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IT Capitolo 2 – Recensione

Uscito nelle sale italiane lo scorso 5 Settembre, IT: Capitolo 2 ha dominato il Box Office, piazzandosi al primo post dei film più visti in Italia, sin dal primo giorno.

Non è un segreto infatti che il sequel del pagliaccio assassino più famoso del mondo fosse uno dei film più attesi dell’anno.

IT Capitolo 2

Prima di cominciare a parlare di questo secondo capitolo, ci tengo a fare un appello a tutti voi che amate il cinema e vi radunate nelle sale per vedere i vostri film preferiti:

Rispettate il prossimo

Mi capita troppo spesso infatti di andare al cinema e ritrovarmi tra gente che parla continuamente, sbadiglia rumorosamente, risponde al telefono, ecc ecc ed ho scoperto che purtroppo non sono l’unica a cui capita di continuo ma sembra che la situazione stia sfuggendo di mano un po’ ovunque nell’ultimo anno.

Chiedo quindi, a tutti quelli che mi stanno leggendo, di tener conto del fatto che il cinema deve essere un piacere per tutti e che bisogna avere rispetto di chi compra il biglietto per seguire il film e non per ascoltare i borbottii dei vicini di posto. E se, spero, voi siete tra quelli che non lo fanno e che condannano questo tipo di comportamento, fatevi sentire. Riprendete chi parla, informate gli addetti del cinema. Guardare un film in silenzio, al cinema, dovrebbe essere la normalità e non è possibile che questa regola venga infranta praticamente ad ogni proiezione.

Chiusa questa piccola parentesi (che purtroppo riguarda molto da vicino la mia visione al cinema di IT: Capitolo 2) cominciamo a parlare di questo attesissimo film.

IT: Capitolo 2

Come affermato dallo stesso Muschietti, regista della trasfigurazione cinematografica di IT, questo secondo capitolo non deve essere pensato dagli spettatori come un sequel bensì come la seconda parte di uno stesso, lunghissimo film.

La pellicola infatti, proprio come nel famosissimo romanzo di Stephen King, del 1986, comincia il suo racconto 27 anni dopo che il club dei perdenti è riuscito a sconfiggere Pennywise, promettendo di tornare a Derry per combatterlo di nuovo, qualora ce ne fosse bisogno.

Ad aprire le danze in questo secondo capitolo è forse la scena più spaventosa dell’intero film: la violenza, da parte di un gruppo di adolescenti, ad una coppia omosessuale.
La crudele realtà che si cela dietro a quanto abbiamo visto, le azioni terribili che gli uomini sono capaci di compiere e che eguagliano quelle compiute da un mostro come Pennywise, la rendono terribile in ogni suo aspetto. Il male non è solo dietro ad una maschera da clown ma è anche nelle azioni terribili di persone ignoranti e cattive, e purtroppo queste ultime non fanno parte della nostra fantasia ed infatti, per chi non lo sapesse, quanto proposto nella pellicola non è altro che un evento di cronaca nera avvenuto durante la stesura del romanzo, che colpì profondamente King.

Tornando a Pennywise, ho trovato che la sua presenza non sia stata sfruttata al massimo all’interno di questo secondo capitolo. Bill Skarsgård ha riconfermato la sua bravura nel vestire i panni del clown più famoso del mondo ma le sue apparizioni sono state quasi marginali, offuscate dalla storia del club dei perdenti ritrovati. Un po’ come nel moderno Stranger Things (che si ispira spesso al famoso romanzo di King) non è il male ad essere al centro della narrazione ma il legame tra i perdenti.
Il terrore così, è un elemento mancante in IT: Capitolo 2, soprattutto se messo a confronto con il primo capitolo, che è stato in grado di terrorizzare le sale del mondo intero.

IT Capitolo 2

Anche nel 2017 ho tessuto le lodi del Pennywise di Skarsgård ed è anche per questo che avrei voluto avesse maggior screen-time e che i momenti di terrore da lui provocati non si fermassero soltanto a dei jumpscare sparsi qua e là che, dopo metà pellicola smettono di essere spaventosi quanto dovrebbero.

Lo scorso hanno, scrivevo:

Trovo che il film funzioni benissimo sin dall’inizio, seppur diverse volte abbia desiderato di avere “più Pennywise“; le sue apparizioni sono mirate e hanno l’intenzione di far saltare, letteralmente, dalla sedia, cosa in cui sono riusciti perfettamente.

Quest’anno trovo che la riuscita non sia stata altrettanto perfetta ma questo non rovina un film che ha avuto tantissimi collegamenti con la prima parte ed ha riportato, negli adulti, le paure che avevano sin da bambini, dimostrandoci che certe non ci abbandonano mai.

Anche nelle scene finali, ciò che li porta ad ‘affondare’ un momento prima di risalire, sono le paure e le insicurezze che avevano da bambini, paure che ancora una volta riescono a sconfiggere restando uniti.

È proprio l’unione infatti ad essere alla base di questo film. Non è Pennywise ad essere protagonista di IT ma l’amicizia che lega i perdenti. Amicizia che vediamo anche negli ultimi momenti del film con due sacrifici: quello di Stan e quello di Eddie.

Il primo, avvenuto ad inizio film, si scopre essere un puro atto di altruismo: Stan si toglie la vita non per paura ma spinto dalla consapevolezza che, restare vivo ma non riuscire a tornare per affrontare IT significherebbe la morte di tutti i suoi amici.

Il secondo, per salvare la vita del suo migliore amico. Su quest’ultimo c’è anche un piccolo appunto da fare: alla fine del film infatti, abbiamo scoperto che il segreto, più volte citato da Pennywise, di Richie non è altro che il suo amore per l’amico che gli ha salvato la vita, pagando con la sua.

È stato subito chiaro che Richie fosse molto più addolorato degli altri per la morte di Eddie, ma solo sul finale ci viene spiegato chiaramente il reale motivo che spiega anche il perché Pennywise ne fosse a conoscenza: come spiegato dallo stesso Muschietti, questo è dovuto al fatto che questo aspetto facesse parte delle paure di Richie.

Nel complesso il film mi è piaciuto molto ma ho trovato che fossero troppi i momenti di ilarità dei protagonisti che, seppur siano stati utili per aiutarci ad alleggerire la tensione e a farci affezionare maggiormente ai protagonisti adulti, nel corso della pellicola hanno finito per stonare, soprattutto nell’ultimo momento tra Eddie e Richie, divenuto quasi grottesco.

Nonostante qualche dettaglio che ha reso IT: Capitolo 2 meno riuscito del precedente, a parer mio, Pennywise si riconferma ancora una volta il protagonista assoluto dei nostri incubi.

Meraviglioso inoltre il cameo di Stephen King, che di sicuro ha colpito al cuore degli appassionati.

E voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere lasciando un commento qui sotto, oppure sulla nostra pagina Facebook!

E vi ricordo, ancora una volta:

Veronica.

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.