"The Preppy Murders"
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Riverdale – Recensione 5×02 “The Preppy Murders”

“The Preppy Murders” ovvero uno degli episodi meno prevedibili ma, al tempo stesso, meno coinvolgenti dell’intera serie e sono stata buona.

"The Preppy Murders"

Molto carino come episodio, conclusivo per la quarta stagione ma, sinceramente, così noioso che stavo rischiando di addormentarmi e non è affatto da me visto che ciò che decido di guardare, anche durante i periodi peggiori, non mi fa perdere l’attenzione.

“The Preppy Murders”, facendo un rapido calcolo, sarebbe dovuto essere il ventunesimo episodio della quarta stagione quindi il penultimo e, forse, non l’avrei accettato nemmeno come uno degli ultimi episodi di stagione.

Mi è piaciuta la parte in cui scopriamo che Charles abbia dato voce al lato serial killer che, purtroppo, è insito in lui come in Betty, molto prevedibile perchè è dalla scorsa stagione che non mi convince affatto, ancor di più a causa della relazione con Chic, il finto Charles.

Sapevamo che aveva la brutta abitudine di ascoltare le conversazioni, si poteva pensare ad una deformazione professionale ma, in realtà, era una pratica decisamente deviata, visto e considerato che ha comunque i geni del serial killer e che abbia deciso di utilizzarli non come aveva sempre fatto credere e cioè per aiutare a catturarne di altri ma per farsi giustizia da solo decidendo chi fosse meritevole di vivere e chi no.

Siamo sicuri non sia figlia di Hal Cooper ovvero di Black Hood o che non sia imparentato con il caro Edgar Evernever? Perchè le manie di meritevolezza per poter vivere e di purificazioni sembrano tutto tranne che provenire da FP Jones.

Come ultimo argomento di questa recensione di “The Preppy Murders” mi dedicherò ad Archie, ora parlerò di Veronica e Hiram e di Jellybean.

Hiram sembra sia rimasto solo, senza l’appoggio della moglie, finalmente, e senza la stima, l’affetto e il sostegno delle due figlie che, sinceramente, hanno perso credibilità ai miei occhi, sapevano quanto fosse folle quell’uomo e, parlo in particolare per Veronica, si è sempre fatta abbindolare dal proprio padre, ha sempre cercato di fermarlo ma non è mai andata fino in fondo e ora, di punto in bianco, decide di farlo picchiare e di non curarlo per farlo reagire ottenendo i risultati sperati insieme ad Hermosa a quanto pare.

Okay che in amore e in guerra tutto è lecito, okay che il fine giustifica i mezzi ma FRENIAMO UN ATTIMO, non si può accettare una cosa simile, per curare l’infiammazione di un muscolo non lo infiammiamo ancor di più senza poi occuparcene, anzi.

Forse, con un pugno di ferro si può cercare di salvare la situazione in extremis ma, di certo, questo non è il metodo per fermare Hiram e la sua mania di grandezza.

E il pugno di ferro sarebbe dovuto arrivare in modo diverso, non con un pestaggi anche se credo che Hiram abbia imparato la lezione, egoisticamente parlando.

Passando a Jellybean, siamo davvero seri? Davvero abbiamo visto tutto ciò in “The Preppy Murders”?

Una ragazzina equilibrata potrebbe mai pensare di inscenare degli omicidi per cercare di trattenere il fratello e di non farlo andare nella scuola nuova?

Cioè, non stiamo parlando di un banale scherzo da ragazzina che non vuole rimanere senza fratello in casa ma di qualcosa di ben più serio.

Jellybean ha terrorizzato un’intera cittadina con dei video in cui si vedevano le facciate delle varie case riprese per varie ore per poi passare agli omicidi finti per ricreare gli orrori che sono davvero accaduti a Riverdale.

Più ci penso più non riesco a crederci, capisco che vivere con una madre simile e con Jughead e Betty che fanno gli investigatori e si ritrovano spesso a parlare con medici legali, assassini, criminali, polizia etc…non sia affatto normale ma, cavolo, da qui a diventare degli attori in grado di terrorizzare tutti, anche no.

Jellybean è la rappresentazione di ciò che può succedere quando gli adolescenti hanno degli esempi sbagliati o non equilibrati, che si ritrovano in qualcosa di losco, pericoloso o dannoso e, appunto, i risultati si vedono in Jellybean che ha imparato ad attirare l’attenzione degli altri creando dei veri casi di cui, sicuramente, si sarebbero occupati Jughead e Betty.

E sono dispiaciuta e preoccupata per Jellybean, davvero non si è resa conto di ciò che stava facendo ma si è decisamente spinta oltre e ha bisogno di aiuto e di allontanarsi da questa vita folle che ha sempre vissuto a causa del padre, della madre e del clima di Riverdale.

Spero solo che questa ragazza possa riprendersi e andare avanti perchè non è proprio possibile che paghi queste conseguenze e che si ritrovi a decidere di fare cose simili senza preoccuparsi di ciò che potrebbe succedere.

I segnali di disagio erano già usciti fuori durante la sua partecipazione a G&G e nessuno se ne era occupato a sufficienza ed ecco l’epilogo, spero davvero possa risolversi il tutto nel migliore dei modi.

In ogni caso questa scelta narrativa mi ha davvero fatto storcere il naso e non mi convince affatto, ovviamente era il colpevole meno plausibile come Cineasta, anche se si spiega il perchè fosse presente alla proiezione dei vari “film” e, sicuramente, il personaggio più insospettabile come colpevole appunto.

Scelta giusta, scelta sbagliata? Non lo so, so solo che l’episodio non mi ha convinto e, sinceramente, se non ci sarà altro nel prossimo episodio inizierò ad essere sempre più certa della delusione infinita che provo verso la quarta stagione dello show, è troppo banale e troppo poco folle anche per Riverdale.

Arrivando all’ultima parte della recensione ci tengo molto a sottolineare quanto abbia AMATO il ruolo di Archie, almeno per questa decisione.

Sapete quanto Archie non mi sia mai piaciuto come personaggio eppure nel portare avanti la memoria del padre perdonando i colpevoli e quindi perseguendo gli insegnamenti e i valori del padre mi hanno davvero fatto scendere una lacrima.

In più mi è sembrato un ennesimo addio a Luke Perry oltre che a Fred Andrews quindi non avrei proprio potuto non emozionarmi.

Il lascito di chi muore non è qualcosa di materiale ma proprio qualcosa che rimane insito in noi stessi e che forse ci mette davvero tanto tempo ad uscire fuori perchè dopo una perdita si è sopraffatti dal dolore, dalla rabbia, dalla solitudine.

Ed Archie ci ha mostrato di essere quello che, tra i ragazzi, è cresciuto esponenzialmente, sbagliando e migliorando al tempo stesso anche se voglio vedere come andrà avanti il suo percorso, questo piccolo grande tassello mi ha fatto rivalutare molto il suo personaggio ed Archie come persona ma non so, spesso Archie mi ha delusa quindi ci vado con i piedi di piombo.

La scena finale di “The Preppy Murders” con lo zio ha dato modo di vedere quanto Archie sia cresciuto e ne sono davvero felice, spero migliori sempre più perchè ha ottimo potenziale e sani valori.

Detto ciò, concludo la recensione dicendo che l’episodio non mi è piaciuto ma ho amato Archie e, davvero, detto da me sembra un paradosso eppure è successo.

Archie ha perseguito ciò che ha sempre fatto il padre e continuerà a farlo, ne sono certa.

Bonus:

"The Preppy Murders"
  • Toni e Cheryl in “The Preppy Murders” si comportano come se nulla fosse successo tra di loro ma, alla fine dei conti, Cheryl è distrutta e Penelope, pur di aiutare sua figlia, ha avvelenato e ucciso un’intera famiglia e la ragazza non si è scomposta più di tanto, sta ritornando la vecchia rossa e no, non mi piace per nulla anche se il suo intento era solo ripulire la reputazione della famiglia per poter stare con Toni. In più vuole scappare, cioè…
  • Jughead è finalmente riuscito ad entrare nel laboratorio di scrittura al college e siamo tutti felici per lui.
  • Veronica che vuol fare finta di stare insieme ad Archie ancora per non rovinare l’ultima settimana di liceo è veramente fuori ogni schema possibile e immaginabile, soprattutto perchè non è giusto mentire in questo modo visto che c’è bisogno di parlarne.

Voto all’episodio “The Preppy Murders”: 7, non mi sento di dare di più.

Alla prossima recensione, un bacio, vi lascio al promo del prossimo episodio in cui i nostri ragazzi si diplomeranno.

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.