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Jessica Jones – Recensione 2×01

Bentrovati nella prima recensione di Jessica Jones, la cui seconda stagione ha debuttato l’8 marzo, durante la Festa delle Donne. La data in cui la serie Marvel è uscita su Netflix non è stata scelta per caso, ovviamente: in quel giorno, è tornato in pista uno dei personaggi più forti – sotto diversi punti di vista – dell’universo Marvel, che non è un uomo, bensì una donna.

Proprio per celebrare le donne, Jeri fa un discorso alle sue colleghe su quanto il mondo cerchi di denigrare il lavoro delle figure femminili, sul fatto che abbiano cercato di buttarla giù fin da giovane, ma in realtà, tutto ciò le ha solo donato determinazione e grinta per andare avanti e dimostrare il suo valore, tanto che ora è un avvocato di successo.

Prima di cominciare a parlare del ritorno di Jessica, spiegherò in breve il modo in cui ci occuperemo di queste recensioni: ogni settimana, di lunedì e venerdì, ne sarà pubblicata una ed a turno, io, Giusy e Federica tratteremo degli episodi.

Adesso, possiamo tornare a New York.

Volevo soffermarmi un attimo sulla prima scena, in cui Jessica parla con una sua cliente del fatto che abbia scoperto il suo fattorino delle pizze ed amante nell’atto di tradirla con un’altra donna. In breve, c’è uno screzio fra le due donne, perché la cliente vorrebbe che Jessica uccidesse quel ragazzo. Jessica ha un attacco di rabbia, ma non è molto importante ciò che fa – per fortuna non ferisce nessuno -, quanto invece quello che dice. Jessica combatte, ormai, queste sue due identità che la gente le ha affibbiato: è una supereroina, perché salva le persone in pericolo, ma ha anche ucciso un uomo, quindi è un’assassina. Il punto è che lei non vuole essere nessuno dei due. Non può definirsi “eroe”, perché un eroe dovrebbe essere un punto di riferimento, un modello a cui ispirarsi, una persona che fa solo del bene e non ha problemi con l’alcool o con la rabbia, mentre lei non lo è. D’altra parte, non vuole definirsi un’assassina, perché è stata costretta ad uccidere Kilgrave, dato che era l’unico modo per fermarlo ed il fatto che sia stato così facile, così semplice sentire le ossa del collo che le si rompevano sotto le dita, le fa paura, perché ha capito che ha davvero la capacità di poter mettere fine alla vita di qualcuno. In questo episodio, si vede subito la fragilità sottopelle di Jessica, quando parlerà in seguito con Trish, perché le fa capire che gli eventi passati con Kilgrave hanno lasciato un’eco nella sua testa e non vanno più via.

Jessica, comunque, è tornata al lavoro, assieme ad un assistente d’eccezione, ovvero Malcolm, che viene continuamente licenziato da lei per ogni azione che fa e questo introduce un elemento comico di tanto in tanto in una serie che di leggero ha ben poco. Jessica incontra svariati possibili clienti, ma solo due incontri sono meritevoli della sua attenzione.

Il primo è quello con Cheng, il quale vorrebbe che lei lavorasse per lui, solo perché una donna con i superpoteri attirerebbe l’attenzione e porterebbe più clienti alla sua agenzia investigativa. Jessica, ovviamente, rifiuta l’offerta, ma rimane curiosa di sapere chi sia quest’uomo, così lo segue e scopre i segreti di un suo cliente. Alla fine, la storia fra i due si conclude con Jessica che lo prende a pugni e viene arrestata. In realtà, la vicenda non finisce lì, perché lo spettatore viene a sapere che Cheng lavora per Jeri (la quale, nel frattempo, viene probabilmente a sapere dalla sua dottoressa di avere una malattia), che voleva assumere Jessica tramite lui, dato che le due attualmente non si parlano.

Adesso, arriviamo al secondo appuntamento, quello sottovalutato, con un altra persona avente superpoteri, ossia The Whizzer. Anche lui ha subito degli esperimenti, esattamente come Jessica, ma lei capisce che le sta raccontando la verità solo troppo tardi e non riesce a salvarlo dal suo destino nefasto. Questa morta è l’ennesima che Jessica si porterà sulla coscienza, ma è anche il fuoco che accende la miccia messa lì da Trish, poiché la spinge ad indagare sulle proprie origini.

Trish gioca un ruolo fondamentale nella trama, perché è grazie a lei che alla fine Jessica andrà a cercare il laboratorio in cui le hanno donato i superpoteri che ha, dopo l’incidente in cui ha perso la sua famiglia. Secondo il mio parere, Trish forza Jessica un po’ troppo nel cercare di colmare i venti giorni mancanti nella sua memoria, anche perché Jessica prova ancora un dolore lancinante riguardo alla perdita dei genitori e del fratellino, quindi sfogliare i fascicoli sulla loro morte le fa solo del male. però, è anche vero che lei è l’unica persona a poterla spingere verso questa ricerca della verità ed altrimenti, tutta la trama non potrebbe svilupparsi. Però, riportarle in modo brutale le scatole dove ci sono le ceneri dei defunti è stato comunque un colpo basso (fra l’altro, la scena in cui le cadono addosso le ceneri del fratello e ciò successivamente la fa piangere è stata veramente molto triste). Trish è una giornalista ed in quanto tale – lo ammette anche con il suo nuovo fidanzato – deve trovare una storia. Certo, le sue intenzioni sono buone, vuole aiutare gli altri e vuole aiutare Jessica, ma usa dei metodi un po’ violenti a livello mentale, per portare a termine il suo progetto.

In ultima istanza, dico solo che l’arrivo del nuovo custode non può essere un caso ed avrà sicuramente un ruolo particolare all’interno della vicenda, anche se solo in secondo piano.

Alla prossima!

Erica

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.