Movieland: obviously no spoiler – Fremont
Fremont è una carezza al cuore. In questo episodio di Movieland: obviously no spoiler, parleremo di un prodotto cinematografico semplicemente eccellente. Fremont ti stringe in un caldo abbraccio e non ti lascia fino a che non appaiono i titoli di coda. Semplicemente magistrale.
Fremont
Donya è una rifugiata afghana che, dopo essere stata una traduttrice per l’esercito degli Stati Uniti in Afghanistan, si è trasferita in California, precisamente a Fremont. All’inizio della vicenda, la donna lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna per un grande ristorante cinese e vive negli Stati Uniti da otto mesi.
La storia è semplice: per un’ora e trenta veniamo rapiti dal racconto di una ragazza che dopo un vissuto traumatico emigra dal suo Paese e cerca di ricostruirsi una vita lontano dalla famiglia e dai suoi affetti. La pellicola mette in risalto le difficoltà dell’emigrazione e della discriminazione di genere, rappresentando la solitudine in modo assolutamente innovativo. Fremont è il racconto di un percorso, non ha grandi picchi di adrenalina, ma le parole e le inquadrature ti coccolano dolcemente. Anche se spesso diventa un po’ lento e ripetitivo è tutto così ben rappresentato e costruito che non si percepisce la pesantezza.
La semplicità vince su tutto. Mi sono sentita partecipe di un processo di miglioramento, delle difficoltà non dette di una ragazza visibilmente sofferente e sono stata accarezzata dalle parole del terapeuta che, nonostante a tratti irreale, da un immagine molto positiva della terapia che non è il banale curare un sintomo con un farmaco.
Una denuncia emozionante, una rappresentazione del mondo con le sue luci e le sue ombre (infatti il film è stato girato completamente in bianco e nero), persone gradevoli altre meno. Amore e amicizia, lavoro e vita sociale, Fremont è un saggio che spiega come si possa far filtrare emozione pura senza grandi gesti tecnici o trame intricate. Un film che ha ben chiaro un messaggio e sa esattamente come filtrarlo attraverso le immagini e gli occhi degli interpreti.
Nel mondo che vorrei il cinema è semplicemente questo.
Sara