Libro di Filippo: Pedro Alonso esordisce come scrittore
Libro di Filippo, a breve, in arrivo in Italia il primo libro di Pedro Alonso, il famoso Berlino de “La casa di carta”.
Il libro d’esordio dell’attore è uscito in Spagna lo scorso aprile aprile, recentemente in Perù, precedentemente in Argentina, Uruguay, Messico e, grazie al forte desiderio di Elisabetta Sgarbi, l’edizione italiana verrà pubblicata per La Nave di Teseo il 19 novembre.
Pedro Alonso sostiene che il protagonista, Filippo, sia una versione di se stesso proveniente dal passato in cui era un soldato romano:
Anche se racconta la storia di un soldato romano il cui viaggio in Oriente e l’incontro con un leader ribelle gli cambiano la vita, il Libro di Filippo è stato pubblicato in Spagna come non-fiction. Diciamo che come scrittore non invento.
Da dove ha avuto origine, quindi, l’idea su cui è basato il libro?
Nel corso dell’intervista per La Repubblica, da cui sono tratte tutte le dichiarazioni dell’attore presenti in questo articolo, Alonso ha affermato quanto segue:
Tatiana Djordjevic, la mia compagna, è tra le altre cose un’ipnoterapeuta e mi ha dato accesso a una vita passata in cui ero Filippo. Il corpo centrale è quasi la trascrizione di ciò che ho visto nella prima delle regressioni che ho fatto.
Si potrebbe pensare che l’esperienza de “La casa di carta“ possa aver influito nella scrittura ma, a quanto pare, non è affatto stato così:
Per niente. Anche se capisco la tentazione di fare collegamenti. Se vuoi puoi trovarli, si dice che non esistano più di sette, forse otto tipi di storie. Il Libro parla dell’arrivo di un figlio dell’Impero in una società in fermento di fronte agli affari in corso tra Roma e i padroni locali a scapito della maggioranza. Forse La casa di carta, il Libro e il nostro presente da questo punto di vista coincidono.
Sorge spontanea la domanda in merito a quale creativo sia nato per primo in Alonso tra attore, scrittore e pittore:
La base del mio modo di lavorare è in una certa misura la pittura. Dipingo per recitare, quando studio e quando scrivo. E’ una forma di ricerca che mi aiuta a tenere il mio radar aperto. Quando dipingo con Tatiana firmiamo il nostro lavoro congiunto come Magù: di Magù sono tutte le immagini che si trovano nel libro.
Il Libro di Filippo sprona anche a ripensare ai propri schemi ma l’autore in che modo avrà imparato a seguire il suo stesso consiglio?
La mia ricerca personale e il mio lavoro sono a un bivio. Il progetto che dirigerò il prossimo anno parlerà di questo percorso nella percezione che, mentre cerca di andare avanti in modo rinnovato, guarda sempre più indietro. Quando dico meditazione, Buddhismo o pittura, intendo il mio interesse per le tecniche che dall’alba dei tempi hanno cercato di aprirsi un rapporto con il mondo che non sia strettamente razionale. Il pensiero ha dato all’uomo grandi scoperte, ma pare che il “solo pensiero” generi ogni tipo di mostro e nevrosi.
Insomma, un uomo dalle grandi capacità artistiche in ogni forma in cui l’arte possa essere definita.
Leggerete il Libro di Filippo?
Irene
Fonte: La Repubblica