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Mr. Mercedes – Recensione 1×06

Con People in the Rain”  siamo giunti al sesto di dieci episodi che comporranno la prima stagione di Mr. Mercedes e, non mancando molto alla fine, mi sarei aspettata delle vicende decisamente più movimentate anche se, nel complesso, l’episodio mi è piaciuto così come tutti gli altri.

La storyline del detective e dei personaggi a lui collegati non ha avuto chissà quale passo in avanti, ma ci sono alcune cose degne di nota di cui parlare, quindi partiamo proprio da queste!

Proseguono le ricerche sul killer che ossessiona il nostro Bill Hodges, ma tralasciando le nuove e scarse informazioni ottenute sui furti senza scasso ai tempi della strage, non ci sono novità rilevanti.
Ironicamente, mentre indaga sul caso delle auto rubate, Bill si ritrova proprio dinnanzi alla casa di Mr. Mercedes pur non sapendolo e devo dirlo, avrei tanto desiderato un Brady che, proprio in quel momento, si trovasse ad uscire di casa e da ”buon cittadino” aiutasse il caro detective. Sarebbe stato assolutamente esilarante!

Mettendo da parte i miei irrealizzabili desideri, torniamo a parlare di Bill e, più nello specifico, della storia che lo vede protagonista con sua figlia e che ci viene mostrata tramite flashback. Credo che, per quanto riguarda il suo personaggio, sia l’unico elemento effettivamente importante di quest’episodio: a causa dell’infarto avuto dalla madre di Janey, si ritrova in ospedale con la sottoscritta e proprio lì fa conoscenza della restante famiglia. Tra i presenti alquanto pesanti, c’è però una figura di spicco ossia Holly Gibney, la cugina di Janey interpretata da Justine Lupe. La ragazza, chiaramente affetta da qualche disturbo, è l’unica che riesce a legare con il detective che, a sua volta, riesce a tranquillizzarla e a parlare con lei in un momento di crisi. L’importanza di Holly non si limita esclusivamente alle informazioni su Olivia che riesce a dare al detective, la ragazza sblocca una sorta di senso paterno in Bill che lo riporta a ripensare a sua figlia e ad alcuni momenti vissuti con lei.

Tramite ai flashback accennati poco fa, scopriamo qualcosina in più sulla storia di sua figlia Denise: abusando di droga e di alcol, non faceva che recare problemi in famiglia fino a quando, un giorno, non venne arrestata per guida in stato di ebrezza, possesso di droga e oltraggio a pubblico ufficiale. Il padre, seppur in grado di fare qualcosa, prese l’ardua decisione insieme a sua moglie di far processare comunque la figlia e mandarla in carcere. Non conosceva altro modo per tenerla al sicuro ormai, dopo averla vista in punto di morte per overdose più di una volta. Mi auguro che la storia continui ad essere raccontata tramite altri flashback nei prossimi episodi perché mi ha interessata parecchio e voglio decisamente saperne di più. Credete che Denise risponderà, prima o poi, alle chiamate del padre? In questo sesto episodio lo abbiamo visto lasciarle un altro messaggio in segreteria per il suo compleanno, sembra davvero intenzionato a volersi riavvicinare a lei.

Contemporaneamente, neanche la storyline dell’altro protagonista è stata granché: quel Brady Hartsfield che ad inizio episodio ha montato una sorta di aggeggio che ero curiosa di sapere a che cosa sarebbe servito, si ritrova per tutto il tempo ad andare alla ricerca della madre che, dopo esser stata in casa per due anni senza aver guidato e con gravi problemi di alcolismo, decide di prendere proprio quella mattina l’auto e andare a farsi un giro in città, quell’auto contenente proprio l’aggeggio super pericoloso accennato poco prima. L’unico progresso per il nostro killer è stato quello di aver seguito Bill all’ospedale e di aver fatto qualcosa quando quest’ultimo ha chiuso la sua auto, non si sa bene cosa ma sono sicura che avremo i risultati di questo suo gesto nei prossimi episodi.

Sono sempre stata piuttosto critica nei confronti di Deborah Hartsfield, soprattutto per gli abusi sessuali su suo figlio. Non intendo cominciare a giustificarla adesso anche perché non esiste giustificazione per tali gesti, ma in questo sesto episodio ho provato un po’ di compassione per lei. Ormai sobria ha voluto darsi una possibilità, voleva riottenere il suo vecchio lavoro, voleva ricominciare a vivere, ma le cose non vanno proprio come previsto in primis perché incontra Chaz Chapman, un suo vecchio amico/amante che non fa altro che trattarla come la solita alcolizzata senza alcuna speranza nonché oggetto sessuale. In secondo luogo, suo figlio Brady non migliora la situazione perché, una volta tornata a casa, la persuade con i suoi discorsi assolutamente sbagliati e la spinge nuovamente a bere, così da tenerla sotto controllo e buona buona a casa come un cane fedele. Quest’episodio quindi mi ha fatto fortemente desiderare un riscatto per il personaggio di Deborah. Chissà se, prima o poi, ci sarà!

Bene merceniani, anche questa volta siamo giunti alla fine della recensione. Nella speranza che il prossimo episodio sia molto più elettrizzante di quest’ultimo, vi do appuntamento alla prossima settimana con la recensione di ”Willow Lake”!

                                                                                                                                    – Federica. 

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.