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Supernatural – Recensione 14×20

Bentornati ad una nuova recensione di Supernatural, stavolta parleremo del ventesimo episodio della quattordicesima stagione, Moriah, in cui qualcuno ha perso le ali, qualcun altro ha mentito ed altri hanno dovuto pagare un conto molto amaro per essere stati giusti.

Ma ora, parliamo per bene di questo finale di stagione!

Carry on my wayward son
There’ll be peace when you are done
Lay your weary head to rest
Don’t you cry no more

Gli scrittori mentono

Comincio dicendo che questo episodio mi è piaciuto molto. È stato un degno finale di stagione, secondo me.

Innanzitutto, l’inizio è stato molto divertente oltre che sorprendente. Il fatto che Jack faccia smettere tutti di mentire ha provocato una reazione a catena di avvenimenti molto ilari, che mi hanno fatta ridere un sacco – come la scena nell’ufficio. Poi, è arrivato il momento che più mi ha colpita: il ritorno di Chuck. Ormai non ci speravo più, invece la preghiera di Castiel ha dato i suoi frutti e Dio finalmente è tornato per salvarli tutti (o almeno, così pensavamo).

Chuck accampa varie scuse inutili per giustificare il fatto che essenzialmente si è fatto gli affari suoi per un bel po’ di tempo, girovagando per il mondo assieme alla sorella manco fosse Ash Ketchum. Egli spiega di nuovo ai Winchester che ha costruito il mondo perché gli umani potessero viverci ed ogni loro scelta ha una conseguenza nella quale Dio non può entrare, dipende tutto da loro. Chuck è però tornato adesso, perché Jack è diventato troppo pericoloso ed il fatto che non abbia più un’anima potrebbe provocare una nuova Apocalisse, perciò deve intervenire. Ora, non è che Chuck voglia davvero sporcarsi le mani, quindi fabbrica una pistola che uno del Team Free Will possa usare per uccidere il ragazzo. La pistola ha però un esito che cerca di ristabilire l’equilibrio, quindi se l’intento è quello di uccidere qualcuno, morirà anche colui che spara il colpo (vuole darle un nome in onore di Hammurabi e ricordiamo che il Codice prevedeva il cosiddetto “occhio per occhio”).

A questo punto, Dean si offre di premere il grilletto e di sacrificarsi per tutti, perché non c’è nessun’altra soluzione. Sam e Castiel, però, non sono d’accordo: il primo, perché non vuole perdere né Dean né Jack dopo la madre; il secondo, perché crede si possa sempre aiutare Jack facendogli da modello per fargli capire la differenza fra giusto e sbagliato, dato che non ha più un’anima (e glielo ripete dopo, quando lo incontra). Dean tratta Jack come uno dei tanti mostri da uccidere, credendo sia così più facile completare la propria missione, anche se ovviamente fa male anche a lui dover fare fuori uno di famiglia, mentre gli altri due preferirebbero trovare un altro modo per fermare il ragazzo. Secondo me, la soluzione di Castiel sarebbe potuta essere consigliabile, ma si sa che alla fine in Supernatural va sempre tutto per il peggio.

Qual è il problema, alla fine dei giochi? Il problema è che gli scrittori mentono.

L’esecuzione

Ora, io non sono esattamente d’accordo con questa frase, perché penso che in realtà gli scrittori si basino sulla realtà per creare le loro storie, quindi c’è più verità che finzione nei libri di quanto si possa immaginare, ma in questo caso, va benissimo pensarla così. Perché? Perché l’altra faccia dell’autore è quella di creare un mondo fittizio usando la fantasia, facendo andare tutto come vogliono loro che vada, tirando i fili come dei bravi burattinai ed è esattamente quello che fa Chuck.

Arriviamo alla scena madre di tutto l’episodio: l’esecuzione. Sono tutti lì, in quel cimitero: Dean con in mano una pistola, Sam che corre a perdifiato per raggiungerlo e Castiel che cerca di non fargli attraverso il punto di non ritorno. Dean minaccia Jack con la pistola e lui, incredibilmente, s’inginocchia di fronte a Dean e gli dice: Lo capisco. Qui mi si stava lacerando il cuore.

Alla fine, però, come prevedevo, Dean non gli spara. Vi ricordate quella cosa che gli scrittori mentono? Ecco, ora ritorna. Chuck ha mentito per tutto il tempo: quello che voleva era solo una bella scena degna della storia biblica di Abramo ed Isacco, un padre che sacrifica il proprio figlio (Moriah è il nome di una regione montagnosa, luogo del sacrificio di Isacco). Ha tirato i fili per tutto il tempo. Ha usato i Winchester come i propri burattini, quando in realtà avrebbe potuto fare qualcosa per Jack. Cosa fa quindi Chuck, a questo punto? Cerca in tutti i modi di trovare una debolezza, tanto da dire che riporterà indietro Mary, purché Dean uccida Jack, ma le cose non vanno come vuole, perché i Winchester si rifiutano. Quindi, litigano fra di loro, Sam addirittura spara a Dio ed a questo punto, accade l’inevitabile.

Bonus

Voglio crearmi un piccolo angolo in cui parlare del fatto che hanno rivoluzionato l’idea di Dio. Dopo aver visto la quinta stagione, ci era parso che Dio fosse un narcisista, qualcuno che scrive per se stesso e per il proprio divertimento, stando fuori dalle vicende umane per non doversi sporcare le mani – anche se in realtà lo fa per non intromettersi, dando agli uomini la possibilità del libero arbitrio. Mi ha colpita molto il fatto che Dio si sia rivelato un bugiardo per tutto il tempo e devo dire che da una parte non sono molto d’accordo con quest’idea, perché l’immagine finale di Dio (undicesima stagione) e l’immagine che di solito viene data sono quelle di un Dio misericordioso, che non si immette nelle storie degli umani per dargli la facoltà di scegliere cosa fare, non di un Dio che gioca con gli uomini per divertimento, come uno scrittore con i propri personaggi. Però funziona. E perché funziona? Perché è la caratterizzazione che gli hanno dato dalla quinta stagione e che adesso si sta rivelando in carne ed ossa, caratterizzazione che ovviamente è quella di una serie – vedi il fatto che gli angeli sono guerrieri al servizio del Paradiso più che missionari gentili al servizio di Dio.

La resurrezione dei morti

Quindi, durante il gran finale, Chuck si arrabbia ed uccide Jack, che finisce nel Vuoto, in cui incontra Morte (Billie), la quale ha sicuramente in testa un piano per lui. Poi, pronuncia un Benvenuti alla fine molto solenne e schiocca le dita alla Thanos, facendo risorgere le anime dei morti, ma non quelle del Paradiso, bensì quelle appartenenti all’Inferno, scatenando una vera e propria Apocalisse. La scena mi ha ricordato un po’ quella della caduta degli angeli della 8×23. La canzone che si sente, poi, che recita God was never on your side (Dio non è mai stato dalla vostra parte) è perfetta.

A questo punto ci ritroviamo perciò Dean, Sam e Cas alle prese con un’orda di zombie alla The Walking Dead e mi aspetto che succedano dei bei casini nella nuova (ed ultima) stagione.

Cosa ne pensate?

Ad ogni modo, vorrei ringraziare tutti quello che hanno letto le recensioni o che hanno interagito facendo conoscere il proprio punto di vista. Spero che vi abbiano fatto riflettere, divertire o donato nuovi punti di vista. È stato, come sempre, un onore ed un privilegio poter recensire Supernatural.

Ci vediamo in autunno!

Erica 

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.