Recensioni,  Shadowhunters: The Mortal Instruments (2016),  Telefilm

Shadowhunters: The Mortal Instruments (2016) – Recensione 1×06

[SPOILER ALERT]
Of the Men and Angels!”

Salve ragazzi, vado dritto al punto anche questa volta: è stata fantastica questa puntata!

 

 

Già dalla precedente, il mio giudizio è stato positivo e sicuramente questo è dovuto ad un incalzare degli eventi che mi/ci ha tenuta incollato/i allo schermo.

Abbiamo il grande ritorno di Magnus, e non vedevamo l’ora di ammirarlo in scena per più di qualche scarso minuto. Clary, Simon e Jace portano un Luke ferito gravemente dallo stregone affinché lo aiuti. Da questo momento assisteremo a diverse scene che porteranno, parallelamente, a interessanti dialoghi a confronto.

 

 

Nell’attico di Magnus, un delirante (e anche all’inizio un po’ teatrale nelle movenze) Luke prega lo stregone di raccontare il Passato di Valentine a Clary (dopo che la Joselyn del presente gli è apparsa in sogno come la Madonna). Da questo momento partono tutta una serie di flashback che attendevamo con ansia (ripercorrendo anche un po’ le pagine del primo libro quando Luke, proprio con una lunga analessi, rende il suo passato noto alla ragazzina pel di carota). Il racconto di Magnus è molto più sbrigativo, e privo di tenebre a confronto con quello successivo di Luke. E se all’inizio il primo racconto mi aveva lasciata alquanto deluso, perché privo di pathos, finalmente i tasselli mancanti arrivano con quello più sofferto e vissuto in prima persona da Luke (infatti sarà lo stesso licantropo a spiegare a Clary che Magnus logicamente non conosceva tutti i dettagli della rivolta).

 

 

E perciò, se all’inizio, il giovane smilzo Valentine mi aveva lasciato indifferente, quello evocato da Luke invece mi ha ricordato il vero, pazzo, crudele personaggio dei libri.

 

 

Contemporaneamente assistiamo ad un dialogo tra Jace e Simon che sono in missione insieme per conto di Magnus. Entrambi senza grossi filtri, dicono all’altro cosa pensano di lui. Simon rimprovera Jace di trattare Alec come il suo personale cagnolino in nome del rapporto “Sparabatai“, e Jace, piccato da queste parole (la verità fa male?!), rinfaccia a Simon di scodinzolare davanti a Clary sottolineandogli che non riuscirebbe mai ad andare oltre nel suo rapporto con la ragazza. A prescindere dai primi sintomi vampireschi di Simon, compresi visioni di morte (tanto sono sicura che nella prossima puntata ritornerà più protagonista), è stato interessante questo scambio di opinioni (e di minacce con coltelli e spade alla gola prima uno e poi l’altro, quasi a ricambiarsi il “favore”), mettendo in chiaro al pubblico chi sono questi personaggi (Jace uno sbruffone sicuro di sé, ma dolce e forse un pizzico insicuro con le persone a cui tiene; Simon un ragazzo premuroso e imbranato, sempre pronto a difendere la sua amica) e cosa vogliono (beh, entrambi vogliono Clary).

 

 

Nel frattempo all’istituto appaiono due nuovi personaggi : Robert Lightwood e il più piccolo della famiglia Max.

 

Il mio primo superfluo pensiero a questo punto è stato: Ma tutti quelli appartenenti al circolo di Valentine sono diventati pelati? A parte questo mio profondissimo pensiero, l’entrata in scena del capofamiglia renderà più evidenti i problemi in cui la famiglia Lightwood sta incorrendo. Il conclave non ha più fiducia in loro, in seguito a tutte le regole infrante e perciò la soluzione è solo una: un matrimonio riparatore per Alec.

 

Quindi Isabelle, in seguito al suo scontro con la madre Maryse, deciderà di prendere in mano la situazione (iniziando con un cambio di look…mah), e soprattutto di difendere e aiutare il fratello. Questo scontro tra madre e figlia ci ha solo mostrato come entrambe si somiglino, due bellissime donne, forti, intraprendenti e anche caparbie, forse più dei loro uomini (in quanto in questa puntata il caro Robert aveva lo stesso spessore di una sedia nell’istituto).

 

 

 

 

Conclusosi questo parallelismo tra Clary che viene a conoscenza di cosa ha fatto Valentine per bocca di Magnus, Jace e Simon che chiariscono i loro punti di vista e Isabelle che si scontra con la madre, assistiamo ad un altra scena cardine. Dopo aver salvato Luke grazie all’aiuto di Alec (che decide di sua spontanea volontà di infrangere le regole), Magnus cercherà ancora una volta di chiarire le confuse idee che ha in testa Alec, dichiarando apertamente il suo interesse e convincendolo a bere un altro drink (nella mia mente ho creduto volesse farlo ubriacare per scioglierlo un po’).

 

 

Successivamente ai racconti di Luke (che sembrava adagiato nella stanza rossa delle torture di Christian Grey), lui e Clary fanno un importante scoperta (ricollegandosi ad una scena del primissimo episodio che credevano, a questo punto, quasi non aver alcuna rilevanza): Clary ha dei poteri e forse sa, a questo punto, dov’è la Coppa.

 

 

Questa è stata una puntata ricchissima. Confermo ancora una volta che la serie ingrana nel momento in cui si allontana da battibecchi adolescenziali, sguardi rubati, sospiri nati da blande carezze e lamentele infantili concentrandosi sulla trama e l’evoluzione di questa. A mio parere finalmente Shadowhunters-The Mortal Instruments sta prendendo ritmo e lo stesso vale per il cast. Ricordiamoci che siamo quasi a metà dell’opera e molte cose sono state già svelate, infatti sono molto curioso di capire che cos’altro ci aspetti. E credo che questa aspettativa sia un segno che la serie ha un suo perché. Naturalmente da criticone quale sono i difetti non li ho scordati, ma per questo episodio li lascio un attimo da parte.

 

 

Iniziamo dai flashback. Come già detto sopra abbiamo proprio un confronto tra quelli trasmessi da Magnus e quelli di Luke (basti notare anche il filtro della pellicola, all’inizio abbiamo scene luminose per poi diventare sempre più scure), il motivo è semplice: Luke ha vissuto in prima persona quegli eventi. Perciò la trovata di riprendere i ricordi precedenti, arricchendoli, è riuscita nell’intendo di farci sentire parte dell’azione e conoscere le motivazioni e gli scopi di Valentine. Decisamente più preparati alla lotta i giovani attori di Luke , Valentine e Jocelyn che fanno letteralmente il sederino al cast del presente, che per pura ironia ha un vero attore atletico: Alberto Rosende, che da mondano è più coordinato di un Sherwood da Shadowhunter.

 

 

Durante la visione, però, ho notato una certa incongruenza tra la trama e la scenografia. Già nel passato il mondo degli Shadowhunters è piuttosto moderno e tecnologico, allora come mai non usano i cellulari e sanno a malapena guidare? Chissà se avrò mai risposta.

 

 

 

Pensando invece al cast, sicuramente la McNamara sta facendo passi avanti e la sua continua agitazione sulla scena ormai non mi infastidisce più. E’ il suo modo di reagire agli eventi assurdi in cui si trova il personaggio e ha chiaramente (e direi finalmente) esposto i suoi timori in questo episodio a un Magnus indaffarato a preparare una “pozione magica” per Luke.

 

Anche Sherwood è stato convincente dall’inizio, scontrandosi in maniera arrogante con Simon, fino alla fine, guardando con i suoi occhioni azzurri la sua Clary (e dopo un paio di episodi senza contatti tra loro, pretendo che nel prossimo succeda qualcosa!).

 

 

Delizioso il piccolo (piccolissimo) Max,  un uomo in miniatura (con tanto di completo),  peccato però che il fratello maggiore sia un tantinello inespressivo. Mi dispiace per le fans di Daddario, ma dopo sei puntate quegli occhioni grandi sempre spalancati non so se per timore o sorpresa, non mi convincono più.

 

 

 

Magnus come sempre è una presenza piena sullo schermo (anche se ha solo due battute), e termino qui, se no non la finiamo più!

 

 

Preferisco chiuderla qui e attendere con voi la prossima puntata, sperando che questa vi abbia convinto come ha convinto me.

 

 

Alla prossima recensione ragazzi!

Gabriele

Commenti disabilitati su Shadowhunters: The Mortal Instruments (2016) – Recensione 1×06

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.