Due 'reali' a confronto: Regé-Jean Page ed Emma Corrin
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Due ‘reali’ a confronto: Regé-Jean Page ed Emma Corrin

Regé-Jean Page (“Bridgerton”) ed Emma Corrin (“The Crown”) si sono incontrati per una conversazione virtuale per la rubrica Actors on Actors di Variety.

The Crown e Bridgerton sono stati decisamente un trampolino di lancio per attori del calibro di Regé-Jean Page ed Emma Corrin.

Grazie alla serie “Bridgerton” made in Netflix, Regé-Jean Page è diventato una star dal giorno alla notte, e il suo ruolo nei panni di Simon Basset, l’irresistibile Duca di Hastings, lo ha reso qualcuno.

In un’altra tra le scelte di serie che offre Netflix, un’altra figura reale è saltata agli occhi: nella “The Crown” di Peter Morgan, Emma Corrin è riuscita a catturare la fragilità e la sofferenza di Lady D. L’arco narrativo della Corrin, che è durato una stagione, ha mostrato i primi giorni di Diana come membro della famiglia reale, e come lei abbia perso la sua privacy e il suo anonimato — una sensazione familiare per i due attori britannici, che hanno visto esplodere all’improvviso le loro carriere.

In un’intervista per Variety, Regé-Jean Page ed Emma Corrin hanno parlato di diversi argomenti, dal successo istantaneo alle audizioni che li hanno portati a ottenere due ruoli molto ambiti e invidiati.

Regé-Jean Page ed Emma Corrin: l’intervista

Emma Corrin: “Bridgerton” era davvero geniale. Penso di aver visto alcune folli statistiche riguardo il numero incredibile di persone che lo hanno guardato.

Regé-Jean Page: Ce l’ho impresso a fuoco nella memoria. Netflix ha contato 82 milioni di utenti che hanno guardato“Bridgerton.” E non riesco a tenere 82 milioni nella mia testa, non ci entrano, è un numero troppo grande. Non penso che un numero più contenuto guardi “The Crown.” Com’è avere un numero così grande nella tua testa?

Corrin: Ci stavo pensando proprio l’altro giorno. Il nostro lavoro è giorno per giorno, presentarsi e recitare. La cosa strana è che secoli dopo, la cosa deve uscire, e all’improvviso le persone lo stanno guardando e ti fanno domande al riguardo. E’ una condizione mentale così divisa.

Page: Trovo davvero sconcertante questa visione di due menti di cui parli. Quasi come se fossimo due persone diverse. La persona che fa il lavoro e poi…

Corrin: Tutto quello che viene subito dopo. Con “The Crown” ci sono state stagioni precedenti. Ma voi, invece, vi aspettavate che sarebbe diventato un fenomeno di questa portata?

Page: Nemmeno la più piccola aspettativa. Hai una speranza. Come hai ottenuto il tuo ruolo? Raccontaci com’è andata.

Regé-Jean Page ed Emma Corrin: come hanno ottenuto il ruolo?

Corrin: E’ stato un processo mentale, ma sarò breve. Cercavo di lavorare, anche saltuariamente, cercando di guadagnare a Londra. Ma anche correndo come una trottola in modo maniacale per fare audizioni per qualsiasi cosa potessi. Mi è stato chiesto da Nina Gold e Rob Sterne, che facevano le selezioni di “The Crown,” di fare un salto e aiutarli con alcune letture che stavano facendo per le Camilla, a cui stavano facendo delle audizioni. Peter aveva scritto alcune scene preliminari tra Camilla e Diana, e perciò avevano bisogno di qualcuno che facesse le letture per la parte di Diana.

Perciò mi sono detta, “OK.” E non era nemmeno un’audizione. Ero stata pagata per essere lì, e non sarebbe stato girato nulla.

Page: Così hai ricevuto una chiamata da un direttore dei casting per fare una lettura, fondamentalmente. Boom! Emma ha proprio l’energia di Diana.

Corrin: E’ davvero strano sentire cosa ne pensano gli altri al riguardo. Il mio agente diceva cose come, “E’ la situazione perfetta perché non ci sono pressioni tipiche dell’audizione.” Abbiamo deciso che mi sarei preparata come se invece fosse stata un’audizione. E così ho fatto, e ho lavorato sulla voce con mia madre, che è una terapista specializzata. E poi ho imparato le battute. E mi sono semplicemente divertita, perché non stavo facendo nulla in realtà, in quel momento.

Page: Qual è il nome della casa dove Diana va a una battuta di caccia per fare buona impressione sulla famiglia?

Corrin: Balmoral?

Page: E’ lì che Diana esce fuori. Non è una audizione per un ruolo, quella sì che è un’ Audizione. E’ esattamente la stessa cosa.

Corrin: Oh mio Dio! E’ un parallelismo a cui non avevo mai pensato, in verità. Mi hai sconvolto!

Regé-Jean Page Emma Corrin

Page: Ah, la signora fa troppe rimostranze.

Corrin: E’ davvero folle. Adesso non farò altro che pensarci tutto il giorno. Qual è stata la tua esperienza con “Bridgerton”?

Page: Simile ma dissimile, ho fatto un’audizione senza fare un’audizione. Stavo lavorando con Shondaland a uno show. E’ stata semplicemente una questione di tempismo. Avevamo finito con “For the People” e loro stavano facendo i casting per “Bridgerton.” Stavo camminando fuori dalla stanza, e mi hanno quasi preso per la collottola e hanno detto “Torna qui, abbiamo questa cosa tra le mani, ed è britannica.”

Corrin: Ti ricordi cosa hai pensato nel leggere la sceneggiatura di “Bridgerton”?

Page: Mi sono detto Ok, carino, è una serie drammatica in costume. Molto alla Jane Austen. Perché lo stiamo facendo ora? In che modo contribuisce?Ci sono almeno duecento anni di mezzo tra Jane Austen e dove siamo ora, perciò ci sono passate almeno cinque o sei correnti femministe da allora. E perciò, nel portare il testimone, dobbiamo riacquistare terreno.

Perché Simon è un archetipo che già esiste. Lui è Darcy. E’ Heathcliff. E’ alto, moro e tenebroso, sentimentalmente non evoluto come uomo.

Regé-Jean Page Emma Corrin

Regé-Jean Page ed Emma Corrin: lo studio sui personaggi

Corrin: Penso che il percorso di Simon sia stato molto interessante se lo si vede nell’ottica di decifrare la mascolinità.

Page: Sì, e anche dell’idea degli eroi romantici. Quando dici la parola ‘eroe’, implica qualcuno a cui guardare con ammirazione. Abbiamo discusso molto del fatto che “Bridgerton” sia concentrata sulle donne, ma gli uomini? Cosa guardando con ammirazione? Cosa sto facendo con questa icona di mascolinità?

Cos’è che rende questo piatto degno di essere mangiato? Penso a “Bridgerton” come di un Happy Meal con vitamine segrete messe all’interno. Una specie di hamburger segretamente sano e organico.

Corrin: Fantastico. Sai che ti sta facendo crescere, in un certo qual senso. Sono affascinata da come le relazioni delle persone con i propri genitori possa riflettersi sul modo in cui diventeranno adulti. So che parte della storyline di Simon include anche il rapporto con suo padre, giusto?

Page: Sì, penso che si leghi anche alla mascolinità. Il rapporto con tuo padre: come erediti la responsabilità? Cosa fai con quel potere?

Regé-Jean Page Emma Corrin

Corrin: In virtù della mia curiosità riguardo la vita di Diana in generale, ho visto un documentario chiamato “In Her Own Words,” dove Diana parla della sua storia attraverso diversi video. Era basato sui nastri che accompagnavano la sua biografia redatta da Andrew Morton. Lei parla per almeno un quarto del documentario del suo rapporto con la sua famiglia e dice, “Ricordo solo che il sentimento principale della mia infanzia era il sentire sempre la solitudine.” Ha catturato davvero la mia attenzione.

Penso che i suoi genitori avessero avuto un matrimonio molto teso, e sua madre se ne andò quando lei era ancora giovane. Per gli scopi del personaggio che stavamo creando, pensai che fosse molto interessante che stesse provando una sorta di abbandono. Perciò, quando incontrò Charles e si innamorò di lui, lei voleva quella specie di luogo di stabilità e famiglia così tanto perché stava cercando di riempire questo vuoto che era stato lasciato.

Page: Lo vedo al 100%.

Corrin: Mi ha aiutato a entrare in qualcosa molto rapidamente, come fece lei con Charles. E poi, l’aspettativa di essere benvenuta nella sua famiglia. E’ la famiglia reale. Deve aver pensato “Al diavolo!” e abbracciato la regina, e dire, “Tutto quello che voglio è farne parte”, nel modo in cui lei chiama la regina “Mama.” Aveva senso pensare che fosse la sua motivazione.

Page: Avevi tante fonti su cui lavorare, e hai navigato in questo modo seppellita in una sorta di memoria vivente di persone reali.

Corrin: Per me, il ponte tra le due cose è stato il copione. So che sembra così tremendamente ovvio, ma ho avuto tre o quattro mesi dal momento in cui ho avuto la parte, in cui ho cominciato a fare ricerche, e non avevo nemmeno la sceneggiatura. E sembrava che stessi cadendo in questo buco nero di ricerche. Voglio dire, se fai una ricerca su Google su Diana, ci sono sempre nuovi articoli ogni giorno.

Page: Uh-huh.

Corrin: E puoi leggere biografie, e articoli, e speculazioni. Mi sento come se non stessi imparando nulla di nuovo su di lei che potesse aiutarmi davvero a livello artistico. Ma quando ho avuto il copione, ho avuto questa folle epifania che questo personaggio è perlopiù di finzione. E come tale andava reso.

Quando ho avuto le sceneggiature, potevo lavorare semplicemente con quello che c’era lì sopra. E’ una specie di storia d’amore. Un matrimonio. Due esseri umani che si barcamenano in circostanze straordinarie a causa della loro posizione nella società. Non appena ho fatto questa scrematura, ho potuto fare delle ricerche più specifiche.

Page: Penso che ci sia una sorta di poesia in quello che facciamo. Metti le cose in prosa e le capisci in un modo, e c’è un sorta di comprensione di queste sapendo cosa si prova. Le cose non sono reali finché non le senti, fino a che non empatizzi con loro. E’ quello che fanno i protagonisti nei libri. Il nostro lavoro è creare un ponte per questo.

Corrin: Siamo una specie di punto intermedio tra le persone che sentono qualcosa e le parole sulla pagina.

Page: Esattamente. Fondamentalmente siamo un servizio di consegne, lo sai?

Fonte: Variety

Mi chiamo Fabiola, sono un'appassionata di cinema e serie tv proprio come voi, con un'insana ossessione per le gif, proprio come ogni fan di Supernatural. Ho studiato inglese e russo, marketing e mi piacerebbe andare sulla Luna, non è che avete un biglietto in più?