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SKAM Italia – Recensione 2×08

Gli ultimi episodi di SKAM Italia non saranno facili, già “Buon Viaggio”, l’ottavo episodio della seconda stagione è servito come apripista per ciò che sarà e di cui abbiamo solo avuto un breve ma intenso assaggio. Mi sto preparando psicologicamente perchè sarà complicato vivere e metabolizzare il tutto e recensire degli episodi che trattano determinate tematiche è per me una responsabilità immensa che sapevo mi sarei dovuta assumere e lo faccio con molto piacere ma con la consapevolezza di non star parlando di qualcosa di leggero ma di qualcosa di serio che, finalmente, sta avendo modo di essere affrontato con una maturità speciale e con un occhio attento così come, secondo me, tutti noi dovremmo fare avendo deciso di accingerci ad una serie tv del genere che non è SOLO una serie tv ma un insieme di insegnamenti di vita che, se venissero appresi e applicati da tutti, renderebbero di sicuro il mondo un posto migliore.

Detto ciò, gambe in spalla e iniziamo il viaggio più difficile, quello che ci farà soffrire ma che ci porterà alla gioia che non risiede nella gioia stessa ma nella lotta e nelle difficoltà che ci sanno far apprezzare e gioire di più di una semplice vittoria ma, possiamo starne certi, tutto ciò ci farà amare il finale, sembra assurdo da dire ma è la verità, le cose difficili sono più facili da amare mentre quelle facili sono quasi scontate e, di conseguenza, poco apprezzate perchè ottenute facilmente, senza sforzi e fatiche…lottare strenuamente per qualcosa, per la felicità è esso stesso la felicità.

Devo dirvi la verità, io non ho mai amato tanto “Buon Viaggio”, la canzone di Cesare Cremonini, non è mai piaciuto il significato perchè, per me, anche la strada deve essere bella, deve essere amata, non solo il finale che, tra l’altro, è un finale non aleatorio, una prerogativa imprescindibile dato che senza rischi ed incertezze la vita sarebbe monotona, piatta, scialba, poco interessante, noiosa e solo ed esclusivamente sopravvivenza, ma non reale perchè per ogni fine c’è un nuovo inizio, ogni giorno ci regala un finale alla fine della giornata ma un inizio ogni volta che ci svegliamo, non esiste un vero finale, ogni giorno è una crescita, un viaggio, il finale dei Rames sarà solo l’inizio di un altro viaggio, fin quando staranno insieme non ci sarà mai un finale per loro. Ho apprezzato la scelta della canzone solo perchè ci regala speranza e forza per vivere e attraversare i momenti difficili che stanno vivendo e che vivranno ancora Martino e Niccolò ma non per il significato perchè la penso come ho detto sopra.

L’episodio, come spesso è già capitato, si è aperto non bene, benissimo e ci ha fatto stampare sul viso un sorriso gigantesco, penso mi siano spuntati altri denti e cresciuti altri sacchi lacrimali perchè altrimenti non si spiegherebbero tutti quei sorrisi nascosti tra tutte quelle lacrime di emozione e di gioia e di frustrazione per ciò Niccolò ha detto di Maddalena ma che è subentrata in seguito per poi ritornare ad essere di emozione e di gioia per il bel siparietto della nostra cara boy squad a cui si è aggiunto un altro membro molto importante.

Dopo la nottata trascorsa insieme, Martino e Niccolò si sono addormentati e non hanno sentito i ragazzi rientrare quindi, di conseguenza, dato che la roba di Giovanni era in quella stanza, il ragazzo, quando è entrato nella camera, ha trovato i due piccioncini abbracciati, Niccolò con le braccia intorno a Martino e quest’ultimo con il viso appoggiato al petto del ragazzo che ama perchè si, il cuscino è superfluo ed inutile quando ne hai uno molto più comodo, profumato, caldo e forte pronto ad accoglierti e proteggerti dall’insonnia, dal mondo fuori da quella casa, dalle persone che non li vorrebbero insieme, da quelli che non comprendono il loro amore, da tutta una serie di situazione di cui Martino non è ancora al corrente e che, per quell’istante che sa d’infinito, di eterno, è meglio continuare a non conoscere i dettagli perchè, in quel momento, l’unica cosa che conta è il petto sotto alla sua guancia, i battiti di quel cuore su cui è appoggiato, il respiro calmo e rilassato che gli sfiora i capelli e quella mano che gli cinge il corpo delicatamente, in quel momento sono importanti solo loro due, almeno fino a quando dormono entrambi.

Il mondo però viene a bussare ed è quel mondo buono, quello che li ama e che li protegge e li supporta e non poteva esistere un risveglio migliore di quello che hanno avuto Martino e Niccolò e così partono le note di “Buon Viaggio” e la dolce voce di quello che è l’uomo della vita di Martino e, apro una piccola parentesi su questo, pensando alla stessa scena di SKAM OG, mi è sembrato leggermente forzato il voler inserire quella frase in quel momento perchè Isak parlava di un hashtag riguardante la cantante Gabrielle mentre Martino la butta lì senza alcun riferimento ma, non pensando agli Evak, facendo finta di non conoscere lo SKAM norvegese e, di conseguenza, la scena originale, è stato molto tenero da parte di Martino dire a Niccolò che pensava di aver trovato l’uomo della sua vita ma che, cavolo, conosce quella canzone e la canta anche e, dato che sto cercando di recensire SKAM Italia senza fare paragoni con SKAM OG, devo dire che la scena mi è piaciuta solo che, a onor del vero, devo dirvi che nella mia mente le due scene si sono sovrapposte e mi hanno fatto storcere un po’ il naso SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per la frase detta da Martino.

Vedere Elia, Giovanni e Luca pulire il soggiorno e canticchiare “Buon Viaggio” mi ha fatto sorridere il cuore, sono i migliori amici che Martino avrebbe mai potuto desiderare, si sono sistemati per la notte sul pavimento davanti al camino pur di far vivere quella notte speciale al loro amico che ha sofferto tanto per Niccolò e che soffrirà ancora tanto (si, sto facendo fatica a far finta di non aver visto le clip del nono episodio ma purtroppo devo recensire solo l’ottavo quindi non posso parlare ancora tanto di determinati argomenti e non vedo l’ora arrivi la prossima settimana per parlarvi di ciò che è successo nonostante tutto), pur di non far terminare troppo presto quella notte magica che il loro amico meritava. Luca che abbraccia immediatamente Niccolò e che, di fatto, lo considera già parte del gruppo, che non esita a dire che l’accoppiata patatine-marmellata faccia schifo, dimostrando che è già di casa per lui, è stato forse la cosa più carina di tutta la scena e poi, e poi abbiamo avuto un Giovanni forse quasi più felice degli stessi Martino e Niccolò che con quel sorriso smagliante e quegli occhi emozionati ha dato la benedizione definitiva a quella coppia appena nata, ci ha fatto capire, per l’ennesima volta, che solo la felicità del suo amico è importante e non chi l’ha reso felice, uomo o donna che sia ma solo ed esclusivamente il vedere sereno e con gli occhi che luccicano perchè, finalmente, ha ottenuto ciò che ha sempre desiderato ed è riuscito a venire allo scoperto e ad essere, finalmente, se stesso.

La scena con le ragazze mi ha dato una ventata di freschezza, erano semplicemente degli adolescenti le cui uniche preoccupazioni risiedevano nei compiti in classe, nel memorizzare più concetti possibili e metodi e strumenti per potere copiare e avere un bel voto o, almeno, decente, erano semplicemente dei ragazzi come tanti altri che, come tanti altri, oltre alle ore scolastiche hanno una vita anche difficile, con vari problemi di varia natura, con tanti pensieri nella testa eppure, in quel preciso momento, sembravano ragazzi con un unica preoccupazione, dimostrazione del fatto che nulla è mai come sembra, da lontano, senza conoscerli erano solo quello mentre conoscendoli, ascoltando le loro conversazioni private, dando un occhio alle loro cronologie, ai loro telefoni, ai loro messaggi si scoprirebbe che la loro realtà è anche altro, che vivono una vita lottando ognuno con i propri problemi e i propri demoni, guardando un gruppo di ragazzi che parlano di cellulari in formato mignon da nascondere nel vocabolario, negli stivaletti, nell’hijab non pensiate che sia solo quella la loro vita, non pensiate siano superficiali, siate sempre gentili perchè chi ride non è sempre felice, non diate nulla per scontato e ovvio, non crediate che i ragazzi, solo per la loro giovane età, siano esenti da problemi, non crediate che la loro vita sia solo la scuola, il calcetto, lo sport, la ragazza o il ragazzo da conquistare e il divertimento del sabato sera, non vi azzardiate a pensare che l’apparenza sia la realtà perchè, il più delle volte, ciò che sembra non è ciò che è la dimostrazione di ciò è stata proprio questa scena. Sembrano solo dei ragazzi preoccupati che cercano un modo per copiare ma, in realtà, sono tanto altro.

La scena con Sana è stata importante perchè la ragazza ha fornito un insegnamento di vita molto importante sia sul campo religioso che, di conseguenza, sociale ed umano, con una semplice frase detta con un sorriso la nostra ragazza ha messo in chiaro che tutto l’odio che scaturisce da una credenza è stabilito da noi, da quello che scegliamo come chiave di lettura, da come noi la interpretiamo, da come DECIDIAMO di interpretarla e non dalla credenza stessa, qualsiasi sia il motivo per decidere di credere qualcosa di sbagliato, se sia per paura, per codardia o perchè sia più facile vivere con un pensiero piuttosto che con un altro, SIAMO NOI a decidere di pensarla in un determinato modo e Sana ci ha mostrato che l’arbitrarietà, l’autonomia, la nostra mente e il nostro cuore possono solo aiutarci a scegliere la strada e la chiave di lettura giusta ed è stato davvero bellissimo mentre Martino ha dimostrato la sua immensa forza, la sua tenacia e caparbietà, il suo coraggio e il suo non aver più così tanta paura di vivere il proprio amore alla luce del sole, certo, il tutto con moderazione ma ha avuto la capacità di fare coming out con il padre di botto, senza nessun discorso perchè l’amore non ha bisogno di alcuna preparazione o spiegazione, non esiste amore “diverso” o “anormale”, lui ama un ragazzo e non c’è nulla di cui vergognarsi, nulla da nascondere, vuole portarlo a cena con sè a casa del padre mettendo in chiaro che non è solo un amico ma il suo ragazzo, colui che gli ha fatto conoscere il vero amore e il padre, volendo o nolendo, dovrà accettarlo. La risposta del padre di Martino non è stata poi molto chiara e, anzi, potrebbe essere travisata molto facilmente e ripongo molte aspettative e speranze in una futura scena di confronto tra padre e figlio, mi auguro con tutto il cuore che quel “Stai scherzando?” fosse solo stato un modo per esprimere sorpresa e non rifiuto o disapprovazione che, ripeto, non deve proprio esistere perchè non c’è nulla da accettare o da approvare. Staremo a vedere ma, di sicuro, l’ultimo messaggio del padre di Martino ci sta facendo annegare nella suspance.

Ora, giungiamo alla scena finale, mi sto armando per non iniziare a piangere e a sentire freddo mentre ne parlerò dato che, davvero, non è stato facile guardare quei minuti dato che c’è stata un’escalation di ansia e terrore e voglia di scappare scaturita dal non sapere, dalla paura, dal mondo che ti crolla addosso e che non sai perchè lo stia facendo, in quei momenti siamo stati tutti Martino ma siamo anche stati pervasi dal risuonare della vocina interiore che ci diceva “SCAPPA, MARTINO, SCAPPA” perchè siamo umani e tendiamo a scappare da ciò che non conosciamo soprattutto quando ci fa paura, quando fa male ed è troppo da sopportare pur non sapendo cosa sia ancora e non tutti siamo capaci di andare oltre al momento iniziale di paura, in tanti ci saremmo bloccati per la paura e non avremmo avuto la forza di Martino di uscire di notte, in una città sconosciuta dove non conosciamo nessuno, dove non avremmo potuto chiamare nessuno per farci aiutare nell’immediato, di correre urlando il nome della persona che da un momento all’altro si è trasformata e non sappiamo neanche perchè e poi ci sono quelli come Martino che sono rari, non è da tutti comportarsi come ha fatto quel ragazzo e saremmo solo ipocriti a non ammetterlo.

Martino più di una volta si è sentito spaesato per il comportamento di Niccolò, il ragazzo era troppo eccitato e su di giri, era incontenibile, rideva troppo, si muoveva troppo, non riusciva a calmarsi, non riusciva a smettere di essere iperattivo ed in perenne movimento, sembrava che ogni suo organo lavorasse troppo velocemente, troppo fortemente, era tutto troppo esagerato, era tutto troppo. Parecchie volte Martino è parso stranito e anche imbarazzato dal comportamento del ragazzo anche in presenza della ragazza che li ha portati in quella casa e anche io mi sono sentita così guardando quelle scene.

Federico Cesari è riuscito perfettamente a trasmettere gli stati emotivi di Martino, la sua paura, il suo disorientamento, il suo non capire, il suo voler capire, il suo sentirsi perso e il non sapere cosa fare, il sentirsi il protagonista di un incubo da cui vorrebbe uscire fuori insieme a Niccolò e di cui non sa neanche nulla, non ha nemmeno le armi per salvare entrambi perchè, semplicemente, non conosce la situazione e, come ultima cosa e non per importanza, ha deciso di cedere e di chiamare l’unica persona che potrebbe spiegargli qualcosa e cioè Maddalena, quella che, però, potrebbe anche manipolare il tutto. Federico Cesari merita l’Oscar per questa sua interpretazione.

La scena d’intimità tra i due ha avuto una colonna sonora meravigliosa, uno scenario magico con quelle luci rosse e con quella scritta sul muro che sembrava davvero ricordare i nomi di Martino e Niccolò e un’intensità, una passione inaudita, ho dovuto seriamente abbassare il riscaldamento in casa e togliermi un maglione perchè anche l’aria nella mia stanza era satura di tutte quelle emozioni e di quel trasporto, Rocco e Federico ci hanno regalato una scena magica che trasudava sensualità da tutti i pori e quella scena ha rappresentato l’amore a 360°. I due protagonisti si volevano e si sono presi.

Rocco Fasano in tutte le sequenze a Milano ha interpretato alla perfezione il momento difficile di Niccolò, la sua irrequietezza, la sua mancanza di controllo e il suo terrore ma anche la calma che solo vicino a Martino riesce a provare. Niccolò mi ha fatto paura nella scena davanti al vetro della finestra, si specchiava e sembrava quasi non riconoscersi, aveva paura anche lui perchè sapeva cosa stava vivendo e sapeva che Martino si sarebbe potuto spaventare, che non avrebbe capito nulla. In quel momento sarei voluta scappare e avrei portato via Martino con me, non mi vergogno a dirlo perchè credo che in molti abbiano avuto questo pensiero.

La scena è stata resa ancor molto più difficile perchè Martino non era a Roma ma a Milano, abbiamo visto Niccolò correre nudo per le strade di Milano, è stato inserito il suono della sirena alla fine dell’episodio e la musica di sottofondo si è stoppata all’improvviso quasi come un strappo, quello strappo che Martino ha vissuto, quello strappo che l’ha trasportato via con la forza dal mondo dorato in cui pensava di vivere e che ha fatto cadere noi in una fase davvero complicata. Da questo momento in poi il viaggio non sarà facile ma, dal momento in cui Martino, saprà tutto sarà facile e difficile al tempo stesso.

Concludo la recensione dicendo che anche Rocco Fasano merita l’Oscar e che questa scena è stata più d’impatto di quella norvegese, ho sofferto di più, ho vissuto di più le emozioni di entrambi e, già ve l’anticipo, parlerò meglio dell’interpretazione di Rocco nella prossima recensione quando, dopo aver visto l’episodio nove, saremo a conoscenza di cosa ha causato la manifestazione di Niccolò.

Voto all’episodio: 9

Bonus:

  • Il bacio sul cuore.

  • Gli occhi rossi di Niccolò che vorrebbe solo amare e vivere.

Alla prossima recensione, stay strong.

Irene

 

 

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.