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XO Kitty – Recensione: in Corea per scoprire le proprie radici e trovare l’amore

XO KITTY – Recensione

Il 18 maggio, è finalmente uscita, su Netflix,Xo Kitty” la serie spin-off della famosa trilogia di film “Tutte le volte che ho scritto ti amo“, basata sui romanzi di Jenny Han e con protagonisti Peter e Lara Jean, interpretati rispettivamente da Noah Centineo e Lana Condor.

Personaggio centrale di questo nuovo teen drama, però, stavolta, è Katherine Song Covey, detta Kitty, ovvero la sorella minore di Lara Jean, interpretata dalla canadese Anna Cathcart, che si trasferirà a Seoul per studiare come exchange student, durante il suo terzo anno di liceo, nello stesso istituto internazionale frequentato, tempo prima, dalla madre, ma tra esilaranti disavventure e tanto romanticismo, troverà, in Corea, molto di più che il suo primo amore, conosciuto proprio nel terzo film della saga e uno dei principali motivi della sua partenza.

Dall’altra parte del mondo per scoprire le proprie radici e trovare sè stessi

In questa nuova serie TV, come già accennato, vediamo infatti la ormai diciassettenne Kitty lasciare Portland per raggiungere Seoul, volare quindi dall’altra parte del mondo, non solo per studiare e ricongiungersi con il suo fidanzato, ma anche e soprattutto per scoprire le proprie radici.

Un viaggio, quello da lei intrapreso, che le permetterà di sentirsi così più vicina alla madre – mai realmente conosciuta, essendo scomparsa prematuramente – e contemporaneamente, di scoperchiare il vaso di Pandora.

Infatti, senza volerlo, durante il suo percorso a ritroso nel tempo, la sorella minore di Lara Jean scoprirà segreti, da sua mamma, nascosti, porterà a galla verità inaspettate e sarà di grande aiuto a persone a cui, quando aveva la sua età, quest’ultima si era molto affezionata, ma ovviamente, essendo morta troppo presto, non aveva potuto aiutare lei stessa.

Per Kitty però non si tratterà solo di rivangare il passato, questa avventura lontana da casa e dalla sua famiglia, le permetterà infatti di crescere e trovare, assieme alle proprie radici, anche e soprattutto sè stessa.

Integrarsi in una nuova cultura

Questa ricerca passerà, però, da una forte volontà, da parte della protagonista, di conoscere una nuova cultura e di integrarsi in essa.

Perchè le origini di una persona, non sono solo strettamente circoscritte alla sua famiglia, ma si allargano anche alla cultura di provenienza e Kitty è americana da parte di padre, ma coreana da parte di madre.

Tanto che, sempre per sentirsi – spiritualmente – più vicina a lei, nel corso della serie la vediamo approcciarsi, con grande interesse, agli usi e costumi coreani, dal cibo, molto differente, anche a causa di alcune intolleranze della popolazione, da quello tipico americano, all’abbigliamento, alla scuola, che si rivela decisamente più rigida di quella occidentale.

Senza contare che nel corso degli episodi, vediamo spesso i personaggi interagire in coreano e Kitty cercare di impararlo, perchè apprendere il linguaggio di una popolazione, è il primo passo per integrarsi con essa. Un espediente che rende la narrazione ancora più autentica.

Alla scoperta dei propri sentimenti

Come già accennato, questo viaggio, porta però Kitty a scoprire qualcosa di più anche su sè stessa, perchè spesso è più facile comprendere i sentimenti degli altri, che i propri.

E non è l’unica a farlo.

Nel corso della serie, vediamo infatti il suo fidanzato Dae, fingere di stare con la ricca e lesbica Yuri, per potersi pagare gli studi e aiutare la sua povera famiglia.

La stessa Yuri nascondere la sua omosessualità, per non dare dispiaceri alla famiglia, tenendo, i suoi genitori, più all’opinione pubblica, che alla loro stessa figlia e mascherare la sua infelicità, con atteggiamenti, alle volte, sgradevoli e irritanti.

Il migliore amico gay di Dae, nonchè quello che, più di tutti, lega con Kitty,Q”, innamorarsi del suo compagno francese Florian, ma trovarsi, ad un certo punto, a dover capire se è realmente il tipo di persona che vuole al suo fianco.

E l’altro grande amico di Dae, il ricco, arrogante, donnaiolo “Min-Ho“, rendersi conto di volere, per la prima volta in vita sua, una relazione seria e di desiderarla proprio con Kitty, ragazza che credeva di odiare, nonchè fidanzata del suo migliore amico (e si, se ve lo state chiedendo, io li shippo parecchio).

Ma soprattutto, vediamo Kitty comprendere meglio il suo orientamento sessuale, scoprendo, in particolare, di non essere etero e che il primo amore, per quanto importante e alle volte, indimenticabile, è semplicemente una della tante tappe del percorso di crescita di ognuno di noi.

In conclusione, “Xo Kitty” è una vera chicca, che conquista per la sua genuinità e per la perfetta combinazione tra ironia, scanzonatezza, romanticismo e malinconia, senza contare che fornisce uno spaccato veritiero sulla complessità dei sentimenti in età adolescenziale, perciò ve la consiglio fortemente, in attesa che – si spera – venga rinnovata per una seconda stagione, soprattutto visto il cliffangher finale.

Ma voi che ne pensate? Vi è piaciuta?

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Giada

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