarta stagione e siamo già tutti curiosi di scoprire che evoluzione avranno le varie relazioni lavorative e personali all’interno della Parigi che funge da passerella per i nostri personaggi preferiti.

Dove eravamo rimasti?

Gabriel e Camille non si sono più sposati perché la ragazza ha reso pubblici i veri sentimenti di Emily e del suo, non più, futuro marito ma la verità è un’altra, naturalmente, sappiamo tutti che, pur essendo incinta, il cuore della sposina è di un’altra persona ovvero Sofia.

E, nel secondo episodio, finalmente Camille, dopo essere fuggita per rifugiarsi all’interno della Casa di Monet come volontaria, anche grazie ad Emily ha avuto la forza di ritornare a Parigi e affrontare la situazione in modo maturo.

Mi aspettavo delle scuse da parte del fratello o della stessa Camille per Emily considerata la brutta reputazione diffusa in rete pur di proteggere la facciata di famiglia perfetta, è vero che Emily e Gabriel si sono innamorati fin dal primo momento ma hanno messo da parte la propria felicità e hanno cercato di andare avanti pur di non ferire altre persone, cosa da non fare mai, meglio una brutta verità che una falsa realtà protratta nel tempo solo per “non ferire”.

Alla fine dei conti i nodi vengono al pettine e sfuggire alla realtà si rivela sempre deleterio non soltanto per se stessi ma anche per coloro che avremmo tanto voluto proteggere.

Okay, alla fine Gabriel ed Emily hanno comunque deciso di dare il via ad una storia d’amore quindi riscontriamo una verità nei TikTok diffusi dal fratello di Camille ma il motivo dell’annullamento del matrimonio non è riconducibile, principalmente, a quei sentimenti nascosti quindi delle scuse sarebbero state doverose.

La questione Camille diventa ancora più spinosa e imbarazzante perché Gabriel si ritrova a dover cedere il proprio letto all’ex fidanzata, ex futura moglie ma futura madre del proprio figlio e alla donna per cui non solo è stato lasciato ma con cui è pure stato tradito.

Va bene tutto, le famiglie allargate sono belle, vedere quanto Gabriel sia dolce e premuroso nei confronti di entrambe le ragazze è proprio una carezza gentile in un mondo in cui omofobia e pregiudizi sono all’ordine del giorno però, per come la vedo io, dovrebbero semplicemente avere due case diverse, anche molto vicine, in modo da vivere in pace le proprie relazioni e, al tempo stesso, crescere il bambino insieme in totale armonia.

Un po’ esagerata la reazione di Emily nel definire quasi un harem quella convivenza ma credo sia stata dettata dalla gelosia e non da un vero senso di fastidio nei confronti della situazione.

Veniamo ai punti più importanti di questi primi tre episodi della quarta stagione di Emily in Paris:

  • Gabriel ed Emily sono finalmente, forse non ancora ufficialmente, una coppia e io, ancora adesso, non ho una ship ben definita, mi piacevano Alfie ed Emily insieme, mi son sempre piaciuti Gabriel ed Emily insieme ma, forse l’hype è calato, non hanno saputo mantenere troppo bene la tensione tra i personaggi e, alla fine, non tifo particolarmente per nessuna delle due coppie. Apprezzo molto di più Gabriel con la nostra protagonista ma, al tempo stesso, mi dispiace tantissimo per Alfie che voleva riprendersi la propria ragazza e si è ritrovato solo ma anche illuso e deluso, non è passato molto tempo tra la fine della relazione e la scena della carrozza tanto alla Bridgerton eppure Emily l’ha già dimenticato. Non deve essere facile da accettare, soprattutto dopo aver rivelato le proprie paure in merito. L’indecisione di Emily tra i due ragazzi sarà davvero finita qui?
  • Sylvie resta e resterà per sempre il mio personaggio preferito e, forse, il più iconico dell’intera serie. Fa di nuovo coppia a tempo pieno con il marito che, devo dire, è adorabile con lei ed è un suo super supporter e vedere come l’ha sostenuta e amata nel post intervista bomba contro Louis De Leon è stato bello forse ancor di più perchè inaspettato. Non so come mai ma la mia versione cinica ha creduto che l’avrebbe attaccata per avergli rovinato i progetti di business e invece mi ha piacevolmente stupita. Non ho mai avuto dubbi su Sylvie, ho saputo fin da subito che avrebbe rilasciato delle dichiarazioni in merito al “guardaroba segreto” in cui tutte, o comunque la maggior parte delle dipendenti, delle modelle, etc…hanno subito attenzioni non gradite e vere e proprie molestie dal proprio datore di lavoro, Sylvie compresa.
  • In questa situazione Mindy ha svolto un ruolo centrare, se non fosse stato per la sua permanenza all’interno del guardaroba, Emily non avrebbe potuto riferire a Sylvie che le molestie erano ancora all’ordine del giorno e non soltanto un “fenomeno” del passato. Santa moda e santa Mindy. Mi fa giusto un po’ pena il figlio di quel molestatore che non riesce a credere alla realtà e pensa che il padre sia comunque innocente.
  • Lo so, non è una questione di vita o di morte ma non posso far finta di niente…il ballo in maschera per me significa solo TVD e, tra l’altro, le maschere indossate da Gabriel ed Alfie somigliano tantissimo a quelle indossate da Stefan e Damon nella 2×07 e la piccola bimba dei fratelli Salvatore ha rischiato grosso.

Questi primi tre episodi della quarta stagione di Emily in Paris sono sicuramente stati fonte di intrattenimento ma la serie nel corso delle stagioni sta perdendo smalto e se non fosse per i look dei nostri protagonisti, per l’ironia di Luc, il cinismo tagliente di Sylvie, i triangoli amorosi e la cornice di Parigi non credo che ci sarebbe molto di cui parlare.

Continua a piacermi e deve essere vista come una serie tv leggera, fatta per divertire e intrattenere, non è mai stata un capolavoro e non lo sarà mai però fa compagnia ed è piacevole, solo sta diventando meno bella del solito. Tranne alcune eccezioni per personaggi, scelte di scrittura, come, ad esempio, la decisione di inserire la questione Louis De Leon, le campagne pubblicitarie, il far entrare all’interno del mondo del marketing anche chi non ne fa parte e il coraggio di far affrontare a Camille una situazione senza subirla incastrandosi in una vita che non ha mai davvero voluto.

Per questi primi tre episodi di Emily in Paris il mio voto è 7 e mezzo.

Nei prossimi giorni potrete anche leggere la recensione degli ultimi due episodi della prima parte della quarta stagione di Emily in Paris a cura della nostra Giada.

La meraviglia di questo ballo!

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Irene

Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.

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