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SKAM Italia – Recensione 3×11

Siamo giunti al termine di questa terza stagione di SKAM Italia da quasi una settimana e la mia recensione arriva solo adesso, lo so, sono in ritardo ma purtroppo gli impegni e la vita da universitaria si stanno facendo sentire prepotentemente e sono riuscita a ritagliarmi delle ore libere solo oggi quindi mi scuso davvero e spero abbiate ugualmente voglia di leggere le mie parole, vedetela come un’altra opportunità per rivivere l’ultimo episodio ed il percorso dei vari personaggi.

Come prima cosa vi dirò che la stagione di Noora si riconferma come quella che mi è piaciuta di meno anche nella versione italiana, mi dispiace dirlo anche perchè era iniziata bene e mi aveva presa davvero tanto rispetto alla versione norvegese che, in ogni caso, ho apprezzato meno ma, purtroppo, non è riuscita a mantenere vivo il mio interesse con l’andare avanti degli episodi, questione che mi rende davvero triste perchè avevo grandi aspettative ed ero certa che sarebbero state soddisfatte e superate, a quanto pare non è stato così, nel complesso, dato che però tendo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, devo dire che tante piccole cose hanno fatto sì che potessi comunque amare questa stagione che non è stata perfetta dimostrando così che la vita non è tutta rose e fiori, che sono i dettagli, determinati aspetti a contare e non quello che non va, almeno non solo quello che non va e spero che questa terza stagione di SKAM Italia vi abbia insegnato che la perfezione non esiste, che non tutto va come vogliamo noi, che certe cose sono incontrollabili e che, in realtà, ciò che rende perfetto e reale un essere umano è proprio il non essere capaci di essere perfetti, di riconoscerlo, di saperci convivere e di riuscire ad amare il mondo che ci circonda, comprese le persone che ci sono vicine, senza pretendere che sia perfetto.

Eleonora ci ha insegnato che il mondo non è sempre un posto in cui si può vivere tranquillamente, in cui ci si può sentire al sicuro e capiti, che non tutte le persone sono buone, sensibili, capaci di comprenderci davvero e di agire senza secondi fini o senza cattiveria.

Ci ha insegnato che non si dovrebbe fare di tutta l’erba un fascio visto e considerato che non saranno tutti buoni ma nemmeno tutti cattivi.

Ci ha insegnato che si deve avere il coraggio di non avere paura, di rimettersi in gioco e di fidarsi nonostante le delusioni avute e la sofferenza.

Ci ha insegnato che dopo la tempesta, anche quella più potente e duratura, spunta sempre il sole, che spesso il sole siamo noi stessi e che la famiglia, quella in cui siamo nati o quella che abbiamo scelto, ci aiuta a brillare di più e che, quando rischiamo di spegnerci o di ci spegniamo davvero, brilla anche per noi e aiuta a farci ritornare splendenti.

Ci ha insegnato che le persone sono in grado di vivere da sole e che sono forti anche senza avere qualcuno intorno ma che le persone hanno bisogno delle persone, bastarsi non vuol dire doversi bastare per tutta la vita, vuol dire solo essere consapevoli di essere nati soli e di dover essere forti da soli ma capire che avere bisogno di qualcuno non significa non essere abbastanza grandi, abbastanza maturi, abbastanza autosufficienti ma, semplicemente, umani.

Ci ha insegnato che le persone da avere nella propria vita vanno scelte, che non chiunque/tutti sono fatti per noi, che noi non siamo fatti per tutti/chiunque, che non ci si può donare a chiunque e fidarsi di chiunque sia per sopravvivenza che per riuscire a vivere come vogliamo, perchè non meritiamo tutti le stesse cose/le stesse persone e perchè la fiducia è qualcosa di importante da non regalare come se nulla fosse.

Ci ha insegnato che sbagliando si impara e che gli sbagli ci rendono più forti e consapevoli, che senza di essi non riusciremmo a confrontarci con noi stessi e con gli altri in modo costruttivo e che fare i conti con i propri sbagli, con le proprie certezze, dubitare di se stessi e degli altri è una delle migliori terapie mai esistite.

Ci ha insegnato che l’amore vince, che ogni forma d’amore davvero sincera e profonda riesce a vincere ogni cosa, che le cose più importanti sono le più semplici, quelle che sembrano giuste fin dall’inizio ma che sono anche complicate  e piene di sorprese, sia brutte che belle, se non si fatica per ottenere qualcosa, se non ci si strugge, non si soffre per poi essere felici non si apprezza ciò che vogliamo davvero e si dà tutto per scontato, ingiustamente. L’amore vince quando è forte e ha radici profonde ed è giusto che vinca dopo aver vissuto anche dei momenti difficili che lo rafforzano ancor di più.

Ci ha insegnato davvero tante cose ma, soprattutto, ci ha dato modo di vedere che dietro i silenzi, dietro gli sguardi, dietro le parole non dette e che, forse, non hanno avuto abbastanza coraggio nemmeno per essere pensate consciamente, c’è sempre tanto altro, che non ci deve fermare alle apparenze, che ognuno di noi è un universo a sè stante che merita di essere scoperto, esplorato e vissuto ma non da chiunque, che la perfezione non esiste e non ha bisogno di esistere e che si può e si deve amare ciò che non lo è, che si deve amare nonostante tutto.

L’episodio finale è stato sicuramente bello ma non ha dato una conclusione, neanche temporanea, alla storyline di Edoardo ed Eleonora che per quanto abbiano vissuto dei momenti molto intensi e siano riusciti a vedere oltre le proprie maschere, hanno ancora tanto bisogno di viversi davvero tanto visto che, secondo me, non sono pronti per andare a vivere insieme in America, non ancora. Mi rendo conto che tutte le situazioni irrisolte non avrebbero trovare una risoluzioni in soli 25 minuti di episodi e che, certe cose, non hanno una risoluzione in breve tempo ma, di certo, non mi piace la sensazione di incompiutezza che mi ha lasciato la relazione tra gli Incantava, forse però si tratta comunque di un qualcosa tra ragazzi giovani quindi è anche giusto così. In ogni caso aspetto comunque la quarta stagione/le prossime stagioni per sapere qualcosa in merito alla denuncia di Eleonora, alla questione di Edoardo e di tutti i ragazzi implicati nella rissa.

La cosa più magica di questa 3×11 non sono stati Edoardo ed Eleonora ma l’amore, ogni tipo di amore, che vince e riesce a percepirsi prepotentemente nell’aria, Sana e la fotografia dell’episodio che è riuscita ad incantare davvero.

E’ stato meraviglioso vedere che Edoardo ed Eleonora facciano parte quotidianamente l’uno della vita dell’altra e si fidino, finalmente, vedere la ragazza aspettare il ragazzo che sta per uscire dalla questura dall’altra parte della strada ha proprio dato l’idea di “ti lascio libero ma sono qui per te, se dovessi averne bisogno” ed è proprio ciò che dovrebbe esistere in una relazione matura ed importante.

Così come è stato maturo e giusto parlare della (non) verginità di Eleonora senza viverla come un tabù ed un argomento di cui vergognarsi anche nel parlare, le ragazze non devono imbarazzarsi di confrontarsi su determinate questioni che si tratti di sessualità, di contraccezione, di fantasie, del proprio corpo, di qualsiasi argomento che il mondo consideri privato, intimo o motivo di vergogna, non c’è nulla di male ad essere libere e nel sentirsi libere e a proprio agio parlando di sesso e di tutto ciò che concerne il sesso con le proprie amiche, con i ragazzi o con il proprio ragazzo, anzi, se ne deve parlare anche e soprattutto con i ragazzi/con gli amici maschi o con la persona con la quale potrebbe esserci qualche contatto intimo, appunto. Mettere in scena la naturalezza e il leggero tentennamento nel confidarsi su determinate questioni mi ha davvero fatto battere le mani, complimenti.

Una delle scene più belle di questo undicesimo episodio di SKAM Italia è stata sicuramente quella della prima volta degli Incantava, una prima volta sentita e desiderata, un momento che entrambi hanno aspettato per tanto tempo e che, finalmente, hanno potuto vivere pienamente e liberi da ogni dubbio e problema, un qualcosa che è andato oltre il desiderarsi ed il volersi dannatamente e che ha toccato qualcosa di più profondo del semplice ed incandescente desiderio che non riuscivano più a controllare. Ho visto rispetto e voglia di viversi, ho percepito il loro amarsi ed il loro volersi amare tramite i loro sguardi, i loro tocchi leggeri, il loro non smettere di cercarsi con gli occhi e di parlarsi, tramite la domanda di Edoardo che è aleggiata nell’aria, di cui non c’era bisogno ma che il ragazzo sentiva il bisogno di porre perchè tiene davvero tanto ad Eleonora e vuole che si senta sicura. E’ stata una scena forte e pregna di emozioni e di amore senza la necessità di doversi dire “Ti amo”, i nostri protagonisti hanno dimostrato che non sempre c’è bisogno di esprimere ciò che si sente, che amarsi non è dirsi quelle due paroline ma metterle in pratica, che le parole restano nell’aria mentre le azioni, il rispetto, il voler proteggere ed il voler rendere felice una persona e riuscirci si attaccano alla nostra pelle e al nostro cuore irrimediabilmente. Ho davvero apprezzato il fatto che non siano detti di amarsi a parole perchè non sono necessarie sempre, ciò che conta sono le emozioni che si provano, le sensazioni, le parole hanno bisogno di arrivare dopo, di appoggiarsi a ciò che si è vissuto e si vive ed è giusto così.

La storia di Edoardo ed Eleonora non è terminata, siamo solo all’inizio e nonostante la presenza di fattori che mi hanno, purtroppo, fatto capire che la terza stagione non è la mia preferita, voglio proprio vedere cosa succederà perchè ogni storia è perfetta a suo modo e, forse, gli Incantava avevano bisogno di vivere ciò che hanno vissuto, compresi gli sbagli, per trovarsi, scegliersi ed amarsi davvero. Continuo a ribadire che certe scelte, soprattutto il modus operandi di Edoardo dopo la rivelazione di Eleonora sulla denuncia ed il presunto stupro, siano incomprensibili anche dopo aver ponderato e valutato la questione, sia chiaro.

Voglio dedicare una parentesi al fatto che Eleonora sia sembrata davvero incoerente nel comportarsi in merito alla questione del video e della confessione di Edoardo, non è coerente volere che si rivolga alla polizia prima di compiere un gesto azzardato come spaccare una sedia sulla schiena di una persona ma poi incitare una persona a mettersi d’accordo con il colpito per evitare che escano fuori dei nomi e che qualcuno finisca nei guai, la giustizia è giustizia sempre e ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e accettare le conseguenze delle proprie azioni cosa che Edoardo ha fatto, dimostrando di essere maturato e di aver compiuto un development davvero costruttivo, anche qui riscontro un’ambivalenza dato che si è comportato male con la questione stupro dimostrando di non essere sensibile, di preoccuparsi per gli altri mentre sappiamo che Edoardo è quello che decide di confessare alla polizia e di assumersi le proprie responsabilità per difendere chi ama quindi, anche qui, c’è qualcosa che non mi torna.

 

 

 

 

 

 

Sono felice per Silvia e Luca che, finalmente, sono riusciti a trovarsi davvero e a regalarsi e regalarci un bacio davvero dolce e pieno di felicità, quella felicità di cui entrambi hanno bisogno e che solo Luca, con la propria dolcezza, la propria ingenuità, la propria fantasia, può riuscire davvero a donare a Silvia che ha solo bisogno di tanta normalità e di sentirsi amata e rispettata, davvero.

Prima di concludere la recensione parlando di un personaggio che amo tantissimo voglio solo dire che, a prescindere dal fatto che non sappiamo quali coppie saranno endgame alla fine di tutte le stagioni di SKAM Italia, sono proprio felice per tutti i ragazzi che stanno vivendo un amore definitivo o temporaneo che sia perchè hanno bisogno di vivere, di amare e di essere amati, senza pensare troppo, senza avere troppe aspettative ma vivendo, vivendo e basta ma sono felice anche per Elia che al momento non ha una persona al suo fianco ma è soddisfatto e sorridente perchè al momento si sente bene con se stesso e non gli pesa essere da solo perchè si basta ma sa che incontrerà quella persona che lo completerà ed io davvero so di avere bisogno di una stagione con Elia protagonista.

Ora, però, voglio dedicare delle parole a Beatrice Bruschi, la meravigliosa Sana che, probabilmente, sarà la protagonista della quarta stagione di SKAM Italia e che fremo di vedere in azione perchè so che ci regalerà momenti epici e di grande importanza. Sana non ha avuto chissà quale ruolo in questo ultimo episodio ma quei pochi secondi in cui l’abbiamo vista inquadrata mi hanno trasmesso talmente tante emozioni che non sono certa di averle percepite e distinte le une dalle altre, è bastato uno sguardo, sono semplicemente bastati i suoi grandi occhi scuri per farmi vedere un mondo che voglio assolutamente esplorare insieme a lei, una main che, se lo sarà, riuscirà a farci tremare e a coinvolgerci in una maniera totalizzante e quasi catartica. Io aspetto solo Sana al momento e so che dire di ricordare solo i suoi occhi se penso alla 3×11 è un po’ cattivo da parte mia e, forse, irrispettoso nei confronti della protagonista della terza stagione ma si, pensare alla 3×11 per me vuol dire rivedere gli occhi grandi e scuri di Sana che osservano l’amore che vive intorno alla loro padrona e che vivono un turbamento profondo che ho bisogno di vivere insieme a questa piccola grande donna. Senza nulla togliere agli altri personaggi, ci tengo a sottolinearlo.

Ci tengo a ringraziare Benedetta Gargari e Giancarlo Commare per le emozioni che ci hanno fatto vivere e per la loro capacità recitativa che si percepisce anche dal più piccolo sguardo e per essersi impegnati per portare in scena una storia complicata che è stata curata nei minimi dettagli da qualcuno che si è messo in gioco dimostrando di aver a cuore questa protagonista e la sua storia, storia che ha comunque peccato in certe scelte, in ogni caso, grazie davvero di cuore perchè ciò che conta è ciò che ho detto nella prima parte della recensione. Grazie Ludovico di Martino, davvero di cuore.

Alla prossima stagione, miei cari, buona estate ma, non temete, io sarò sempre qui e mi occuperò dei vari articoli cercando anche di portarvi nuovo materiale.

Un bacio grande e grazie a tutti coloro che hanno letto anche solo un rigo di una delle mie recensioni, senza di voi non sarei qui ad occuparmi di un qualcosa di così magico come SKAM e non potrei non esservene grata.

Irene

 

 

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.