"Capitolo Trentatré"
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Chilling Adventures of Sabrina – Recensione “Capitolo Trentatré”

“Capitolo Trentatré” o, per meglio dire, l’episodio di “Chilling Adventures of Sabrina” in cui trentatré litri non sarebbero abbastanza per la quantità di lacrime che ho versato, soprattutto per una certa scena.

Insomma, veniamo a noi e non perdiamoci in chiacchiere che abbiamo rischiato di perdere entrambe le Sabrina per la necessità di avere ordine in tre regni che, a causa dello sdoppiamento in Spellman e Morningstar, ne hanno altrettanti paralleli.

Come protagonista di questo “Capitolo Trentatré”, oltre alle due Sabrina, troviamo Metatron, un angelo molto particolare e conosciuto dallo stesso Lucifero che, prima della caduta, gli era molto vicino.

Il nome Metatron potrebbe derivare dal greco μετὰ θρóνος (meta thronos) significando, di conseguenza, “colui che si occupa del posto accanto al Divino” proprio perchè rientrerebbe nel coro dei troni della Gerarchia Angelica.

Metatron è speciale anche perchè è asceso alle file degli Angeli dopo aver vissuto sulla Terra grazie alla propria conoscenza così vasta del Divino acquisita per il ruolo di profeta e scriba che ricopriva.

Il motivo per cui, anche in Sabrina, conosce ogni cosa è proprio la posizione che ricopre essendo l’Angelo che collega il Regno Celeste a quello terrestre e nella serie lo vediamo rincorrere l’Ordine fino ad arrivare ad omettere parte della verità pur di riassestare il paradosso creato dalla presenza di due Sabrina.

In un certo senso l’ordine viene ristabilito ma non tramite una fusione che, molto probabilmente, non avrebbe avuto un esito positivo ma grazie ad una sorta di sacrificio che porta Sabrina Morningstar sia a meritare il proprio ruolo di regina dell’Inferno che a salvare i tre regni che, altrimenti, avrebbero rischiato di soccombere.

Mi è molto dispiaciuto vedere, in questo “Capitolo Trentatré” Sabrina Morningstar attraversare lo specchio/varco e vedere l’addio a Caliban ma mi sono molto rallegrata nel vederla accolta dalle zie di Sabrina con cui ogni ragazza è cresciuta e cioè quelle di “Sabrina, vita da strega”, dal teaser sapevo che le avremmo riviste ma non immaginavo che sarebbe accaduto in quel preciso momento con tanto di risate off-camera, proprio come abitudine della serie degli anni ’90.

Beth Broderick e Caroline Rhea mi hanno riportata indietro di tanti anni e mi hanno anche fatto ricordare, ancora una volta, quanto sia da sempre legata a questa streghetta dal caschetto biondo e dagli occhi furbi, grazie per questo momento, davvero.

Sto leggendo molti commenti secondo cui Caliban sarebbe il vero amore e il vero endgame di Sabrina Morningstar e, sinceramente, non mi sento molto d’accordo con questa idea perchè, sinceramente, Caliban non è cambiato, è succube della moglie fin da prima che si sposassero e, come se non bastasse, pur di non vedersi sostituito dal figlio di Lilith e Lucifero è stato capace di condannare la prima strega a morte certa se non si fosse recata da Zelda e non si fosse rimessa alla forza e alla protezione di Ecate.

Non posso credere che la Morningstar abbia trovato chi la merita in Caliban, principe che mai sarà re proprio per la sete di potere che lo contraddistingue e che, forse, proprio la moglie è in grado di far cessare, ora che non è più con lui voglio sapere cosa succederà.

Mi son chiesta più volte come mai Caliban non sia andato con Sabrina nel regno parallelo e la mia risposta è proprio stata una conseguenza del mio pensare che non la meriti affatto. Caliban forse ama più il potere che la stessa moglie e, pur di non perdere il proprio ruolo, non si propone neanche di seguirla, è vero Sabrina gli ha detto di continuare a fare quello che lei aveva cominciato ma, insomma, il marito non ha opposto resistenza e mi sembra abbastanza folle.

Ritornando per qualche secondo a Lilith, devo dire che sono molto delusa e non riesco a capacitarmi di ciò che è successo in questo “Capitolo Trentatré”.

Stando alla mitologia e alle interpretazioni di Diodoro Siculo, Ecate potrebbe essere stata la madre di Medea e, a questo punto, potrei spiegarmi la decisione di usare la stessa tecnica di Lucifero che aveva ucciso l’Adam della Signorina Wardwell di cui Lilith si era innamorata per poi darglielo in pasto offrendoglielo come cena e potrei spiegarmi anche la scelta di Lilith di uccidere il proprio figlio, Adam, come Medea appunto, per riavere indietro potere, attenzione e, in questo caso, Lucifero.

Non mi spiego come non abbia potuto pensare alle conseguenze.

Lucifero l’avrebbe uccisa già da tempo se non fosse stata incinta, figuriamoci dopo un crimine simile e lei lo prega di ucciderla ottenendo, ovviamente, l’esatto contrario.

Lucifero ha condannato Lilith ad una vita terrena dannata, infinita, senza morte, senza poteri e senza nulla e la nostra prima strega si ritroverà ad invecchiare senza poter mai morire.

Chi di voi crede sia davvero possibile?

Io no, così come voglio sperare sia stata furba e non abbia davvero ucciso il piccolo Adam e, anzi, a questo punto voglio vederla rinascere e salire su quel trono.

Perchè l’attesa non è sufficiente per poter ricoprire quel ruolo, in questo momento deve riguadagnarselo e la chiave è solo la rinascita.

Prima di passare alla parte più dolorosa della recensione di questo “Capitolo Trentatré” che utilizzerò come chiusura, voglio parlare di Theo e Robin che mi hanno davvero straziato il cuore.

Theo ha trovato da poco il proprio posto nel mondo e, nonostante ciò, si è ritrovata ad abbandonare l’uomo che ama pur di non fargli perdere energie che l’avrebbero condotto ad un triste epilogo e al non poter ritornare nel Regno Fatato.

Sia la scena in cui si abbracciano sul letto che quella in cui si dicono addio son state un duro macigno da digerire e spero con tutto il cuore di rivederli insieme e felici perchè lo meritano entrambi.

Theo che, nonostante la richiesta di Robin di lasciare la finestra aperta in modo che possa entrare e andare a trovarlo durante la notte, abbia bloccato l’unica via per rivederlo…insomma, non riesco nemmeno ad esprimermi tanta è la sofferenza, ci rendiamo conto?

Ora, arrivo alla parte finale della recensione e al momento più importante di Sabrina e Nick che, finalmente, ritornano insieme e vivono la loro prima volta.

Se devo dirla tutta non ho affatto amato l’evoluzione di questo “Capitolo Trentatré” perchè vedere Nick nella scuola mortale di Sabrina mi ha fatto storcere il naso esattamente come è successo per la reazione della strega nel rivederlo e nel capire di essere amata e rivoluta dallo stregone.

Credo che Nick e Sabrina abbiano bisogno di avere i propri spazi e di non condividere ogni momento della giornata, fa bene al loro rapporto e mi auguro che questa decisione di Nick di entrare nel mondo mortale di Sabrina sia solo temporanea e non definitiva.

Lo stregone ha bisogno di capire i meccanismi della vita di Sabrina per volerla al 100%, è chiaro, ma deve anche lasciarla evolvere e lasciarle gestire come meglio crede le due vite che vive senza essere presente in ogni istante.

E’ proprio vero che comprendi ciò che vuoi davvero e non hai più voglia di rimandare e di aspettare solo quando stai per perdere quel qualcosa/qualcuno ed è proprio ciò che è successo a Sabrina in questo “Capitolo Trentatré” e a Nick nei capitoli precedenti.

La loro opportunità sarebbe comunque arrivata presto o tardi e, infatti, la fusione tra le due Sabrina ha solo accelerato l’inevitabile rendendo presente il futuro prossimo.

E così, mentre Sabrina Morningstar trascorreva un po’ di tempo con gli amici di sempre, Sabrina Spellman viveva la sua prima volta con lo stregone che le ha fatto scoprire la vera natura dell’amore.

La scelta della base musicale per questa scena del “Capitolo Trentatré” piena di amore, complicità, intimità, passione e cura mi ha, letteralmente, disidratata ancor prima di farmi piangere e mi è sembrata anche quasi fin troppo triste ma, ovviamente, rispecchiava pienamente l’aria di quel momento meraviglioso ma tragico perchè non era detto che ritornasse indietro la Spellman e che ricordasse ogni cosa.

Sentire Sabrina ringraziare Nick per averla amata poi mi ha dato il colpo di grazia insieme alla risposta dello stregone.

Una volta sola non basta.

No, non basta.

Quando ami qualcuno vuoi prendertene cura sempre.

Quando ami qualcuno la centesima volta è sempre troppo poco.

La millesima volta è sempre mai abbastanza.

Una volta sola non basta.

Ed in questa frase c’è la chiave di tutto ciò che sono Sabrina e Nick.

Una volta non è abbastanza perchè al per sempre sono destinati e spero che possano raggiungere quel “per sempre” con lo scorrere naturale del tempo.

E quelle labbra che sfiorano la fronte di Sabrina, quelle dite che scorrono tra i capelli di Sabrina mostrano tutta la cura e l’amore che Nick prova per colei che ama.

Voglio lasciarvi con quell’immagine mentale.

Amare è sentirsi giusti, amare è bastare a se stessi e saper riconoscere chi è necessario e chi superfluo, saper distinguere tra chi è irrinunciabile e chi non lo è.

E nell’ipotesi di star per abbandonare la propria vita, Sabrina ha riconosciuto in Nick l’opportunità irrinunciabile così come lo stregone ha visto in Sabrina l’opportunità da non potersi lasciar scappare, non di nuovo.

Sabrina e Nick si sentono giusti quando sono insieme proprio perchè hanno saputo distinguere il necessario tra le priorità.

Non dimenticate il testo di “Total eclipse of the heart”, credo ci ritornerà molto utile in futuro.

Voto all’episodio: 9, decisamente stupendo.

Alla prossima recensione, per il “Capitolo Trentatré” è tutto.

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.