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I Medici 3 – Nel nome della famiglia | Recensione prima serata

Ciao ragazzi e benvenuti finalmente nell’attesissimo appuntamento con la recensione de ‘I Medici 3 – Nel nome della famiglia‘.

Prima di cominciare a parlare di questa prima serata, che ha visto approdare su Rai Uno i primi due appuntamenti della stagione, ci tengo a dire un paio di cose, una delle quali sono certa che vi interesserà in particolar modo.

Questa stagione infatti, è a me molto cara, in quanto ho avuto modo di veder recitare alcune scene, conoscere gli attori, aggirarmi nei luoghi del set e toccare con mano i costumi di scena. Insomma, ho avuto modo di vivere I Medici 3 a trecentosessanta gradi e questo ha fatto sì che il mio livello di hype per l’inizio della serie fosse praticamente alle stelle, ma non solo. Sul set infatti, ho pensato anche a tutti voi che mi seguite sempre con affetto, ed ho richiesto una bottiglietta d’acqua esclusiva, che non potete trovare da nessuna parte se non nel giveaway al quale abbiamo dato il via proprio ieri, con l’anteprima mondiale della serie. Il Giveaway mette in palio una box esclusiva dedicata alla famiglia più amata d’Italia che contiene non solo la bottiglietta di cui vi ho già parlato, ma anche il dvd della seconda stagione ed una copia di Style Magazine di Settembre 2018, dedicata a Daniel Sharman nei panni di Lorenzo il Magnifico.
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Ora che ho fatto queste piccole precisazioni, possiamo finalmente partire con la recensione dei primi due episodi de I Medici 3 – Nel nome della famiglia: Sopravvivenza e I Dieci.

Recensione I Medici 3
Recensione I Medici 3 – Nel nome della famiglia

Sopravvivenza si apre già in modo piuttosto sanguinolento, uccidendo una donna di fronte a suo figlio. Donna, che si scoprirà essere niente meno che la madre di un Medici: il figlio di Giuliano.

La figura di Giuliano, è forse il filo conduttore dell’episodio, e della trama di questa stagione, ed è particolarmente simbolico che abbiano voluto cominciare questa terza ed ultima stagione svelandoci l’esistenza di suo figlio, del suo successore: colui che può portare avanti ciò che a Giuliano è stato strappato con tanta violenza e cattiveria, in nome dell’odio.

È già passato un po’ da quel 26 aprile 1478 ma quel terribile momento è ancora vivo per Lorenzo e la sua famiglia, così come lo è per Riario, l’unico dei colpevoli della congiura ad essere ancora in vita. Questa voglia di vendetta da parte di entrambi, alimentata dal ruolo che il Papa ha avuto nella congiura e che non vuole ammettere, cercando invece in Lorenzo la redenzione, porta non pochi problemi per Firenze e per la stessa famiglia Medici che, oltre a dover trovare il modo per salvare la propria città, senza però sottostare a condizioni per loro inaccettabili, si vede anche attaccata nei suoi momenti più deboli, come quello del complicato parto di Clarice.

È chiaro da questi primi due episodi che, anche questa volta, è il potere ad essere al centro della storia, un potere che richiede un costo che Lorenzo e Riario non hanno paura di pagare. In particolare quest’ultimo sembra essere deciso a sterminare la famiglia Medici, comprese donne e bambini, cominciando dal piccolo Giulio. Non mi è particolarmente chiaro come facesse a sapere della sua esistenza, considerando che nessun altro sembra aver mai sentito parlare di lui, ma questo ha portato la prole di Giuliano a palazzo Medici, al fianco di suo zio e della sua famiglia, regalando a noi quella parte di Giuliano che ci è stata strappata e che abbiamo potuto rivivere grazie ai flashback. Flashback che servono anche ad accompagnare Lorenzo nelle sue scelte, guidandolo come forse solo Giuliano sarebbe stato in grado di fare.

Apprezzo molto questo voler mantenere in vita Giuliano, dandogli un posto nella storyline nonostante la storia abbia avuto altri piani per lui, e sono curiosa di scoprire in che modo Giulio riuscirà a prendere il posto di suo padre al fianco di Lorenzo, soprattutto ora che ha manifestato la sua volontà di vendicare la morte di sua madre, cosa che sono certa riuscirà a fare.

Un altro tema ricorrente in questi primi due episodi è inoltre l’esistenza di Dio. Se nella scorsa stagione l’esistenza di Dio non è mai stata messa in dubbio, in questa cominciamo ad avere degli elementi che portano i nostri protagonisti a domandarsi se, effettivamente, esiste un Dio e, qualora esistesse, perché sembra girarsi dall’altra parte quando nel mondo accadono cose terribili, come quella accaduta alla famiglia Medici quel terribile 26 Aprile. Ad alimentare queste domande, e questi dubbi su ciò che fino a quel momento era sempre stata una certezza, c’è l’arrivo di Leonardo Da Vinci, un uomo colto, che vede l’uomo in modo più scientifico di quanto Lorenzo abbia mai fatto, portandolo a domandarsi dove sia la verità. Ma se la fede di Lorenzo dovesse vacillare, questo potrebbe portare anche il suo rapporto con Clarice a fare lo stesso, in quanto lei è da sempre una donna devota, che crede nel signore e nelle sue opere.

La guerra che Lorenzo ha dichiarato alla chiesa, probabilmente è anche una sorta di metafora per la guerra interiore con la sua religione, nonostante Girolamo Savonarola abbia chiaramente detto al nostro Magnifico che c’è una grande differenza tra Dio e gli uomini che dicono di esserne la voce. Ma la storia ci insegna che le cose con Girolamo non saranno tutte rose e fiori, il che mi porta a non scartare questa visione delle cose.

Nel complesso, la stagione si dimostra molto più adulta rispetto alla precedenza, e non solo nell’aspetto dei nostri protagonisti che hanno un trucco diverso, mirato a volerli invecchiare, ma anche nelle responsabilità e nelle storyline. In questi primi due episodi non c’è più la spensieratezza che abbiamo visto nei primi della scorsa stagione (insomma, nonostante tutto, i nostri giovani Medici riuscivano comunque a divertirsi, e ad ubriacarsi) ma sentiamo sin da subito il peso della città gravare sulle spalle di Lorenzo, e di tutto ciò che le sue scelte comportano.

Tra una guerra e l’altra, ritroviamo volti che conosciamo (come Carlo, finalmente ed inaspettatamente libero) e ne incontriamo di nuovi, come quello di Tommaso o di Vanni, ad esempio. Ogni personaggio va ad arricchire una trama che funziona e che cattura lo spettatore, incollandolo allo schermo e facendo sembrare gli episodi più corti di quanto siano in realtà. Nonostante la stagione sia stata pubblicizzata decisamente molto poco, soprattutto in confronto alla seconda, ci troviamo di fronte ad un prodotto di ottima qualità, che si riconferma uno dei prodotti italiani più validi degli ultimi anni.

Devo ammettere però che ci sono piccole cose che non mi sono piaciute e che hanno intaccato un po’ la visione di questa serie. Ho trovato infatti che la narrazione fosse un po’ troppo veloce, e non solo a causa della sensazione che gli episodi dovessero durare di più (insomma, dopo tutta questa attesa, è fin troppo normale!) ma proprio come se gli avvenimenti fossero un po’ troppo affrettati, ed infatti I Dieci comincia con un breve riassunto di ciò che sta accadendo, per darci un breve quadro di quanto sta accadendo, prima di catapultarci già nel pieno dell’azione: ogni cosa è già successa, e noi ne vediamo solamente le conseguenze. Questo è probabilmente dovuto al fatto che a breve andremo avanti di diversi anni (Maddalena è nata in questo episodio ma sappiamo bene che sarà già abbastanza grande nel corso della stagione) e che i produttori hanno avuto solamente 8 episodi per poter finire di raccontare una storia tanto complessa come quella de I Medici, ma questa fretta si percepisce e rovina un po’ un prodotto che altrimenti funzionerebbe ancora meglio. Non ho apprezzato particolarmente neanche la breve apparizione di Alessandra Mastronardi. Mi scuso in anticipo con i suoi fan ma, forse a causa del pessimo doppiaggio, non sono riuscita a godermi le poche scene in cui ha fatto la sua comparsa sullo schermo. Non è una doppiatrice e forse questo la penalizza molto, quindi aspetto di vedere la serie in lingua originale per ricredermi, ma al momento purtroppo non sono rimasta entusiasta dalla sua interpretazione.

Si riconfermano invece un ottimo team, Synovve e Daniel, che continuano ad avere una chimica pazzesca e riescono a farci appassionare alla loro storia, nonostante sappiamo bene come andrà nei prossimi episodi.

Daniel, anche quest’anno, è un perfetto Lorenzo il Magnifico e riesce, con il suo sguardo magnetico e tormentato, a trasmetterci i pensieri e le sensazione di Lorenzo, aiutandoci ad empatizzare con lui anche nei momenti in cui, forse, ci viene difficile farlo.

Nel complesso comunque, questi primi due episodi mi sono piaciuti ed hanno soddisfatto le mie aspettative. Sono molto curiosa di vedere come la storia proseguirà e come troverà il suo punto finale, e spero di poterlo fare insieme a voi, fino alla fine. Mi piacerebbe anche raccontarvi qualche piccolo aneddoto dal set, qualora ci fossero scene alle quali ho assistito, o curiosità che posso raccontarvi; fatemi sapere se vi farebbe piacere e soprattutto se siete d’accordo oppure no con la mia recensione de I Medici 3 – Nel nome della famiglia lasciando un commento qui sotto, oppure sulla nostra pagina Facebook.

Io vi do appuntamento a domani con una nuova recensione di I Medici 3 – Nel nome della famiglia e vi lascio una meravigliosa gif del nostro magnifico Daniel Sharman, per aiutarvi ad ingannare l’attesa che ci separa dall’episodio di questa sera!

Veronica.

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