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The Originals – Recensione 4×03

Un viaggio attraverso il racconto e i ricordi di Vincent che svelano nuovi dettagli riguardanti gli strani simboli apparsi a New Orleans; attraverso nuove bellissime conoscenze, come quella tra Klaus e Hope, padre e figlia finalmente insieme; attraverso importante decisioni e la fatidica domanda what will you do with your immortality, now you’re not burdened with saving Nik’s soul?; ecco cos’è stato “Haunter of Ruins”, terzo episodio di The Originals.

Il tanto agognato incontro tra Klaus e Hope ci ha dato la forza di aspettare una settimana per questo episodio e non so voi ma personalmente ho amato ogni singola scena tra i due. Inizialmente sulle sue, la piccola Mikaelson scruta il padre da lontano, non sapendo bene cosa fare; a sua volta Klaus non sa bene come comportarsi, ha paura di non essere all’altezza delle sue aspettative, di non piacerle e di ferirla. Pian piano cominciano però a dialogare, muovendosi su un terreno conosciuto da entrambi: l’arte.
I sorrisi di Klaus, la dolcezza con cui si rivolge a sua figlia, quel “nothing is going to harm my little girl, you are all that matters to me”, come può il mio cuore reggere dinnanzi a tutto ciò?
Klaus nelle vesti di padre è tutto quello che il mondo merita.

   

Nel frattempo, i fratelli Mikaelson non sanno come riprendere in mano la propria vita: hanno sempre avuto un comune obiettivo, vale a dire coprire le spalle di Klaus, far si che ritrovasse la felicità, la speranza, salvargli in poche parole l’anima. Ma adesso che potremmo facilmente esclamare “missione compiuta!”, cosa faranno i restanti Originali?
Con mio grande disappunto e dispiacere, vediamo per la millesima volta la ripartita di Kol e Rebekah: i due attori (Nathaniel Buzolic e Claire Holt) sono già da vario tempo delle semplici guest star in The Originals ma vedere i loro personaggi andare via ancora una volta, pur sapendo come stanno le cose, è sempre un colpo al cuore.
I due decidono di partire insieme e chissà quale avventura li aspetta, spero solo in tanta felicità per queste due personcine perché se la meritano.



Perlomeno, a differenza di tante altre volte, Klaus ha lasciato andare la sorella augurandole il meglio. Nessun trucchetto, nessuna presa in giro, solo il tanto amore che prova per lei. Anche questo prova l’enorme crescita di questo magnifico personaggio che si fa amare ancor di più, se possibile.

   
   
   

Freya è invece costantemente occupata con la licantropa Keelin, non intende rilasciarla fin quando non avrà cura a sufficienza così da proteggere l’intera famiglia. Anche quando sembrava esserle sfuggita, perché liberata da Hayley, riesce a ritrovarla e a tenerla nuovamente in suo ostaggio ma stavolta le cose sembrano cambiare: le due infatti riescono ad accordarsi, Keelin non verrà più torturata ma aiuterà Freya nella ricerca di sostanze chimiche che combinate con la magia possano distruggere definitivamente Marcel.

   
   

I dubbi non risparmiano Elijah che sembra però trovare il suo posto nel mondo accanto ad Hayley. Non ha bisogno di partire o cercare felicità altrove dato che la sua felicità è proprio lì.  A dimostrarlo non è solo il focoso bacio che si sono scambiati o l’essere andati a letto, anche se, ovviamente, chi non ha amato e sclerato durante queste scene? Io, in primis, ho urlato come una matta ma ho apprezzato ancor di più l’atteggiamento di Elijah nei confronti di Hayley che, pur andando contro i suoi interessi (il non avere una cura che possa salvare lui e la sua famiglia in caso di necessità), ha spronato la licantropa a liberare Keelin così come voleva fare, non voleva che la donna della sua vita si macchiasse in tal modo, trattenendo una della sua specie e torturandola contro la sua volontà. Ha voluto preservare la bontà che vive in Hayley, quella bontà che ama follemente.
E adesso.. provate ancora a chiedermi perché lo amo, perché li amo insieme.


Alla ricerca di Adam e di nuove risposte, Marcel e Vincent fanno squadra per scoprire e fermare l’imminente pericolo che potrebbe abbattersi su New Orleans. Durante l’intero episodio, Vincent racconta la storia di sua moglie Eva, del loro figlio mai nato, di come il desiderio di donare a quest’ultimo una vita migliore l’abbia fatta diventare un mostro sacrifica-bambini, e tutto per colpa del marito. Devo ammettere che solitamente sono molto più concentrata sulle storie riguardanti i Mikaelson, mettendo in secondo piano tante altre cose, ma stavolta ho ascoltato e vissuto con piacere, attraverso flashblack e scene al presente, la storia di Vincent che mi ha affascinata tanto.

Alla fine del racconto si riescono a trovare anche Adam (e i bambini dispersi) ma non c’è comunque un lieto fine: si scopre che l’essere oscuro, se così possiamo chiamarlo, che chiedeva in sacrificio quei bambini rapiti e uccisi in passato da Eva, è sempre stato lì, nei meandri di New Orleans ed è risorto per chissà quale ragione e per chissà quali piani oscuri. Piani in cui, come ci avevano fatto ben capire, è inclusa Hope. La piccola Mikaelson, a fine episodio, comincia a sentirsi male avvertendo una sensazione di freddo. Questo perché è la quinta bambina legata al quinto amuleto e sfortunatamente, non essendo sul posto come gli altri quattro bambini, Vincent non ha potuto slegarla dall’incantesimo che la sta pian piano uccidendo.
Le buone intenzioni di lasciarsi alle spalle una volta per tutte New Orleans possono decisamente andare a farsi benedire, Hope ha bisogno di aiuto e niente e nessuno può fermare i Mikaelson dal proteggere e aiutare la loro piccolina, anche se devono far ritorno in una città dove tutti vorrebbero ucciderli.

   

Vedremo cosa escogiteranno per passare inosservati nel prossimo episodio, “Keepers of The House”. Vi aspetto qui, puntuali, per commentare ancora una volta questa bellissima serie!

                                                                                                                                             – Federica.

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.