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Supernatural – Recensione 13×22

Bentornati ad un’altra recensione di Supernatural, stavolta parleremo del ventiduesimo episodio della tredicesima stagione, Exodus, in cui il Diavolo sembra avere un cuore e la fazione del bene elabora un piano per sconfiggere Michele.

Ma cominciamo dall’inizio.

Due fratelli

Non potevo evitare di parlare dell’abbraccio lunghissimo che c’è stato fra i due fratelli all’inizio dell’episodio, perché è stato davvero bello. Mi stupisco sempre della tenerezza e del sincero affetto che provano l’uno nei confronti dell’altro e del fatto che, sebbene sia capitato spesso che si perdessero a vicenda, ogni volta fa più male della precedente. Questo dimostra che l’amore, quando è forte, non scompare mai veramente, in un qualsiasi rapporto.

Padre e figlio

C’è molto da dire su Jack e Lucifero, stavolta. Cominciamo dal principio: tutti quelli che stanno attorno a Jack (i Winchester, Cas, Gabriel) cercano di tenerlo lontano da Lucifero, perché temono che possa corromperlo o semplicemente fargli del male, piuttosto che traviarlo, ma Jack cambia le carte in tavolo. Il ragazzo ascolta il suggerimento della madre, che gli ha detto di essere sempre se stesso e decide, in maniera molto matura ed autonoma, di ascoltare Lucifero. Ora, potrebbe sembrare una scelta stupida e soprattutto, errata, ma essendo suo padre, è giusto che Jack gli dia la possibilità di spiegare, di mostrargli il suo punto di vista sulla faccenda, perché prima di condannarlo emanando una sentenza, deve concedergli la parola. In particolare, Jack deve conoscere Lucifero, per capire il motivo per cui tutti lo accusano, perché è sempre importante sentire le due campane, per scoprire dove si cela la verità in una storia.

Ovviamente, però, dato che Lucifero rimane sempre e comunque un egoista, rivela la versione dei fatti che lo dà per vittima (qui Cas infatti lo redarguisce), facendo vedere al figlio solamente il suo lato buono, solo la luce e non le ombre.

Il comportamento di Jack mi ha colpita, ma non quanto il dialogo fra Lucifero e Gabriele. Gabriele apre gli occhi a Lucifero e gli sbatte in faccia la dura realtà: il padre, ossia Chuck/Dio, l’ha rinchiuso nella Gabbia per proteggere il mondo da lui, perché voleva distruggere gli umani solo per via di una rivalità data dal fatto che il padre amava lui meno di loro. Il padre ha dovuto allontanarlo per proteggere le persone, non perché non lo amasse e quando lo capisce, Lucifero versa una lacrima. Ha detto molte volte che è cambiato, che sta cercando di riprendersi il figlio con le buone maniere e non con la forza per dimostrarlo, ma non ci abbiamo creduto. A dire il vero, non ci credo nemmeno adesso, ma questo – oltre alla scena finale, di cui parleremo in seguito – dimostra che il meccanismo all’interno del suo cuore è in qualche modo ripartito. Lucifero rimane egoista, certo, ma forse la bontà di Jack lo sta plasmando, cominciando a smussare gli angoli affilati, facendogli realizzare che essere un po’ ematico e gentile con gli altri non sempre nuoce.

Qualcuno da salvare

C’è una piccola parentesi, nell’episodio, in cui i Winchester salvano Charlie e Ketch dalle grinfie del Castiel dell’Altro Mondo. Il momento in cui Sam stringe a sé Charlie è molto dolce, è impossibile non emozionarsi quando c’è di mezzo lei. Inoltre, vorrei spendere due parole per questo differente Cas, che è stato davvero capace di incutere timore ed angoscia, in qualche modo, con quella sua voce traballante e le labbra che si muovevano in modo quasi spasmodico. Misha è stata davvero bravo nell’interpretarlo.

Ancora una volta, è stata dimostrata la crescita del personaggio di Cas dalla quarta stagione a questa parte: non è più un semplice soldato angelico, ma è un angelo alleato degli umani, che spesso si dimostrano essere migliori degli angeli.

L’epica lotta

Finalmente, Lucifero si rende utile e si verifica l’epica lotta fra di lui e Michele, senza esclusione di colpi. Usano i loro poteri per colpirsi, mentre i Winchester incitano gli altri a scappare, così da poter tornare nel proprio mondo. In questa scena, però, c’è una velata ironia di fondo, perché non sta accadendo l’epica lotta fra il bene ed il male, bensì è una battaglia fra il male (Michele) ed il male minore (Lucifero).

Lucifero non è abbastanza forte per sconfiggere Michele, purtroppo, quindi Gabriele si unisce alla lotta per aiutarlo, mentre gli altri scappano e lì, vi trova la morte. Sappiamo tutti che Gabriele è pieno di trucchi, ma in questo momento, sembrerebbe che sia morto per davvero, con il rammarico di tutti.

Il diavolo sulla schiena

Sam si scrolla il Diavolo di dosso, che fino ad ora gli era rimasto aggrappato alla schiena. Lo lascia lì, sperando di non rivederlo mai più, affrontando il proprio trauma con forza, mettendo la parola “fine” a tutto il dolore provato fino a quel momento. Non è solo qualcosa di mentale, ma a questo punto di venta anche fisico, perché lascia indietro direttamente una persona, gettandola a terra. E questa specie di tradimento, Lucifero non l’aveva proprio visto arrivare.

Lucifero, alla fine, è costretto a sancire un patto col Diavolo (ironia della sorte), pur di tornare nell’Altro Mondo e riprendersi suo figlio. L’aspetto di cui si parlava prima, che colpisce, è l’espressione di Lucifero: lui non vorrebbe questo, forse perché odia Michele, forse perché teme la reazione di Jack, non ne conosciamo la ragione, ma la sua faccia fa pensare che si senta intrappolato dal Male e che non vorrebbe mai averci a che fare. Magari, adesso ha finalmente capito il modo in cui tutti l’hanno visto per secoli e come ci si sente. Magari, questo è il suo punto di rottura (quello di cui parlava il Cas di questo mondo), il nervo scoperto che lo aiuterà a cambiare atteggiamento.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, ossia il ventitreesimo, intitolato Let the Good Times Roll:

Alla prossima!

Erica

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.