Looking for Alaska
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Looking for Alaska: viaggio sul set con il creatore e la protagonista

Looking for Alaska ha debuttato da poco ma si è già affermata, vorreste esplorare il set della serie?

Looking for Alaska

Looking for Alaska è stata resa da poco disponibile ma è già diventata una serie amata e i colleghi di Cosmopolitan hanno potuto fare un viaggio sul set e intervistare il creatore e produttore esecutivo, Josh Schwartz e la protagonista, Kristine Froseth.

Nel romanzo, Pudge viene rapidamente risucchiato nel misterioso mondo di Alaska Young interpretata nella serie da Kristine Froseth, un tipo di ragazza  con sbalzi d’umore imprevedibili, un passato misterioso e occhi blu in cui ci si  può perdere. Agli occhi di questo giovane ragazzo ingenuo, Alaska è più una proiezione di ciò che Miles voleva che fosse o un enigma da risolvere.

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Parlando sul set della biblioteca, Josh Schwartz ha rivelato quanto segue:

A scuola è una specie di Pied Piper, che guida questi bambini in giro e sembra saggia oltre i suoi anni.

Lavorando a stretto contatto con Green, il team LFA ha iniziato a svelare la verità di Alaska nel terzo episodio con una delle tante nuove scene scritte per lo schermo:

La vediamo in un momento di angoscia emotiva andare con il suo ragazzo, Jake, a una delle sue feste al college e improvvisamente si trasforma in una ragazza che non sa tanto quanto Miles pensi che lei sappia…è davvero perso.

A quanto pare è stata proprio una benedizione che la versione del film tentata nel 2015 non abbia mai avuto vita perchè Schwartz non era stato coinvolto e perchè non ci sarà mai una combinazione Alaska and Miles più perfetta di Kristine e Charlie ma, soprattutto, per la struttura di otto episodi che ha permesso questi aggiornamenti:

Il modo in cui avremmo sfruttato al meglio questo formato più lungo era il fatto che avremmo potuto vedere Alaska dal punto di vista di Miles. Il pubblico è in grado di seguire questi personaggi in modi che spero possano essere più appaganti per comprendere il viaggio in Alaska, perché è così com’è e vederlo in privato, non solo come Miles lo vede. Penso che il pubblico capirà Alaska più di Miles.

A questo punto, si passa a Kristine Froseth che ha acconsentito gentilmente ad essere intervistata nella stanza di Alaska e, in un momento, Kristine ed Alaska prendono davvero vita con libri sparsi ovunque e l’attrice che si sente a proprio agio sul letto del proprio personaggio:

Vuole solo sapere tutto, capire tutto.

Looking for Alaska

La giovane attrice si è sempre sentita estremamente legata ad Alaska, specialmente quando si ritrovò a fare l’audizione per il ruolo quando l’adattamento sarebbe dovuto essere un film:

All’epoca avevo 17 anni. Hai un’idea delle prime esperienze, il tuo primo amore e la tua prima amicizia, e immagino che non sappia davvero chi sei. Immagino che tutti si sentano persi e soli e penso di relazionarmi un po’ con come affronti il dolore, un po’ il lato della depressione delle cose. Voglio dire, ha le sue abitudini di fumare, tutti hanno il loro vizio ma io mi sono davvero collegata a quei pezzi.

Alaska è nota per i suoi commenti su mic-drop ed il seguente è uno dei primi:

Tutti fumano per goderselo, io fumo per morire.

Ma Kristine ha scoperto la verità di Alaska nei suoi momenti più tranquilli:

Ho molti momenti in questa camera da letto quando disegno o leggo o sto da sola o ho questa piccola sezione per mia mamma qui in cui ho messo fiori e penso dica molto su come si sente. Non sono lì adesso. Ma ci sono un sacco di margherite e ho qualche momento con loro.

L’attrice parla come se fosse Alaska che si incolpa della morte di sua madre quando era bambina e prima della morte si sente anche responsabile del fatto che il colonnello venga espulso per aver fatto uno scherzo serio per conto suo.

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Viene chiesto a Kristine se abbia mai pensato che l’incidente automobilistico di Alaska fosse stato premeditato, questione che è stato mantenuto ambigua sia nel libro che in questa serie:

Non sarebbe mai stata in grado di perdonare se stessa. Ma forse sarebbe arrivata a un punto in cui avrebbe avuto maggiore accettazione o amore per se stessa ma non ha mai avuto davvero l’opportunità di arrivarci. Quando perde la sua migliore amica e continua a sbagliare, c’è così tanto odio per se stessi. Non penso che sia stato fatto di proposito. Penso che fosse davvero in difficoltà, in conflitto e con così tanto dolore. Non riusciva a pensare chiaramente.

Dopo aver sottolineato alcune altre cose sulla stanza, compresi i libri che l’attrice vorrebbe leggere e i ritratti degli idoli di Alaska sui muri l’intervista termina ma si decide di continuare l’esplorazione lungo il famoso lago di Culver Creek e come battuta finale l’ultima domanda è in merito a cosa l’attrice vorrebbe che il pubblico imparasse dalla sua versione di Alaska:

Spero che le persone si rendano conto che non sono sole. Con qualunque cosa tu abbia a che fare, ci sono modi per ottenere aiuto e continuare davvero a combattere e non mollare in quel senso. Penso che sia davvero importante.

Avete già visto “Looking for Alaska” o avete solo letto il romanzo di John Green? La nostra Chiara ha scritto la recensione della serie, correte a leggerla se non siete a rischio “spoiler”.

Irene

Fonte: Cosmopolitan

 

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.