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Supergirl – Recensione 1×11

[SPOILER ALERT]

STRANGE VISITOR FROM ANOTHER PLANET!”

VISITATORE DA UN ALTRO PIANETA!

 

 

Eccoci qui, undicesimo appuntamento con Supergirl.
Continua la scia di episodi filler dopo la tregua raggiunta nel mid-season premiere tra D.E.O. e Kryptoniani: dopo un episodio interamente dedicato a Winn e, al difficile rapporto con il padre continua ad essere centrale il tema della famiglia, con il nostro Marziano preferito al centro della storia.

 

J’onn dovrà affrontare un terribile spauracchio personale e capire se è davvero la persona che crede essere, o se rabbia e paura avranno il sopravvento.

 

 

Una senatrice degli Stati Uniti sta per tenere un discorso a National City contro l’immigrazione aliena clandestina. Cat decide di mandare un uomo sul posto a seguire l’evento, e James non perde l’occasione per poter tornare sul campo.

 

In redazione però scoppia un piccolo imprevisto: Adam, il figlio che Cat ha abbandonato con il padre per poter seguire la propria carriera, è arrivato in visita spinto da una lettera scritta in segreto da Kara. Recuperare il rapporto per i due sarà difficile: dopo una cena andata male, sarà la nostra bionda supereroina a farli riavvicinare, non senza colpire col suo fascino il fascinoso giovane.

 

 

Al discorso, però, è di Supergirl che si ha bisogno: nel bel mezzo delle sue dichiarazioni xenofobe la senatrice e la sua scorta vengono attaccati da una creatura dalla forza e velocità superumane. Solo l’intervento della Ragazza d’Acciaio e del D.E.O. riporta la calma, ma la creatura biancastra riesce a fuggire anche grazie all’immobilismo di Hank, che apparentemente non riesce a reagire quando questa le si trova di fronte.

 

Presa in sicurezza la senatrice, il gruppo rientra al quartier generale, dove Hank spiega ad Alex e Kara il motivo della sua preoccupazione: la creatura è un Marziano Bianco, una razza sanguinaria e violenta di marziani che hanno sterminato col fuoco e la guerra i Verdi di cui J’onn fa parte. Marte è sotto il controllo dei Bianchi ora e, hanno tutta l’intenzione di eliminare l’ultimo sopravvissuto della razza nemica. J’onn, usando i suoi poteri nelle recenti avventure, ha risvegliato il legame telepatico che tutti i marziani condividono, esponendosi all’attacco del Bianco. Utilizzando le abilità di mutaforma, il pericoloso nemico è riuscito a infiltrarsi al D.E.O. sotto le sembianze della senatrice: solo per pochissimo Alex e Kara riescono a smascherarla prima che possa fare troppi danni, ma nonostante questo il Bianco fugge di nuovo.

 

 

 

 

Davanti alla possibilità che la senatrice sia ancora viva, il trio decide di studiare un piano: ma J’onn è accecato dalla disperazione e dalla rabbia verso sé stesso e verso ciò che i bianchi hanno fatto alla sua gente e alla sua famiglia.

 

 

Nello scontro finale, saranno solo l’umanità e la compassione di Kara e Alex a tenerlo dal lato giusto della barricata: un affetto e una presenza che riesce, almeno in parte, a riempire nel suo cuore il vuoto lasciato dalla perdita.

 

Quando tutto sembra essersi risolto per il meglio, però un doppleganger di Supergirl appare in città. Kara e Alex sono incredule: chi è questa copia che sembra agire anch’essa a protezione dei cittadini di National City?


Negli ultimi due episodi, la narrazione si è decisamente rilassata dedicandosi con forza ai comprimari della serie:

– Prima Winn, che finora era rimasto l’amico nerd imbranato e adesso è finalmente uscito dall’ombra, mettendo a nudo sé stesso e i propri sentimenti per l’amica di cui è innamorato da sempre.

 

– Su Cat e Adam mi soffermo brevemente, perché in fondo la figura della bionda editrice è già stata affrontata sotto diversi punti di vista.

 

 

– Ora tocca a quello che probabilmente è il mio personaggio preferito della serie: J’onn J’onnz/Hank Hanshaw, ovvero Martian Manhunter. Avevo già paventato le fantastiche possibilità narrative derivanti dall’avere un pezzo da novanta di questo calibro nella squadra, e devo dire che pur con le attese queste non mi hanno affatto deluso, anzi: questo episodio dieci è il più emotivamente forte visto finora, con almeno due scene di estremo impatto sullo spettatore e una qualità recitativa forse stereotipata ma quanto mai efficace. David Harewood, Melissa Benoist e Chyler Leigh ci regalano dei momenti padre/figlio davvero molto belli che scuotono perfino la mia irriducibile scorza dura.

 

 

Questo, aiutato da una CGI davvero non male, contribuisce al confezionamento di uno degli episodi più riusciti: ed è indicativo che si tratti proprio di uno dedicato ai comprimari piuttosto che alla protagonista e alla storyline principale. Come successo anche per The Flash e Arrow, la cura e la costruzione del gruppo nel lungo periodo hanno portato a una struttura molto più solida di quella che ci si poteva aspettare:  per quanto posso rilevare, ho ancora l’impressione che manchi una trama solida in fondo, che per raccontarla bastino in realtà pochi episodi, e che tutto il resto sia uno sfizioso orpello ma niente di più.

 

Supergirl costruisce piccole perle a ogni episodio ma non riesce a decollare nella sua verticalità: ciò nonostante, Strange Visitor From Another Planet è uno degli episodi meglio riusciti nella sua dose di emozioni forti e con un marcatissimo tema familiare che è poi il leit motiv dell’intera serie. Emozioni forti assicurate e una bella dose d’azione in GCI.

Ben fatto!
Bene, se si continua a creare storie così ben fatte verticalmente, si può anche chiudere un occhio sulla debolezza generale della trama orizzontale. La sensazione è quella che si stia sviluppando tutto in micro-archi narrativi che poi – si spera – convergeranno tutti verso il finale di stagione come i diversi fili di lana di un maglione ben intessuto. Staremo a vedere, intanto finalmente arriva Bizarro-Supergirl.
Vi lascio con il promo del prossimo episodio!
 Alla prossima recensione ragazzi!
Gabriele

 

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.