"Biblical"
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Riverdale – Recensione 6×18 “Biblical”

“Biblical” perchè chiamare “confusione dalle proporzioni bibliche” questo episodio della sesta stagione di Riverdale sarebbe stato troppo prolisso e quindi hanno pensato bene di ridurre all’osso il concetto.

La confusione resta, ci sarebbe bisogno di fare un rewatch di Rivervale per ricomporre il puzzle, siamo praticamente alla fine della stagione e, tranne qualche riferimento buttato lì, non abbiamo più avuto modo di ricollegarci all’Universo parallelo quindi molte cose possono sfuggire facendo perdere proprio la continuità della storia.

"Biblical"

Sicuramente avevo pensato bene e il collegamento tra Rivervale e Riverdale esiste davvero ma fino a che punto? Al momento solo Jughead lo sta capendo nitidamente, gli altri hanno solo dei flash che non riescono a ricondurre a nessun momento particolare, credono di sognare, di vedere in un’altra linea temporale e si sentono confusi, come noi d’altra parte, e come non capirli.

L’episodio “Biblical” mi è anche piaciuto per la sua teatralità e il modo di inserire le piaghe bibliche ma, sinceramente, anche qui è una storia già vista in The Originals, ad esempio, come avevo già detto in una precedente recensione.

Non capisco il ruolo di Baby Anthony, che sembra la nuova Hope Mikaelson pur non essendo un personaggio poi così importante e nemmeno figlio dei protagonisti indiscussi della serie, per carità sapete quanto mi sia sempre piaciuta Toni ma, oggettivamente, non è lei la protagonista quindi volete spiegarci come mai il bimbo sia l’unico primogenito in vita adesso, nonostante la piaga finale implicasse tutti nessuno escluso?

Anche Hope come primogenita rischiava di morire e, insomma, a livello di peso del personaggio, Hope era molto più rilevante, decisamente molto di più…vorrei davvero capirci di più.

Le piaghe hanno un senso all’interno della storyline della sesta stagione e mi è piaciuto molto il modo in cui ci hanno fatto scoprire tutti i vari poteri del villain ma avrei voluto vedere qualcosa di innovativo e di un po’ meno “trash” nel corso di “Biblical” rispetto alle cavallette che aiutano Percival a liberarsi dalla gogna, a fuggire dal caveau manco fossero i topini e gli uccellini di Cenerentola…insomma, il sottofondo musicale così drammatico, serio, quasi aulico mixato poi a queste trovate un po’ da cartone non mi fa proprio impazzire.

Per quanto riguarda la morte di Archie, Fangs, Toni e Jughead dico solo una cosa:

"Biblical"

Jug è davvero morto?

No perchè se fosse così inizierei a preoccuparmi per la memoria degli sceneggiatori visto che non è il primogenito, Charles non è solo il fratello maggiore di Betty ma anche quello di Jughead.

Ho pensato che la piaga si riferisse solo a figli di coppie sposate ma la motivazione non regge, Hermosa è la prima figlia di Hiram ma avuta da una relazione con una donna che non era sua moglie eppure Veronica non è morta quindi…o gli sceneggiatori sono davvero smemorati o Jug non è morto o è morto per lo spavento dopo aver visto il proprio “sosia”.

E, anche qui, come mai vengono rubate le storie scritte dal ragazzo? In Rivervale c’erano due Jug, il narratore e lo scrittore…solo lo scrittore non può più scrivere per il patto fatto con il Diavolo quindi sarà lui ad arrivare nel bunker per rubare i racconti e spacciarli come propri? Ci sono tanti dettagli da chiarire e spero vengono resi comprensibili prima della settima stagione.

"Biblical"

Passando ad un altro argomento non posso proprio non dedicarmi a Veronica che, diciamolo, è anche innamorata di Archie e spera in un futuro con lui, ovviamente il rosso doveva morire proprio prima di conoscere la coppia endgame vista da Tabitha nel futuro altrimenti ci anticipano il finale ma dalla faccia della ragazza traspariva un certo rammarico nel comunicare la notizia a Veronica…depistaggio? Ci spero perchè i Barchie come endgame sono un NO CATEGORICO.

Mi ha fatto molta tenerezza Veronica così fragile nel lato sentimentale ed emozionale, è così tosta nella vita, così forte, così caparbia, capace, intraprendente e decisa ma tanto sensibile e bisognosa di donare e ricevere amore da farmi venire voglia di abbracciarla e di dirle che non ha bisogno di nessuno ma che non le manca assolutamente nulla. Tutti potrebbero amarla ma lei, semplicemente, non è per chiunque, nemmeno per Archie perchè è davvero troppo per lui, sapete che non mi sono mai piaciuti nemmeno i Varchie quindi preferirei vedere Veronica da sola alla fine della serie però tra un endgame Barchie e uno Varchie preferisco di gran lunga il secondo, inutile soffermarmici più di tanto…

…perchè basta dirvi che la mia reazione sarebbe identica a quelle di Veronica qui in foto.

Concludo la recensione dell’episodio “Biblical” ribadendo quanto stia fremendo per il ritorno di Sabrina che, a quanto pare, avrà bisogno di una congrega per praticare la Negromanzia e voglio proprio vedere come gestirà il tutto con Cheryl e Heather e con i nuovi poteri di Betty, Tabitha e Veronica.

Riverdale ritorna in America il 10 luglio quindi siamo di nuovo in pausa anche noi.

Voto all’episodio “Biblical”: 7 e mezzo

Bonus:

Kevin che si fa indietro e rinuncia alla custodia di Baby Anthony mi ha fatto davvero tanta pena ma, purtroppo, era l’unica scelta possibile, non è il suo papà anche se, senza il suo desiderio di diventare padre insieme a Fangs, il bimbo non esisterebbe proprio al momento…sono sicura che i due genitori, in ogni caso, riusciranno ad includere Kevin nella vita del proprio figlio.

Betty che rimane impassibile alla notizia della morte di Jug non ce la meritavamo né noi né Jug.

-Un matrimonio con così poco coinvolgimento emotivo io non l’avevo mai visto.

-Povera Nana Rose, morire così.

A metà luglio, miei cari, vi auguro un buon proseguimento dopo la visione del promo del prossimo episodio.

"Biblical"

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.