Tell Me A Story - Recensione 2x03, Family Business
Recensioni,  Telefilm,  Tell Me a Story

Tell Me A Story – Recensione 2×03, Family Business

Benvenuti in questa nuova recensione di Tell Me A Story, in cui parleremo del terzo episodio della seconda stagione, intitolato Family Business, in cui abbiamo potuto conoscere il passato di diversi personaggi, che, ancora oggi, li perseguita.

Ora parliamone meglio, però.

La via più semplice

Stavolta iniziamo parlando di Jackson, che è uno dei migliori personaggi di questa serie, a mio parere. In Family Business, Jackson ha svelato che il padre è morto quando lui aveva solo 15 anni, quindi sa bene cosa possa provare Simone. Mi ha spezzato il cuore vedere la madre urlargli contro, perché anche se ha sbagliato in passato, si è scusato e sta cercando di fare di meglio. Inoltre, è ingiusto rivedere in lui gli errori del padre e paragonarlo a lui, perché in questo modo è come se gli venisse addossato il ruolo di combina guai, in un certo senso (anche se poi le scelte sono sue).

L’ultima scena, quella in cui guarda il video in cui suo padre canta e Jackson cerca di suonare la chitarra insieme a lui mi ha colpita molto, perché si vedeva quanto fosse triste per la sua morte e quanto tenesse a lui.

Prima di parlare di Simone, vorrei far notare l’importanza dei colori all’interno della serie: per la storia di Cenerentola è stato scelto il rosso, per quella della Bella Addormentata il verde, mentre per quella de La Bella e la Bestia, il blu. Jackson, che fa parte di due storie, ma prevalentemente di quella di Simone, in questo episodio è vestito di rosso.

Per quanto riguarda Simone, invece, sono sempre più sicura, come lei, che la matrigna c’entri qualcosa con la morte del padre, anche se mi è sorto un dubbio: e se non fosse la matrigna ad aver ucciso il marito, ma i suoi figli? Il ragazzo che sembra più propenso ad aiutare Simone sembra quello che in realtà sa qualcosa, ma non vuole parlare, quindi sto cominciando a sospettare che lui abbia qualcosa a che fare con questa faccenda – e devo dire che sarebbe un bel colpo di scena, se fosse stato magari proprio lui a gettare il padre di Simone giù dalle scale.

Intanto, continuo ad amare molto la coppia formata da Simone e Jackson. Se la madre di Jackson vedesse il modo in cui si comporta con lei, forse capirebbe che il figlio meriterebbe un po’ più di sostegno. Il suo problema è quello di preferire la via più semplice e la madre ha ragione, ma andargli contro ogni giorno non lo aiuta a cambiare, anzi, provoca in lui l’effetto opposto.

La sua prima vittima

Una cosa che non ho portato alla vostra attenzione nelle recensioni precedenti è uno strano particolare di cui credo si parlerà nel prossimo episodio, a quanto si può vedere dal promo, ovvero che ci sono le tracce di una bambina nella casa in cui Tucker sta tenendo nascosta Olivia. C’è una foto prima di entrare nella stanza di Olivia, un vestito e quella specie di giostra con le sagome scure. Ora bisogna solo capire cosa sia successo a questa bambina. Alcuni dicevano che forse Tucker avesse rapito Olivia perché gli ricordava una sorta di sorella perduta, ma io sostengo sempre che Olivia gli serva da ispirazione per il romanzo (in quest’episodio Tucker comincia a scrivere di nuovo), mentre la bambina potrebbe essere stata la sua prima vittima o magari la sua morte è stato il motivo scatenante la sua pazzia.

Ho parlato di prima vittima, perché quando Olivia cerca di scappare, Tucker la spaventa facendole capire che potrebbe diventare uno dei suoi roseti, i quali hanno ognuno un nome femminile, quindi sospetto che prima di Olivia ci siano state altre due povere ragazze in quella casa.

Nel frattempo, Brendan (Harry Shum Jr., Shadowhunters) sta cercando di proteggere Maddie da Tucker, ma invano. L’avvocato ha anche un collegamento con la storia di Simone, perché era il legale del padre ed è presente alla lettura del testamento con la matrigna. Non vedo l’ora che faccia aprire gli occhi a Maddie, così poi la donna potrà davvero finalmente liberarsi di Tucker una volta per tutte.

La libertà t’ha reso prigioniero

Intanto, i miei due protetti sono lì fuori a guardarsi con gli occhi a cuoricino e non potrei esserne più felice! Sto parlando ovviamente di Ashley e Beau. Abbiamo scoperto il passato di Beau e si riconferma essere una brava persona, perché ha cercato di dire la verità sul fatto che un suo superiore abbia ucciso un ladro disarmato ed abbia tentato di insabbiare il tutto, ma il nostro poliziotto ci ha rimesso. Insomma, invece di liberarlo, la verità l’ha reso prigioniero, solo perché gli altri suoi colleghi preferiscono stare dalla parte del detective e non dalla sua. A questo punto, arriva Ashley a dirgli che lui ha fatto bene – ed è vero. Questi due ogni volta che interagiscono si fanno dei complimenti a vicenda donandosi forza e questo è un ottimo punto di partenza per una relazione.

La scena sicuramente più toccante è stata quella in cui Ashley ringrazia il signor Mayfield, l’uomo che l’ha salvata, il quale è stato, come lei, ferito dalle fiamme. Ashley ha finalmente realizzato che è giusto mostrare un po’ di gratitudine al mondo ed alle persone che le stanno intorno, perché, anche se quest’incidente le ha purtroppo causato molto dolore, perlomeno è ancora viva.

Inoltre, in Family Business abbiamo anche visto Kyle seguire con molta poca attenzione Ashley – tanto che Beau se n’è accorto e spero che rintracci l’auto -, nonché uscire con l’assistente della cantante. Scommetto che nel prossimo episodio si verrà a scoprire qualcosa in più su di lui, perché a quanto si vede nel promo, agirà.

Vi lascio con il promo del quarto episodio di questa stagione:

Potete recuperare qui l’ultima recensione di Tell Me A Story. In attesa della prossima volta, fateci sapere la vostra riguardo a Family Business lasciando un commento qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook.

Alla prossima!

Erica

Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.