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SKAM Italia – Recensione 2×04

Io non credo di essere psicologicamente pronta per recensire questo quarto episodio della seconda stagione di SKAM Italia e non credo riuscirò mai ad esserlo, nemmeno tra parecchi anni eppure sono qui a scrivere in merito alle scene che hanno emozionato l’intero fandom e che ci hanno fatto davvero essere orgogliose di un prodotto completamente made in Italy che vale quanto un diamante prezioso.

Possiamo dire che tutto sia girato intorno alla festa di Halloween e, infatti, la recensione sta uscendo di domenica proprio perchè l’episodio è andato in onda giorni prima del solito e non potevo certo aspettare ancora, no?

Non vorrei sembrare superficiale ma mi sembra d’obbligo parlare rapidamente di tutto il resto per poi concentrarmi sulle scene finali che meritano tutta la nostra attenzione.

Martino ha trascorso la domenica a casa da solo sperando di poter vedere Niccolò che, invece, era occupato con la fidanzata almeno ufficialmente ma potrebbe anche essere che abbia vissuto uno dei suoi momenti no e pur di non farsi vedere in quello stato da Martino abbia deciso di dire una bugia nonostante la voglia che ha sempre di stare con lui…che bel casino eh?! Il nostro ragazzo ha poi cercato di vedersi con Filippo per avere un consiglio e neanche questo tentativo è andato a buon fine visto che il fratello di Eleonora era proprio in terra straniera e, di conseguenza, Martino è dovuto rimanere da solo con i propri pensieri e dubbi e desideri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cavaliere dall’armatura scintillante è poi apparso in soccorso di Martino davanti ai distributori automatici e l’ha salvato dalla furia mangiasoldi di cui sono preda le macchinette tre volte su sei per chiedergli anche di andare insieme alla festa di Halloween facendo illudere un ragazzo dai capelli rossi che pensava di andare da solo con lui e non anche con Mercoledì Addams e la dottoressa Creepy ma, insomma, poi abbiamo avuto tutti le nostre gioie no? Vi faccio solo notare il sorriso di Martino dopo che Niccolò l’ha lasciato per andare a fare il compito di inglese…era un bambino a cui hanno regalato ciò che ha sempre desiderato ed il mio cuore ha sorriso con lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota d’onore alla scena tra Martino e Sana che è stata di un’importanza unica perchè ha posto l’accento sulla questione che, a prescindere dal fatto che si voglia credere all’esistenza di Dio e al fatto che abbia creato il mondo e l’uomo o si voglia credere alla scienza e alla teoria dell’evoluzione, ogni fede, ogni credenza, ogni ideologia ha delle contraddizioni ma che non per questo arrivi a trasformarsi in nulla cosmico o sia la giustificazione per non ammettere o accettare qualcosa che praticamente e razionalmente va contro ciò in cui crediamo ma che moralmente ed emozionalmente è per noi giusto ed accettabile. Non esiste un dogma assoluto, esiste ciò che è e ciò in cui noi crediamo e spesso le due cose non combaciano strettamente e per fortuna, aggiungerei. E’ un discorso che dovrebbe essere fatto a molte persone che giustificano delle ideologie sbagliate basandosi sulla scienza o sulla religione che, secondo me, è quanto di più comodo, stupido, ignorante e opportunista sulla faccia dei pianeti e di tutti gli universi paralleli esistenti.

Ed ora…giungendo alla fine dell’episodio io vi avverto che non so cosa voglio scrivere, non ho nemmeno un quarto d’idea e tutto ciò che seguirà da ora in poi sarà frutto di libere associazioni provenienti dalla mia testa, di pensieri random, di emozioni che non sto riuscendo a controllare, di quelle che invece ho elaborato ma, soprattutto, di ciò che ho sentito e di ciò in cui credo ciecamente e d’amore, puro ed incondizionato.

Credetemi sto davvero fissando lo schermo incapace di digitare le lettere per comporre questa parte di recensione, scusatemi ma gli Evak e quindi, di conseguenza, i Rames, mi rendono debole e particolarmente sensibile ed empatica, più di quanto io non sia già eccessivamente e, per quanto io sia sempre professionale, quando qualcosa ti tocca il cuore e anche l’anima è un po’ impossibile distaccarsi completamente e sapete bene che in ogni cosa che scrivo (sempre nel caso in cui non sia un siparietto ironico e sarcastico o una rubrica volutamente da fangirl), nonostante io non mi metta a fangirlizzare come un’invasata, si percepisce tutto quello che sento e che provo a trasmettervi costantemente per creare un filo rosso (si, se state seguendo le clip della 2×05 sapete di cosa sto parlando e mi starete mandando parecchie maledizioni, lo so ma sono brava a schivarle e so benissimo cosa state provando quindi…) tra voi e me che è ciò che, secondo me, la scrittura deve fare, in fondo scrivere è donare un po’ di sè a chi legge riducendosi anche in brandelli per poi ritornare ad essere gli stessi di prima ma con qualcosa in più e qualcosa in meno, solo donandosi può succedere e, per me, è la magia più immensa e quella a cui non vorrò mai rinunciare.

Ci sono stati dei passaggi fondamentali nelle scene finali, degli step sono stati superati e non si tratta solo di passi avanti come due individui che stanno unendo il proprio essere e che stanno capendo di amarsi, non è solo una questione fisica ma, principalmente e soprattutto, mentale, di scoperta di sè e di liberazione, tutto ciò ha avuto un simbolo ed è stato il lanciare a terra la maschera facendo crollare tutto ciò che era causa di blocco e di privazione di libertà, ora Martino è davvero libero e non ha più bisogno di alcuna maschera sociale od emozionale.

La scena con alle spalle San Pietro è stata emblematica non solo per l’effetto scenico e la magia della cupola che sovrasta qualsiasi cosa, metafora dell’amore che lega Martino e Niccolò che è più grande di qualsiasi altra cosa e più forte di qualsiasi pregiudizio, tabù, ideologia e teoria, ci sono loro che in bicicletta pedalano dimentichi di tutto ciò che li circonda e consapevoli del fatto che quel momento sia solo loro e di nessun altro, ma anche per la contrapposizione “chiesa-religione-omosessualità”, non so se sono stata l’unica ad averlo pensato ma ho avuto una sorta di epifania e il contrasto mi è sembrato decisamente evidente ma, al tempo stesso, discreto…ci ha dato un input per pensare determinate cose senza però risultare invadente. Ed io ho apprezzato molto.

Eravamo insieme, tutto il resto del tempo (e del mondo) l’ho scordato.

Avevo paura della scena della piscina così come ho paura per tante scene che verranno e non perchè non creda nelle potenzialità di chi c’è dietro e dentro SKAM Italia ma perchè noi tutti abbiamo delle aspettative immense per questo remake dietro cui c’è un colosso immenso norvegese che è stato in grado di far vivere delle emozioni talmente forti che consideravamo quasi irripetibili ed ecco da cosa dipende questa mia paura, dalla possibile incapacità di riuscire a farmi emozionare per questo universo parallelo e devo dire che questa scena ha eliminato una gran parte di paura dato che ho avuto i brividi vedendoli avvicinarsi in acqua e soffermandomi su quei sorrisi che avevano voglia di togliersi solo a furia di baciarsi ed io mi sono sentita nel posto giusto perchè loro sono riusciti a farmi vivere ciò che hanno provato e mi hanno fatto credere ancor di più alla teoria degli universi paralleli che esistono, ragazzi, esistono davvero.

 

 

 

 

 

Le ultime scene sono state un crescendo continuo, siamo arrivati all’apice con una trepidazione visibile e disarmante, c’erano Martino e Niccolò, l’acqua della piscina, la semi oscurità, il rischio di essere scoperti, il rischio di abbattere definitivamente quella barriera che, in realtà, non è mai esistita davvero, il rischio di essere ciò che davvero sono e la voglia di prendersi quei baci senza pensare troppo, senza riflettere sul mondo che li circondava, senza se e senza ma, erano semplicemente due ragazzi che avevano voglia di viversi e di sentirsi pelle su pelle, labbra su labbra, respiro dentro respiro, occhi dentro gli occhi e di rinascere, almeno un po’, l’uno tramite l’altro, l’uno nell’altro.

 

 

 

 

 

Nell’esatto momento in cui le loro labbra si sono sfiorate il muro è caduto e la bolla con cui si proteggevano entrambi è scoppiata lasciando spazio ai sentimenti e dimenticando le paure, i dubbi ma tenendo bene a mente che quella era la realtà e che la bellezza di quello che stavano vivendo era riuscita a superare i loro desideri, i loro sogni e le loro aspettative, il contatto dei loro corpi era più magico di ciò che avevano sempre immaginato e desiderato, ogni singola cosa non riusciva a non superare tutto ciò che nelle loro menti avevano vissuto in attesa di ciò che avrebbero voluto succedesse e che finalmente stava avvenendo. Non c’è più grande magia della realtà e dovremmo tutti imparare che vivere di pensieri, di desideri, di voglie, di questioni irrisolte ma vorremmo risolvere non significa vivere ma solo sopravvivere cercando di non rischiare quando il parametro da cambiare per passare dal sopravvivere al vivere è proprio il rischio, l’avere la forza e il coraggio di rischiare, rischiare sempre.

Non credo di poter utilizzare altre parole per descrivere l’armonia di un primo bacio aspettato e voluto come questo, la sintonia non ha bisogno di tante spiegazioni, è, semplicemente, è.

Ed è qualcosa di immediato, spontaneo, naturale, qualcosa che non si può fingere e che difficilmente riesce a nascere dopo tempo, o c’è o non c’è, non si può riprodurre forzatamente, non si può volerla ed ottenerla perchè l’armonia è un qualcosa di inatteso e quando c’è non la si deve lasciar scappare via, bisogna tenersela stretta e viversela in barba alla paura e alla confusione, se non la si coglie al volo poi ci si pente e…piangere sul latte versato non ha assolutamente senso.

Alzatevi e andate a prendere ciò che volete, ciò che forse ancora non sapete di volere e ciò che vi mette in confusione e vi spaventa, vivete, non limitatevi a sopravvivere perchè la vita è troppo breve per avere rimorsi e per non vivere a sua volta cambiamenti importanti.

Vivete, vivete e basta.

 

 

 

 

 

Bonus: ci tengo a sottolineare una cosa, amare i Rames non vuol dire amare di meno gli Evak o scegliere di preferire i primi ai secondi…qui si tratta di universi paralleli e si amano e basta, senza paragoni, senza confronti, ognuno distinto dall’altro, sono due realtà incantevoli e magiche e come tali meritano di essere amate come si vuole e si riesce, SKAM Italia è meraviglioso ma nessuno si sogna di disconoscere SKAM Norge ma c’è da dirlo, il primo è davvero un grande compagno di viaggio del secondo…e non ho detto “degno avversario” di proposito perchè qui non c’è nessuna lotta tra i vari SKAM, non c’è una classifica, non c’è nulla di tutto ciò, ci sono emozioni e tanta realtà.

Voto all’episodio: 9

 

 

 

 

Per questa recensione è tutto, sappiamo che ci aspetteranno tempi duri ma noi siamo già pronti ad affrontarli in fondo…l’amore, quando è giusto, vero e forte, vince sempre su tutto e lotta per resistere ed esistere.

 

 

 

 

Irene

 

 

 

 

 

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.