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X-FILES – Recensione 10×01

MY STRUGGLE!”

LA MIA SFIDA!”

 

Chiunque sia cresciuto negli anni ’90 ha vissuto il fenomeno X-Files. Che sia passivamente (soprattutto per i più “giovani”) o attivamente, nessuno è sfuggito al fenomeno rappresentato dalla serie, e la sigla di Mark Snow risuona immediatamente nella testa di tutti riuscendo, dopo più di un ventennio, a provocare più di un brivido lungo la schiena.

 

The Truth Is Out There

È proprio dalla sigla di apertura che X-Files riparte, scegliendo di mantenere quella originale e azzerando ogni ombra di malcontento. Un grattacapo in meno, soprattutto in considerazione dello stravolgimento apparente della mitologia della serie, avvenuto in questo primo episodio. La miniserie, composta da 6 episodi, ne avrà soltanto un altro dedicato interamente allo svolgimento della trama orizzontale, i restanti saranno dedicati come da tradizione al “mostro della settimana”.
My Struggle è un episodio ricco di close-up, forniti dalla regia di Chris Carter, misti a spiegoni-supercazzola uno dietro l’altro, necessari dopo più di 10 anni di assenza dal teleschermo (ma che i fan duri e puri potrebbero trovare irrimediabilmente noiosi e ridondanti). L’ingrediente finale è il tanto sbeffeggiato complottismo su alieni e forze governative, amplificato a dismisura dagli odierni mezzi di comunicazione.

 

Temporalmente siamo a 14 anni dalla chiusura degli X-Files: Mulder e Scully hanno preso strade diverse, Fox ancora ossessionato dagli spettri del passato e Dana assistente di sala in un ospedale a Washington D.C. Le loro vite si incrociano di nuovo quando Walter Skinner, ex supervisore agli X-Files, chiede loro di incontrare Tad O’Malley (Joel McHale), personalità di spicco su internet che si è arricchita grazie alla diffusione di materiale complottistico e al suo ruolo da presentatore di una sorta di TG dedicato a false flags, invasioni aliene e governi ombra.

 

O’Malley fa conoscere alla coppia Sveta, una ragazza che si proclama vittima di ripetuti rapimenti alieni. Mulder è presto rapito dalle chiacchiere di O’Malley, il quale lo convince che in realtà tutto ciò a cui ha creduto negli ultimi due decenni è falso: non c’è nessuna colonizzazione aliena, bensì si tratterebbe delle azioni di un governo ombra intenzionato ad impadronirsi della Terra, sfruttando la tecnologia aliena.

 

 

Questo cambio di rotta improvviso, che tanto stride con la narrazione delle vecchie stagioni, può imputarsi all’esigenza di rendere partecipi alla mitologia anche i nuovi spettatori, che riuscirebbero a seguire la trama conoscendone solo le basi. Un’idea da non disapprovare totalmente considerando come X-Files, soprattutto nelle ultime stagioni, si stesse aggrovigliando troppo sulla sua stessa mitologia, risultando ostica persino ai suoi fan. Ciò che più fa storcere il naso, in tutto questo surreale ribaltamento di prospettive, è la spiegazione molto superficiale sul perché nel 2012 non sia successo nulla ma anzi, alla luce della nuova teoria, sia stato solo l’inizio.
Un pò contorto non trovate?

 

 

Trust No One

 

Il nuovo punto di vista della serie, da non prendere come verità assoluta, è evidentemente lo specchio della frustrazione di Mulder, disposto a credere a chiunque gli dia qualcosa di nuovo e che non finisca in un vicolo cieco. Qualora tuttavia il complotto “umano” si rivelasse in realtà un muro di fumo, si ripresenterebbe il problema di dover spiegare la mancata invasione del 2012. Un cane che si morde la coda, a meno che non sia davvero come dice O’Malley.

In tema di sproloqui e cospirazioni, se negli anni ’90 il mondo gridava al gomblotto alieno, nel 2016 è tutto NWO e Illuminati. Pare quindi quasi un obbligo per la serie avvicinarsi al mondo contemporaneo: oggigiorno il “matto del terrazzino” crede alle scie chimiche, non più a Grigi, Annunaki, Nordici e Rettiliani – gli ultimi forse sono gli ultimi sprazzi di cospirazionismo alieno tuttora in auge. Il tema affrontato è più moderno, nei limiti in cui può esserlo un concetto già elaborato, discusso e deriso da buona parte della società, e l’obiettivo ambizioso di stare al passo con le tematiche contemporanee è in una certa misura raggiunto.

 

Scully: “It’s fearmongering claptrap isolationist techno-paranoia so bogus and dangerous and stupid that it borders on treason. Saying these things would be irresponsible.”

 

 

 

 

Con solo pochi episodi disponibili e la necessità di gettare basi differenti dalla vecchia serie, la premiere è fortemente contraddistinta da lunghissimi monologhi accompagnati da video degni del “miglior” complottista di YouTube. Nonostante David Duchovny e soprattutto Gillian Anderson risultino all’altezza, dopo l’ennesimo sproloquiare fuoricampo di Mulder lo spettatore comincia a sperare in un rapimento da parte dei grigi, nonostante amino ingravidare le donne e abbiano una strana passione per la prostata maschile.

Cosa ho letto bene?? Ragazzi un pò sconcertante, non trovate?

 

 

Gillian Anderson superlativa e senza tempo, con la sua caratteristica voce strascicata e lo sguardo scettico, ruba la scena a Duchovny, leggermente fuori forma ma sempre fondamentale a sdrammatizzare il tono della narrazione, nelle poche occasioni concesse in questa premiere. L’alchimia fra i due è ancora forte e il tempo sembra essersi fermato, la loro reunion non è forzata né imbarazzante ed anzi ricorda sostanzialmente le prime stagioni, pur con una maggiore consapevolezza degli anni e delle sofferenze passate.

 

 

L’episodio si avvia alla conclusione con il sito di O’Malley offline proprio quando avrebbe dovuto esporre al mondo il complotto, mentre Sveta rinnega il suo passato di rapimenti da parte degli umani; la vedremo poco dopo saltare in aria insieme alla sua auto a causa di un raggio di un’astronave aliena. Inoltre non solo Scully scopre che il sangue di Sveta contiene DNA alieno, ma anche il suo ne è contaminato, lasciando temere per futuri sviluppi della trama orizzontale, per quel poco che gli spetterà.

 

 

 

Nell’ultima manciata di secondi My Struggle lancia la bomba: L’uomo che fuma è vivo e ci annuncia che l’ufficio X-Files è stato riaperto. Tutte le risposte crollano e nuove ne sorgono: non era morto e risorto già una volta? Considerando la nuova teoria, qual è il suo ruolo? Sta fumando dal foro della tracheotomia? Non sarebbe meglio comprare due cerotti alla nicotina e togliersi il vizio?
Interpretato nuovamente da William B. Davis, il ritorno del CSM era stato più o meno ventilato dai poster promozionali, ma vi erano comunque dei dubbi, considerando la morte truculenta nel finale della nona stagione. Come sempre vale la regola “in X-Files nessuno muore mai per davvero”, ma avendone vista la fine in modo diretto e inequivocabile, Carter ci dovrà più di una spiegazione. Per l’ennesima volta.

I Want to Believe

CZoP-TvWQAAolOm

 

Questo primo episodio non è perfetto: la regia traballa, è troppo soffocante, i dialoghi sono al limite della narcolessia e cosparsi di citazioni e vecchie quotes (il fan service si fa sentire). Si rimedia in parte grazie alla velocità del cambio di scena o, molto più probabilmente, grazie al rush di adrenalina imposto da un comeback così atteso.

 

Gli effetti speciali, nel compenso discreti, sono macchiati da un paio di scivoloni non necessari come l’alieno di Roswell e la prima visita all’astronave di Mulder, e se di primo acchito l’abuso di immagini di repertorio può sembrare un difetto, con il senno di poi può essere inquadrato nel voler immedesimarsi nella modernità data dal cambio di rotta della serie, con l’utilizzo di tecniche che ricalcano la sterminata mole di video sulle più recenti cospirazioni aliene e politiche.

 

Lo stravolgimento della mitologia potrà far storcere il naso a molti fan di lunga data ma con un solo episodio disponibile è ancora presto per poter esprimere un giudizio oculato in merito. In generale è apprezzabile la volontà di osare, impostando un nuova trama nonostante il rischio di far naufragare un’operazione così ambiziosa. Le domande sono ancora tante, e spingono comunque a continuare la visione.

Come Mulder “vogliamo crederci”, dare comunque un voto alto, tra incoraggiamento, alchimia ritrovata tra i protagonisti e volontà di osare confidando che, nonostante gli anni passati, X-Files sia ancora quella serie che guarda ai fan e conta su di loro tanto da aver dato persino vita ad una delle prime fanbase esistenti su internet, gli X-Philes. La speranza che accompagna questi ritorni dal passato è sempre quella di vivere un’esperienza più significativa di una passeggiata sul viale dei ricordi, soprattutto se si parla di una delle serie tv più socialmente influenti degli ultimi vent’anni.

 

 

Vi lascio con il promo del secondo episodio!

 

Alla prossima recensione!

Gabriele

Big Boss delle Redheads Diaries: la mente che ha dato vita a questo sito di intrattenimento.