Supernatural – Recensione 13×20
Ma vediamo più nel dettaglio cos’è accaduto.
L’angelo ingannatore
In questo episodio, diretto da Richard Speight Jr. (Gabriele), nel quale si possono vedere molti rimandi a Kill Bill (primo esempio è la lista di semidei da uccidere, oltre alle spade), Gabriele è stato il protagonista. Egli fa i conti con il proprio passato, cercando vendetta contro Loki, il vero dio dell’inganno di cui aveva preso le sembianze ed i suoi figli. Sam lo appoggia, probabilmente perché si rivede in lui, che agirebbe allo stesso modo contro Lucifero e Dean va con loro, perché tiene al fratello. Certo, in realtà questo è più che altro un espediente per concordare con Gabriele che lui ricambierà il favore e li aiuterà contro Michele. Il punto di svolta arriva quando Loki spiega che Gabriele, ai tempi, per aiutare la propria famiglia, non ha tenuto fede alla promessa fatta a Loki. Qui, si provano dei sentimenti contrastanti verso di lui, perché da una parte ha infranto una promessa, ma dall’altra ha aiutato i Winchester contro la sua stessa famiglia.
Quello che Gabriele capisce alla fine è ciò di cui l’aveva già avvertito Dean: la vendetta non porta da nessuna parte, perché purtroppo, quello che hai perso, l’hai perso per sempre. E tutto questo si può vedere nel sorriso che si affievolisce sul suo volto dopo aver parlato con Sam. Ora, al posto della rabbia, gli è rimasto solo un senso di vuoto.
Il piano di Michele
Nel frattempo, nell’altro mondo in cui sono ancora intrappolati Mary e Jack, Kevin spiega che il piano di Michele è disastroso, ma ciò non ci stupisce più di tanto. La scena che purtroppo ci lascia male è la morte di Kevin, che si uccide con due scopi: il primo è quello di rivedere sua madre, anche solo nei ricordi, oltre al fatto che crede di meritarsi una sorta di punizione per tutte le cose orribili che ha fatto; il secondo è quello di portare con sé anche loro.
Però, Kevin non riesce nel suo intento, perché Jack protegge Mary con le sue ali e si salvano entrambi. Mary, che finalmente sta facendo venire alla luce il suo lato materno e dice al ragazzo che non può perdere un altro “figlio”. In questo episodio, si può vedere un lato della crescita di questi due personaggi: da una parte, c’è Mary, che sta cercando di proteggere Jack come se fosse uno dei suoi figli, che ha dovuto lasciare dall’altra parte, nel vano tentativo di difenderli contro Lucifero, quindi sta cercando adesso di rimediare a tutti gli errori commessi nella scorsa stagione; dall’altra, c’è Jack, che le dimostra di essere buono, ancora una volta, di voler aiutare tutte le persone, anche se chiaramente non riesce nel suo intento, perché non si riesce a proteggere tutti quanti. Fra l’altro, quando Jack promette a Mary che non lo perderà, la sua espressione addolcita sembra rivolta quasi ad una figura materna.
Il custode di mio fratello
A questo punto, parliamo della scena più bella di questo episodio, ovvero di quella in cui Dean spiega a Sam che non lo sta “lasciando in panchina”, perché crede non sia capace di fare il proprio dovere, ma unicamente perché non vuole perderlo e sta cercando di proteggerlo. Questo era abbastanza ovvio da tempo per lo spettatore, conoscendo il carattere di Dean da molto tempo, ma secondo il punto di vista di Sam, che non è esterno dato che è coinvolto completamente nella faccenda, Dean preferiva fare tutto da solo perché lavora meglio senza di lui.
E poi, c’è la battuta finale di Sam, che è dolce, sebbene infinitamente dolorante allo stesso tempo: Se dobbiamo morire, lo faremo insieme. Dean sorride, perché è bello sapere di avere sempre al proprio fianco suo fratello, ma quella frase sa tanto di sentenza di morte.
Vi lascio con il promo del prossimo episodio, ossia il ventunesimo, intitolato Beat the Devil:
https://www.youtube.com/watch?v=qtSOuNTn8gc
Alla prossima!
Erica
