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Ve lo (S)consiglio: “The Open House” edition


Ciao ragazzi, bentornati alla nostra saltuaria rubrica sui prodotti di Netflix che vi (S)consigliamo.

Oggi vogliamo porre la nostra attenzione verso un film molto atteso, in particolare dai fan di 13RW, uscito sulla piattaforma solamente una manciata di giorni fa, il 19 Gennaio:

The Open House.

Il film si presenta come una pellicola horror di cui il trailer risulta abbastanza “misterioso”: parliamo di assassini o presenze misteriose?

Non ci è dovuto saperlo finché non visioniamo il film o meglio, fino a più di metà di esso. Non so se voi lo abbiate già visto ma vi assicuro che per buona parte della pellicola sono stata estremamente convinta che si trattasse di strane presenze.

La loro vicina Martha e la storia sul marito “a volte morto ed altre no” e quel “andatevene dalla mia proprietà” mi faceva presagire una storia di spiriti, che sembrava trovare sostegno in “oggetti che spariscono misteriosamente e strani rumori nella casa”.

Insomma, porte che sbattono, acqua che cambia temperatura all’improvviso: tutti classici cliché dell’horror paranormale.

Voglio dire, possibile che nel caso in cui ci fosse una presenza fisica all’interno della casa NESSUNO se ne fosse accorto?

Questo “portare fuori strada” del film può essere a parer mio, grande amante del genere, una strada a doppio taglio: una boccata d’aria fresca oppure una grande delusione.

Purtroppo, per quanto riguarda The Open House, la risposta sembra essere la seconda.

Risultano infatti troppo forzati gli elementi che dovrebbero risultare spaventosi, cercando di trasformare anche il normale in inquietante (l’esempio di Chris che se ne va dalla casa senza avvisare è solo uno dei tanti tasselli) e il tutto si svolge in modo confuso e frettoloso nel finale.

Anche la caratterizzazione dei personaggi e la loro interpretazione risultano “povere” (non me ne vogliano le fan di Dylan Minette), in quanto non riusciamo mai davvero ad empatizzare con i personaggi.

Ill film comincia con la morte del padre davanti agli occhi di Logan (Dylan), scena molto forte e che dovrebbe avere delle ripercussioni su di lui ma che viene ripresa solo durante una lite con la madre in cui lui le rimprovera di non averle mai chiesto come sta e le grida che avrebbe voluto veder morire lei.

Anche questa scena rimane irrisolta, così come la “questione Chris”, con il quale Logan ha inizialmente un rapporto di profondo odio, date quelle che sembrano essere le sue intenzioni con la madre e infine chiama, per proteggere la casa (che ok, ma non sospettava di lui fino alla scena con la polizia?).

Anche i sospetti della madre per Logan risultano forzati e nonostante la situazione provochi scompensi e reazioni alterate, lei sembra accusarlo senza un vero motivo: perché il fatto che il suo telefono fosse lì giù avrebbe dovuto significare che c’era lui dietro i problemi con la caldaia?

Era forse vietato scendere lì sotto per altri motivi? (considerando che ci era stato per perlustrazione anche nelle scene iniziali)

E perché la foto avrebbe dovuto buttarla proprio lui? Vivono in un Open House, non poteva venirle in mente che fosse stato il tizio inquietante che sistema le camere?

Altro elemento che mi ha fatto storcere il naso inoltre è stata proprio la questione Open House, appunto.

Parliamo infatti di un lutto, di quello che non si è capito se sia un trasferimento o solo un bisogno di pace apparente (dicono che non possono permettersi la casa ma che ci torneranno non appena quella in cui sono al momento verrà venduta…) e la decisione di spostarsi nella casa della sorella della donna, che bisogno c’era di continuare le visite anche in un momento come quello?

Tanto di più che inizialmente la proprietaria sembra dimenticare questo fatto, sottolineato solo dalla protagonista, alla quale risponde “continueremo le visite mentre ci siete voi” e così, questi poveri cristiani, sono costretti ad andarsene circa dieci ore al giorno perché degli estranei possano ficcanasare in una casa che al momento serve a loro.

Non so, l’ho trovata una cosa abbastanza forzata e di cattivo gusto ma si tratta pur sempre di un film.

A non funzionare è inoltre il finale che, come accennato precedentemente, è frettoloso e con poche spiegazioni:

Perché vengono uccisi? Qual è il movente dell’assassino?

Niente ci viene spiegato, se non che i due abitanti della casa vengono uccisi (in modo abbastanza stupido e senza mostrarcelo davvero, aggiungerei) e che l’assassino è libero e felice nella sua macchina (è lui?) verso l’Open House.

 

Insomma, un film che si guarda facilmente ma che sicuramente non è un buon horror.

VOTO 4.5

E voi? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere lasciando un commento qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook!

Veronica.

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.

4 Commenti

  • Elisabetta

    Ha deluso anche me è come te avevo notato questo
    Ma alla fine non ho nemmeno capito chi era l assassino!!!!!!!

    • Veronica Massaroni

      Non è stato detto esplicitamente, forse in vista di un possibile sequel o per lasciare allo spettatore la possibilità di “immaginare” il sul finale.

  • Lorenzo

    In realtà la casa viene visitata solo durante la domenica, dalle 11 alle 17 a quanto ricordo, quindi si tratta di “sfrattarli” solo una volta a settimana.

    Il film in sé mi sembra fatto bene nonostante i numerosi cliché horror e a tratti un po’ scontati. Non è stato un gran filmone ma la sua durata è passata bene a mio avviso.

    Anche se il finale non specifica molto sull’assassino, credo sia intenzionale (un po’ come in The Strangers): lascia al pubblico fare le proprie supposizioni e teorie su chi fosse e come mai avesse agito. Io, per esempio, ho supposto fosse un precedente proprietario della casa (anche per il fatto che avesse “preparato” la tavola, acceso candele e musica, come se fosse un’ abitudine legata a quando viveva lì), con un brutto ricordo di essa (ad esempio la morte della moglie) e, non accettando il fatto che qualcuno potesse subentrare nell’abitazione, decide di uccidere gli attuali inquilini.

    Un pazzo, tutto qua, senza grandi spiegazioni o colpi di scena.

    Il fatto che abbia lasciato con l’amaro in bocca è perché, secondo me, siamo abituati ad avere la pappa pronta nei finali: l’assassino è qualcuno che abbiamo già visto, negli ultimi 10 minuti ci viene spiegato il movente e negli ultimi 5 minuti il protagonista riesce a ribaltare la situazione, salvandosi. Ma nella vita reale, quante volte succede? Quante volte la vittima riesce a salvarsi e a capire il perché si è trovata in quella situazione?

    I maniaci esistono e molte volte non agiscono per vendetta nei confronti di qualcuno, è questo quello che cerca di far vedere il film in sé.

    • Veronica Massaroni

      Mi piace molto la tua interpretazione, é bello vedere come un film possa suscitare pensieri tanto diversi. Personalmente non sono il tipo che apprezza la pappa pronta in una storia ma credo che avrebbero dovuto risolverla in maniera differente, anche volendo rimanere fedeli al mistero di chi si cela dietro l’identità del killer. Grazie comunque per aver condiviso con noi il tuo pensiero su questo film!