Il filo invisibile – Recensione
Il 4 marzo 2022, è uscito su Netflix il Il filo invisibile e questa è la nostra recensione! Non preoccupatevi degli spoiler, perché non ce ne saranno. Siete pronti? Cominciamo!
Il filo invisibile: la recensione
Se pensate quale sia il significato della metafora legata al filo invisibile solo dopo aver visto il trailer, vi sbagliate.
Il protagonista, Leone, è un giovane ragazzo nato in California da una donna di nome Tilly, che ha aiutato Simone e Paolo a diventare genitori. Leone è in seguito cresciuto proprio con loro due in Italia, facendo direttamente esperienza delle lotte che hanno dovuto affrontare per ottenere i loro diritti. Nel presente, Leone sta realizzando assieme al suo migliore amico Jacopo un video per la scuola in cui racconta la sua storia, mentre la sua famiglia sta affrontando un momento difficile e lui sta cercando di conquistare una sua compagna di classe, Anna.
Il film in generale mi è piaciuto, anche se forse non ho apprezzato particolarmente il finale. I pregiudizi non vengono affrontati solo da Simone e Paolo in quanto appartenenti alla comunità LGBTQ+, ma anche da Leone, che al contrario dei genitori è etero e questo sembra strano allo sguardo indiscreto della gente, mostrando un ribaltamento dei ruoli significativo. Questi temi vengono affrontati in maniera delicata, ma anche divertente, complici anche i colpi di scena coinvolgenti che ravvivavano la trama.
Il filo invisibile è quello che unisce ognuno di noi. I rapporti che intrecciamo con le persone sono quello che veramente conta, perché è grazie a quelli che conosciamo gli amici, i compagni di vita, i nostri mentori. Il messaggio che il film cerca di veicolare è questo: la famiglia non esiste solo perché fra i membri di essa intercorrono dei rapporti biologici, ma per scelta, perché i partecipanti ad essa si vogliono bene ed è per questo motivo che può anche venire a crearsi con chi non condivide il nostro stesso sangue.
La bravura di tutti gli attori che hanno partecipato all’opera è innegabile, ma vorrei anche far notare la competenza dei più giovani, fra i quali spicca Francesco Gheghi, che già in Mio fratello rincorre i dinosauri aveva dato prova della sua validità.
L’articolo finisce qui, fateci sapere se vi è stato utile qui sotto nei commenti o sulla nostra pagina Facebook e se avete visto Il filo invisibile! Passate anche dal nostro profilo Instagram, se vi va.
Erica
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