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Women’s March: Combattiamo per i nostri diritti.

Un’onda immensa di rosa ha riempito le strade di Washington DC ma è giunta anche in ogni angolo del mondo.

Dagli USA a Roma, da Berlino a Londra,da Barcellona ad Amsterdam,da Milano a Sidney e dalla Nuova Zelanda a Tokyo.Il mondo è in rivolta e si sta ribellando contro il sessismo di Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti e, precisamente, il 45°esimo presidente eletto.

Non siamo un blog politico e non ci interesserebbe nemmeno esserlo ma siamo sempre pronti a schierarci dalla parte più giusta, dalla parte dei più deboli e di coloro che,ancora, vengono discriminati e ostracizzati.

Si sono mobilitate moltissime star e persone di spicco in ogni ambito, da quello cinematografico a quello giornalistico e noi vogliamo unirci a questa marcia per i diritti che non ha interessato solo la popolazione femminile ma chiunque volesse partecipare, a chiunque venga racchiuso il quel “ghetto” di discriminati e che voglia contrastare strenuamente il sessismo e il razzismo di Donald Trump.

Donne,bambini,uomini,anziani,giornalisti,popolazione LGBT,immigrati, professanti religioni diverse,tutti insieme per combattere ed alzare la testa e la voce per sostenere le proprie idee ed i propri diritti, così come dovrebbe essere sempre.

Hanno marciato con un berreto rosa con due orecchie da gatto sul capo, chiamato Pussyhat e divenuto il simbolo della forza e più precisamente del PINK POWER.

Pussyhat-Protest

La femminista Gloria Steinem,82 anni, è stata una delle prime a parlare sul palco di Washington e ha detto: «Questo è il lato positivo del lato negativo. Questo è uno sfogo di democrazia come non ne ho mai visti in vita mia»

Sul palco della manifestazione di Washington hanno parlato molti attivisti e stelle di Hollywood, tra cui le cantanti Madonna e Alicia Keys, l’attrice Scarlett Johansson il regista Michael Moore, l’attivista Angela Davis Molte altre persone famose,tra cui, ad esempio l’attrice britannica Emma Watson,la cantante Cher hanno partecipato. Alla marcia di Los Angeles invece hanno parlato, l’attrice Jane Fonda e la cantante Barbara Streisand, mentre la cantante Miley Cyrus e l’attore James Franco hanno partecipato al corteo.

La forza e il combattere porta a questo:

Il City Hall illuminato da luci rosa dopo la Women's March di Washington, il 21 gennaio 2017  (JOSH EDELSON/AFP/Getty Images)
Il City Hall illuminato da luci rosa dopo la Women’s March di Washington.

Le star non si stanno girando i pollici, stanno lottando, ci stanno credendo e credo, seconda la mia modesta opinione, che dovremmo farci sentire ancor di più e che dovremmo imparare da loro.

LA PAURA NON E’ MAI LA VIA GIUSTA, non fatevi mai schiacciare da chi è più forte, da chi ha il potere, da chi crede di potervi sottomettere e comandare, da chi crede di essere nel giusto.

Nel nostro piccolo tutti abbiamo la forza per creare un cambiamento ed insieme questa forza si moltiplica.

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La scritta sul cartello di Melissa,forse, è quasi diventata l’emblema della marcia.

Prima vi parlavo del cappello rosa ed ora, vista la scritta della foto sopra, vi spiego meglio il significato.

Il nome è un gioco di parole tra Pussycat, che significa micio o gattina, usato anche riferirsi ad una ‘bella ragazza’, e ‘hat’, con il significato italiano di “cappello”.

E’ un chiaro riferimento ad una conversazione registrata del 2005, trapelata e resa pubblica solo un mese prima dell’Election Day, in cui il nuovo Presidente degli Stati Uniti si è vantato di poter fare qualsiasi cosa alle donne e con il loro corpo.

“Le afferro per le parti intime, quando sei una star te lo fanno fare. Ti fanno fare di tutto”

E, di conseguenza Melissa Benoist ha voluto dare una risposta molto significativa e combattiva.

“Hey Donald, non provare ad afferrarmi la f**a, ce l’ho d’acciaio.”

Direi che ha colpito dritta al punto della questione.

Ripeto, NON abbassate mai la testa e continuate a lottare per le nuove generazioni e per i nostri figli, il mondo che gli consegneremo è nelle nostre mani ed è un nostro obbligo cercare di migliorarlo e di cambiare i meccanismi malati ed ingiusti.

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.