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Orange Is The New Black – Recensione 7×05

Ciao a tutti ragazzi e bentrovati in una nostra nuova recensione di Orange Is The New Black! Piano piano e con calma sto guardando tutti gli episodi in modo da gustarmi questa stagione episodio dopo episodio, senza nessuna fretta. Nonostante la calma con cui sto seguendo la serie devo dire che siamo già arrivati alla 7×05 e a me sembra di aver visto ieri il pilot. Comunque, in questo episodio di Orange Is The New Black, intitolato Minority Deport, ho assistito ad un vero e proprio incubo ad occhi aperti.

Se qualche recensione fa la mia partner in crime Martina (sempre la santa donna che condivide e revisiona le mie recensioni) vi aveva detto che era stata fortunata a non commentare una scena di Badison altrimenti avrebbe sproloquiato, oggi vi tocca ascoltare me perché dall’alba dei tempi uno dei miei personaggi preferiti è sempre stato ALEIDA DIAZ. Voglia di piangere ne abbiamo?

Non posso non iniziare da lei che è stata il fulcro di questo episodio, un episodio straziante a tutti gli effetti e in buona parte perché ci è stata spiegata la vita proprio di Aleida. Ho perso il conto di quante volte in cinque recensioni io e Martina abbiamo detto che avremmo voluto attraversare lo schermo per interagire con i personaggi. Non importa che fosse per abbracciarli o per rimproverarli. Anche questa volta non è diverso. Questo è il caso in cui avrei voluto attraversare lo schermo e prendere a testate la madre di Aleida che l’ha costretta a prostituirsi. Io avevo i brividi quando le ha detto:

Se ti vuole pizzicare lascia che ti pizzichi.

Avrei voluto abbracciare la mia Diaz quando era nel sedile posteriore, ammanettata e stava per essere scortata in prigione. Forse in quest’ultimo caso avrei voluto anche sgridarla, dopo il discorso che le ha fatto la figlia Eva e dopo le parole di Daya. Tutto ciò forse non poteva e non doveva succedere, ma nei suoi occhi ho letto chiaramente che sapeva in che guaio si era cacciata. È stato un episodio molto strano per quanto mi riguarda, almeno la parte legata ad Aleida, perché abbiamo sentito da Daya o comunque dalla stessa Aleida la storia dei suoi genitori, in particolare quella del padre, e almeno a me è sembrato come se la nostra Diaz avesse ripercorso gli stessi passi di entrambi rimanendo un po’ bambina.

La scena in cui la volante la portava via è stata molto simile a quella in cui Aleida salta in macchina della sua amica, la stessa che l’ha fatta entrare nel giro della droga. Quella macchina che l’ha portata via da sua madre e dal giro di prostituzione l’ha portata, alla fine dei conti, comunque in prigione. Posto dal quale Aleida fa dentro e fuori da una giovanissima età.

Ho apprezzato che comunque Aleida non sia stata beccata per la droga ma per aver reagito al fidanzato di sua figlia. A differenza di sua madre, Aleida ai suoi figli ci tiene davvero. A modo suo e sbagliando, ma ci tiene. Non penso che una ragazzina cresciuta tra spaccio e marchette sappia veramente tenere a qualcosa senza mandare a quel paese la sua vita, ma è chiaro che almeno ci ha provato.

Per parlare del prossimo argomento bisognerebbe creare una recensione a parte. Quello che stava per succedere a Flores e ad altre detenute è ATTUALITÀ. Dovrei veramente parlare del sistema fallato americano, del razzismo e di come tutto questo non solo non porti a NULLA se non all’odio che crea.
Ce ne frega qualcosa da dove Flores venga? O ci interessa solo che si riunisca a Diablo ovunque esso sia?
Ci interessa qualcosa di dove sia nata Maritza o ci interessa che non perda il suo rapporto con Flaca?
Che non venga deportata in un paese dove è nata ma non è letteralmente mai stata?

La fortuna di Flores paradossalmente è essere venuta dopo una signora che con il fare da vera e propria guerriera si è messa a lottare e ha preteso un avvocato (che è nei diritti di tutti indipendentemente dal colore, la nazione o se preferiscono il cioccolato al latte o fondente). Quello che Flores ha visto è stata una vera e propria ancora di salvataggio e giustamente l’ha colta al volo. L’alternativa, anche per lei, sarebbe stata la deportazione.
Ce la facciamo a dare a questa donna un happy ending?
Se lo merita, a questo punto, più degli altri.

Ed eccoci giunti al mio punto debole di questa stagione, Maritza.
Nelle stagioni precedenti mi piaceva, mi faceva fare due risate ma alla fine dei conti mi interessava relativamente poco. In meno di cinque episodi di questa stagione la ragazza è diventata la luce dei miei occhi, il modo in cui è tornata in prigione, quello che ha fatto mentre era lì e come si è comportata mi ha veramente scaldato il cuore. Quale è stato il risultato?

DEPORTATA SENZA PROCESSO.

Vogliamo parlare della scena dell’aeroplano? Veder scomparire tutte le altre detenute e fino all’ultimo supplicare il cielo che Maritza non si dissolva è quello che ci meritiamo?
Stiamo parlando della ragazza che si è messa a distribuire numeri per far avere a tutti il DIRITTO di un avvocato rischiando in primis se stessa, dato avrebbero potuto cancellare il servizio. Non meritava questo. Maritza non sarà Americana, ma di certo merita di restare più di Hellman (che come ha detto Martina diverse volte è DISGUSTOSO) o Hopper. Ancora una volta lasciatemi dire

MARITZA DESERVES BETTER!

Giungiamo a parlare della nostra protagonista, una protagonista che ha reso speciale questi sette lunghi anni, però mi dovete spiegare, perché me lo dovete spiegare, come si fa ad essere così scemi. Piper è fuori per miracolo, e questo miracolo è che Hopper è più scemo di lei. Vieni da un carcere di massima sicurezza dove le detenute come sport nazionale praticano il far allungare la pena alle altre, tu con che logica ti sballi e metti tutto a rischio?

Parliamoci chiaramente, se Piper mi torna in prigione e respira la stessa aria di Alex io sono la persona più felice di questo mondo, anche perché potrebbe mettere un freno a come la McCullough la guarda, però allo stesso tempo mi viene spontaneo chiedermi: MA NON HAI IMPARATO PROPRIO NULLA?! L’agente che si occupa di lei ha fatto una ramanzina pratica e concisa, ha ricordato a Piper che a tornare dentro ci vuole vuole veramente poco. DEVE filare dritto.

A proposito delle Vauseman, solo a me proprio non piace come la McCullough guarda Alex? Si deve mettere in testa che:

  1. TUTTE le relazioni detenuta-guardia sono finite nel cassonetto.
  2. Le Vauseman non si toccano
  3. Alex è rimasta innamorata di Piper per 8 anni quindi LEVATI PROPRIO
  4. Al massimo puoi fare da corriere per regali NON TI MONTARE LA TESTA.

HAVE I MADE MYSELF CLEAR, MCCULLOUGH ?

So, rimettesse gli occhi nelle orbite che non c’è trippa per gatti.
XOXO Vauseman shipper.

Io ve lo richiedo per sicurezza, abbiamo approfondito molto questo episodio e ci sono sempre tantissime cose in Orange Is The New Black di cui parlare, ma vogliamo veramente metterci a parlare di come è diventata Red? Lo vogliamo davvero? Vogliamo veramente metterci a parlare del disastro che sta combinando in cucina? Io non ho veramente le forze di commentare quello che sto guardando.
Red che cucina non cucinando è veramente straziante, ha dimenticato di cuocere la pasta!
Poi quando si è messa a rovinare la teglia di Lorna mi si è spezzato il cuore, per non parlare di Gloria che cerca di difenderla e la sfuriata a Nicky che è stato l’apice del dolore.

A proposito di Nicky, solo a me manca tantissimo questo personaggio?
Per ora quasi non si è visto e quelle rare volte che è stata presente sullo schermo a cercato di rimorchiare una donna che non era Morello e questo non va affatto bene!
MI RIDATE LE MIE NICHORELLO PER FAVORE?!

Ultime, ma certo non per importanza, la direttrice Ward e la nostra ergastolana preferita, Taystee. Dopo la scena finale dello scorso episodio la guardo veramente con occhi diversi, un vero e proprio zombie che cammina. Speravo che quell’esperienza le facesse cambiare idea, ma l’unica cosa che ha preferito cambiare è stata la modalità nella quale porre fine alla sua vita.
Per evitare di pagare i 1.000 ridicoli dollari che Daja ha chiesto per quella droga, Taystee si è infiltrata nell’ufficio della Ward e cercherà di passare a Diaz quante più informazioni possibili e in cambio…

Non so veramente cosa dire o cosa pensare. Tamika e Taystee sono una coppia di amiche veramente dolcissima e mi spezza il cuore sapere che Taystee la sta ingannando.
D’altro canto non so come andare contro la decisione di Jefferson, lei è una ragazza veramente giovanissima e pensare che passerà tutta la vita nello stesso posto, nella stessa cella, mi fa veramente rabbrividire, quindi per quanto folle non la biasimo.
Per giunta è innocente ed è stata incastrata dal sistema in sé e da quella che era veramente a tutti gli effetti la sua migliore amica.
La decisione è drastica ma riesco a comprenderla. Spero solo che in qualche modo, mentre cerca di guadagnarsi la droga, succeda qualcosa che le faccia cambiare idea. Abbiamo ancora otto episodi in cui sperare, dalle mie parti si dice:

Finché c’è vita c’è speranza.

Bene ragazzi, anche per questa recensione è davvero tutto. Io vi saluto e scappo a vedere il prossimo episodio, ma come sempre vi do appuntamento alla prossima recensione!

Orange is the new black – Recensione 7×04

-Sara

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Ciao a tutti! Sono Sara, il Braccio Destro dei Redheads Diaries, vivo a Roma e, come potete immaginare, sono una telefilm addicted. Le mie serie preferite sono, Game of Thrones, Blindspot, This is us e talmente tante altre che sono impossibili da elencare. MIO MARITO È CISCO RAMON!