Movieland: obviously no spoiler – La Treccia
Come sapete, ci tengo a proporvi film che non sono i canonici che tutti guardano con entusiasmo al cinema, ma cerco di andare, spesso con difficoltà, più nel particolare. Agosto è un mese odioso, perché gran parte delle produzioni, giustamente, sono ferme, ma allo stesso tempo molto fruttuoso, perché svariati cinema ripropongono qualche vecchio film in sala e io ho avuto il piacere di vedere, o meglio recuperare, La Treccia.
La Treccia
La Treccia è un film tanto straordinario quanto difficile, che unisce tre storie, in tre parti diverse del mondo, riuscendo a cogliere il bello e il brutto degli aspetti culturali e personali dei tre Paesi. Abbiamo il Canada, con i suoi problemi di stacanovismo lavorativo: per essere produttivi e arrivare al successo bisogna dimenticarsi di avere una vita. L’Italia con il suo feroce pregiudizio nei confronti degli immigrati e allo stesso tempo il giudizio di Paese nei confronti di chi si avvicina con sincerità a loro. L’India con un feroce classismo e la spinta della religione in grado di far superare qualunque difficoltà, ma allo stesso tempo compiere gesti estremi.
Durante la visione divampa l’emozione, tre donne vengono messe di fronte a tante difficoltà e il loro modo di lottare contro tutto e tutti è un esempio per il mondo. Le tre storie si eguagliano in potenza, difficile scegliere quella che mi ha regalato più emozioni, ma, chiaramente, mi sento più vicina al racconto italiano vivendolo quotidianamente anche se in modo esponenzialmente diverso.
Doverosa piccola menzione per Fotinì Peluso: lei è un’attrice straordinaria che mi auguro vivamente di ritrovare in molti più film italiani perché questa ragazza ha dimostrato non solo di essere brava, ma anche internazionale.
La Treccia dunque è un film che consiglio caldamente anche solo per capire il pensiero di altre due culture che sono distanti da noi: più si succedono gli eventi, più si sente un diverso flusso di pensiero tra le scelte che vengono prese dai personaggi. Proprio questo mi ha incuriosito della pellicola e delle due ore passate in sala non ho mai sentito il bisogno di distrarmi, ma, al massimo, di volerne sapere tanto di più.
Come dico sempre, fatevi del bene e andate al cinema a vedere questo film, anche un po’ italiano.
Sara