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Suburra: racconta la fame millenaria di conquista di Roma

Al festival di Venezia, Netflix ha lanciato questa sua nuova serie tv pronta a sbarcare sui nostri computer: Suburra.

Una serie tv Italiana

Questa nuova serie è stata presentata a Venezia 74, dove i produttori e il cast hanno rivelato il format davanti alla stampa.

Il debutto previsto per questa prima serie tv italiana targata Netflix è il 6 ottobre 2017, tra circa un mese.

Il crime thriller si concentrerà sulla lotta di potere fra Stato, Chiesa e criminalità, con protagonisti Numero 8 (Alessandro Borghi), Lele (Eduardo Valdarnini) e Spadino (Giacomo Ferrara). Con tre desideri diversi, dovranno collaborare e stringere patti per riuscire a realizzare i loro sogni.

Scopriamo di più

Nell’intervista fatta a Venezia, si sono scoperte alcune cose che ora andremo a riportare!

Agli attori e produttori è stato chiesto com’è nata l’idea del prequel e come si passa dal film alla serie, e Barbara Petronio ha risposto così:

 “L’idea nasce dalla sensazione di noi sceneggiatori di avere un’immagine e una dimensione con maggiore distacco, che ci porterà poi al film.  Volevamo che fossero un pochino più giovani rispetto al film per rappresentare la forza dei personaggi romani. Volevamo raccontare un romanzo di formazione, ma la fame millenaria di conquista che ha un personaggio che nasce e cresce a Roma. Deve sopravvivere, ma diventare adulto“.

La seconda domanda è stata rivolta a Michele Placido, e riguardava il fatto che serie come questa verranno considerate come serie di un nuovo impianto seriale e gli è stato domandato se gli è sembrato diverso diverso lavorare su serie come questa.

Ecco come ha risposto Placido:

 “La sfida era questa, il giorno dopo che siamo presi a pomodorate per Romanzo Criminale qui a Venezia abbiamo aperto un genere e registi/attori ora sono a Hollywood. Dobbiamo avere idee più partecipative nei progetti con i grandi produttori, speriamo che sia una nuova stagione della serialità quest’anno con la Rai e l’Italia che stanno cambiando. Dobbiamo cambiare noi in primo luogo, dobbiamo essere al fianco dei produttori con una differente mentalità. Mi sono trovato spiazzato all’inizio, ma credo di aver capito moltissime cose“.

A Claudia Gerini è poi stato chiesto come mai ha scelto di interpretare un personaggio così forte e diverso dai suoi soliti ruoli.

“Ho combattuto per avere questo ruolo e diversificare un po’ lo sviluppo della mia carriera, sono orgogliosa di aver lavorato con tre registi così importanti. Sara è una donna ambiziosa, la sua storia è l’evolversi della formazione di un personaggio che vive un viaggio emozionale. Lei fa la revisione dei conti in Vaticano, una donna in quell’ambiente è rara. Lei è molto vicina al presidente della Commissione Immobiliare della Santa Fede. La sua ambizione dato che è sposata con un gentiluomo importante all’appetito di questo nuovo piano espansionistico di Roma. È una donna capace e di talento, è arrivata lì anche per la sua abilità nel relazionarsi mostrando la Roma dei salotti che conta e conosce i segreti di un elemento corrotto della Chiesa. Tutti siamo dietro al potere, questo vuoto di potere all’inizio attrae tutti che ne hanno un disperato bisogno. Il potere è il macrotema della serie Suburra. Un linguaggio irriverente e nuovo“.

Altre domande sulla serie

Una delle domande più importanti è stata se Michele Placido ha partecipato alla sceneggiatura:

“Quando si è parlato di collaborazione stretta con i miei colleghi e gli sceneggiatori. Io ho girato due puntate, sempre al fianco degli sceneggiatori“.

Riguardo la città nella quale si svolgono i fatti, la grande Roma, viene descritta così:

“Questa è una Roma che ha degli elementi di realismo, ma ha soprattutto fiction e racconto. Una storia vera si dilata, se avessimo voluto scrivere un saggio lo avremmo chiamato saggio sulla correzione di Roma. C’è sempre la fiction“.

L’interprete di Numero 8, Alessandro Borghi, ha il privilegio di interpretare un personaggio ringiovanito. Come ci si sente?

“Una grande possibilità, ho smontato il Numero 8 del film e ho ricostruito un personaggio molto meno consapevole della concezione di potere. Partiamo da alcune dinamiche legate alla sua famiglia e non sappiamo quando lo potranno al personaggio del film. Per trovare un posto si relaziona con dei mondi a cui non era abituato ad appartenere nel film“.

Essendo la prima serie tv italiana targata Netflix, è stato chiesto ai produttori in che modo è diverso lavorare per Netflix, ed ecco cosa hanno detto i produttori:

“Devo confessare che fare questo tipo di nuovo serie è divertentissimo. Ogni committente è leggermente diverso, credo che lo specifico di Netflix nel campo della nuova serialità sia la sua totale globalità. Non ha le categorie dell’aggancio nazionale, richiede qualcosa di forte e autentico, il nostro rapporto è stato molto intenso. Il lavoro è stato molto istruttivo per noi, ci ha spinto sempre verso un linguaggio globale. La nuova serialità è un racconto fortemente ancorato ai fondamentali del racconto con immagini “ fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni”. Il racconto dei grandi fatti simbolici di fondo, il rapporto con il potere non è astratto e pedagogico ma è in tutte le sue forme. L’evoluzione dei personaggi è fortissima con dei temi universali. Netflix ti permette di essere completamente aderente ad una globalità profonda“.

Come ultima domanda, è stato domandato a Placido come mai il thriller politico è sempre molto popolare, e al cast è stato chiesto com’è lavorare sulla guida di un’icona del cinema:

“Si vede che lei abbia una grande stima (risate ndr.). Cito due autori teatrali ovvero Shakespeare che ha parlato ai suoi tempi di bene e male in thriller politici. Perché ripetiamo gli stessi errori dei nazisti e del passato? È giusto parlare di questi prodotti. Pirandello diceva invece che ci sono le verosimiglianze che appartengono alla natura di noi, c’è la facciata della politica e poi c’è l’inconfessabile. Si spera di arrivare sempre più nel profondo, ma l’inconfessabile purtroppo neanche la migliore fiction lo racconterà mai“.

Che dire, si prospetta una bellissima serie!

 

-Miriana

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Miriana Zibardi, anche soprannominata Simba, amante folle di serie tv! Potrei stare al pc a guardarmi episodi da mattina a sera. Ecco la mia vita.