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Sense8: l’intervista al produttore della serie Roberto Malerba

Sono disponibili dal 5 maggio su Netflix le nuove puntate della seconda stagione di Sense8 e, per l’occasione, Sense8 Italia ha intervistato il produttore della serie Roberto Malerba.

Si è parlato della lunga collaborazione che lo lega alle sorelle ideatrici dello show Lana e Lily Wachowski, della sua carriera e, ovviamente, di Sense8. Al termine dell’intervista, Roberto Malerba ha voluto salutare e augurare buona visione ai fans.

Ecco l’intervista
  • Iniziamo da te e dalla tua straordinaria carriera. Come ti sei avvicinato alla produzione esecutiva?
    Lavoro in produzione da oltre 30 anni. Ho iniziato in Italia con film italiani con Verdone, Bellocchio e Bertolucci. Poi ho cominciato a lavorare su film stranieri con produzioni italiane facendo il direttore di produzione, tra cui Cliffhanger con Stallone. Ho fatto un film con Van Damme, Kundun di Scorsese eRules of Engagement di Billy Friedkin, il regista de L’Esorcista. Nel 1994 mi sono trasferito a Los Angeles e ho cominciato a fare il Line Producer. Sono tornato in Italia per fare Ocean’s 12 e ho lavorato con Terry Gilliam su I Fratelli Grimm. Nel 2004 ho incontrato i Wachowski, allora Larry e Andy, e la mia prima collaborazione con loro è stata su V per Vendetta. Poi Speed Racer, Ninja Assassin, Cloud Atlas e Jupiter Ascending. Ho messo in piedi la prima stagione di Sense8, ma non l’ho girata per motivi di salute.
  • E finalmente la seconda stagione di Sense8, che hai potuto anche girare. Cosa è cambiato rispetto alla prima?
    Nella prima stagione si stavano ancora conoscendo, erano spesso da soli o in piccoli gruppi e stavano cercando di capire le loro abilità. Il Christmas Special è stato molto sentimentale, un ponte tra la prima e la seconda stagione. Non potevamo ripetere le stesse cose nella season 2, in cui invece li vediamo quasi sempre insieme. Nei nuovi episodi c’è molta più azione e il ritmo è più veloce della prima stagione, dove si cercava di stabilire la storia di ogni personaggio.
    Inoltre, la seconda stagione ha un budget più ingente e si vede per come è girato, per la grandezza del progetto e l’aggiunta di molte città. Le location sono più grandi, le scene d’azione sono più estese, ma viene mantenuto sempre il concetto originale di una storia sul comportamento degli esseri umani e le loro relazioni. Si è evoluto e ampliato, ma è sempre Sense8.

  • Nel cast della seconda stagione c’è anche l’italiana Valeria Bilello. Ci puoi raccontare il suo personaggio?
    Valeria Bilello appare quasi subito e avrà un ruolo importante nella storyline di Max. Col suo ingresso cambia tutto, ha un peso enorme. [Valeria] è stata bravissima, il suo personaggio in Sense8 è l’esatto opposto di com’è lei realmente: nella vita di tutti i giorni è molto tranquilla e pacata, nella serie interpreta una donna sensuale e dall’istinto killer.

  • Finalmente anche un’italiana nel cast.
    Esattamente, la scelta di un’italiana comunque non è casuale, è anche una mossa di marketing, dato che Netflix è arrivato in Italia da poco. E stanno arrivando anche delle serie italiane, come Suburra.

  • Sense8 è anche un inno all’accettazione delle diversità. Come vengono gestiti i temi caldi come ad esempio l’omofobia nella stagione 2? E che relazione vi è col quadro di Rembrandt, La Ronda di Notte?
    Per Lana è un quadro molto importante, è stato l’ispirazione per la seconda stagione: cercare di capire chi sono loro e capire che insieme, anche se tutti diversi, sono molto più forti. Come si sente già nel trailer, si tratta di una “opera iconica di individui che mettono da parte le loro divergenze per il bene comune”.
    In questa serie le diversità vengono abbracciate e normalizzate, così come dovrebbe essere nella realtà. Ed è il messaggio che vuole trasmettere Sense8. Gli otto sensate sono tutti diversi e affrontano tutti un problema sociale e personale, come appunto l’omofobia. Il motto di questa stagione è “Survive. Together”: da soli veniamo sopraffatti per la nostra diversità, per le nostre debolezze e paure, ma insieme possiamo superarle e vincere. Vincere non solo il male, che qui può essere il Whispers di turno, ma anche i pregiudizi e le discriminazioni. Il messaggio è chiaro ed è bellissimo. Non possiamo stare a piangerci addosso se siamo gay, di colore o transessuali, asciughiamoci le lacrime, alziamoci e combattiamo. E infatti loro lo fanno.

  • È stato difficile seguire una produzione così complessa come Sense8?
    È sicuramente la più grande impresa pseudo-televisiva mai fatta. Specialmente con la stagione 2. Abbiamo girato in 16 città, significa che ogni volta che devi fare una cosa la devi fare 16 volte, perché i personaggi sono dislocati in più parti del mondo. Avevamo due set di tutto meno che gli attori e i costumi. Il primo set di macchine da presa sono nel posto dove giri, il secondo set nella seconda città. Finito di girare il primo set, questo viene mandato nella terza città e così via. Per fortuna la troupe è composta da professionisti di serie A, come il direttore della fotografia John Toll (tre Oscar); lo stesso vale per la produzione, gente che di solito lavora sui film di James Bond o con Ridley Scott. Il gruppo di troupe e attori è come una famiglia, si sono uniti in tutte le difficoltà e in qualche maniera hanno superato tutto, stanchezza compresa.

    Ci dici una curiosità sugli attori?
    Miguel (Lito) è un macho, ma sta sempre con la mamma. Quando non sta con lei fa il latin lover con le ragazze (ride, ndr); Tina (Kala) è molto gentile e riservata, tiene molto alla sua cultura; Tuppence (Riley) lavora con le Wachowski da Jupiter Ascending; Doona (Sun) le conosce da più tempo, da Cloud Atlas. Al tempo non parlava inglese, oggi è la rappresentante per l’Asia di Louis Vuitton; Brian (Will) è il vero portavoce del gruppo; Toby faceva il cameriere due settimane prima di sostituire il vecchio Capheus; Max (Wolfgang) super tranquillo e carino, è davvero un amore; invece Jamie (Nomi) è una tipa molto vivace.

  • Avete viaggiato praticamente in tutto il mondo. Qual è stata la location che avete preferito?
    Stranamente il posto preferito da tutti è stato Positano, poi Amsterdam. E pensare che non era previsto di venire in Italia. Era stata scelta Goa, ma poi Tina ha detto a Lana che gli indiani non ci andrebbero mai in vacanza, ché è un posto per stranieri. Così hanno deciso per il Mediterraneo. Si pensava a Portofino, ma poi hanno scelto Positano.

  • Hai collaborato per molti film con le sorelle Wachowski. Cosa significa lavorare con due registe di questo spessore?
    È un onore, ma ti spingono oltre il possibile, perché non hanno interesse a fare cose semplici e che sono già state fatte. Infatti penso che una serie così, per dimensioni e per il messaggio che veicola, non ci sia mai stata. Ti chiedono sempre il 110%, però sono super generose. Come per Valeria Bilello, cercano sempre attori in grado di accogliere la sfida che lanciano: interpretare un personaggio che sia l’opposto di com’è l’attore stesso.

  • È una sfida stimolante per un attore.
    Sicuramente, ma a volte [Lana] sfiora la pazzia (ride, ndr). Considerato quello che ha dovuto passare prima e durante la transizione da uomo a donna, vuole lanciare un messaggio anche agli attori: “Io ho dovuto superare la mia paura, fatelo pure voi”. E quindi sapendo che Tuppence soffre di vertigini, in Islanda ha voluto metterla in cima a una montagna. Brian non sa nuotare, l’ha quasi fatto affogare. Disse: “Ha avuto 7 mesi prima delle riprese per imparare a nuotare, la scena la girerà in mare. Punto”. A parte questo, è una persona generosa e di una bontà estrema.

  • È vero che Sense8 doveva essere inizialmente un progetto cinematografico, magari in stile Matrix?
    Sì, possiamo dire che l’idea iniziale era di un film. Lana iniziò a scrivere la storia circa 15 anni fa per il cinema, ma tutto rimase in standby. Poi una compagnia indiana comprò una compagnia americana collegata a Netflix e pian piano la cosa si trasformò in quello che stiamo vedendo oggi, una serie a tutti gli effetti.

  • Cosa vuoi dire ai fan della serie che si apprestano a vedere i nuovi episodi?
    Ai fan dico di non farsi troppe domande, perché le storie dei vari sensate rimangono sempre complicate. L’importante non è capire tutto, ma semplicemente vederlo e goderselo, capendo che ci sono sempre sottoelementi sociali e personali importanti, quelli che viviamo tutti noi ogni giorno. Come dicono gli americani, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo.

  • Senza fare spoiler, il finale della stagione 2 sarà clemente o siete stati crudeli?
    Direi la seconda: alla fine dell’ultimo episodio vi butterete per terra implorando per una stagione 3.

  • Abbiamo visto il finale di stagione, che si chiude con un cliffhanger. A questo punto i fan sperano che la serie venga rinnovata. Cosa puoi dirci al riguardo? 
    In questo momento la serie non è ancora stata rinnovata, né ufficialmente né ufficiosamente. Sense8 è un progetto molto costoso, per via di tutti gli spostamenti. Per girare a Londra abbiamo bloccato il Parlamento, in Korea 40 isolati. Come vi dicevo prima, abbiamo girato in ben 16 città diverse, quando di solito si fa tutto in pochi set. Ogni episodio è costato in media 9 milioni, circa il doppio di quanto costò girarne uno nella prima stagione. Tuttavia, la volontà sia di Netflix sia di Lana è quella di fare una terza stagione, e questo è un buon punto di partenza. In parte dipenderà dal budget a disposizione in rapporto al progetto che presenterà la regista – e ideatrice – per i nuovi potenziali episodi. Col giusto equilibro tra budget stanziato e numero di set in cui girare, il primo grande ostacolo sarebbe superato.
  • Oltre al budget quali altri fattori incideranno sul rinnovo?
    Per cominciare, le visualizzazioni dovranno convincere. Una serie con un budget così importante dovrà avere un ritorno in termini di share. Se si posizionerà bene rispetto alle altre serie originali Netflix, non ci saranno grossi problemi sul rinnovo.
    Un altro ostacolo è costituito dai contratti. Non tutti gli attori sono già stati opzionati per una nuova stagione e tra questi anche qualche interprete degli otto sensate. Ci stiamo lavorando, siamo a buon punto.

  • Quanto tempo dovremo aspettare per conoscere le sorti della serie?
    Poco, tutto verrà deciso entro due settimane dall’uscita del 5 Maggio.
    Tuttavia, facilmente la terza stagione sarà l’ultima, per la natura complessa della serie e perché Lana cura la parte artistica praticamente da sola, non una cosa semplice. Nella season 1 c’era anche il fratello, ma ora pure lui sta completando il processo di transizione e quindi si è preso del tempo per sé. Comunque Lana Wachowski sta già scrivendo la terza stagione, così da essere pronti in caso di rinnovo.

  • Quindi non dovremo aspettare altri due anni?
    Purtroppo sì. Per scrivere la nuova stagione Lana ci metterà circa quattro mesi, significa che verrà girata presumibilmente l’anno prossimo. Stavamo già discutendo del rinnovo a febbraio, ma poi si è deciso di aspettare il 5 maggio per tirare le somme con un quadro più chiaro, tenendo conto dei fattori di cui vi ho parlato poco fa. Indicativamente la terza stagione potrebbe essere a maggio 2019.

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-Miriana

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Miriana Zibardi, anche soprannominata Simba, amante folle di serie tv! Potrei stare al pc a guardarmi episodi da mattina a sera. Ecco la mia vita.