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Martin Freeman a tutto tondo (o quasi)

Martin Freeman è stato intervistato a tutto tondo (o quasi) da “The Guardian” e ha parlato di aspetti davvero molto privati che potrebbero far avere un’idea molto più chiara sull’uomo che c’è dietro l’interprete di alcuni dei personaggi più amati dal pubblico

Il The Guardian ha posto delle domande anche molto private e personali a Martin Freeman che ci ha concesso di vedere alcuni suoi lati e aspetti che potrebbero farlo amare ancor di più dato che ci ha fatto scoprire un po’ di più dell’uomo che c’è nei panni dei personaggi che ci hanno rubato il cuore.

Vi lascio all’intervista:

Quando sei stato più felice?
Quando sono in Italia con la famiglia e non penso al lavoro.

Qual’è la tua più grande paura?
Impazzire.

Quale persona vivente ammiri di più e perché?
È difficile battere David Attenborough. Tutto ciò che fa è qualità. Mi piacciono le persone che mi rendono orgoglioso di essere inglese.

A parte una proprietà, qual è la cosa più costosa che hai comprato?
Adoro i vestiti e gli equipaggiamenti quindi un abito o un orologio. Amo Mark Powell a Soho e Paul Smith.

Qual è stato il tuo momento più imbarazzante?
Ho incontrato Michael Caine di recente che è stato uno dei motivi per cui sono diventato un attore. Mi sono dovuto alzare. Gli ho porto la mano e ho detto, “Ciao, sono Michael.” E lui ha detto, “No, sono Michael, tu sei Martin.”

Cosa saresti voluto essere mentre stavi crescendo?
Volevo essere un calciatore e poi un giocatore di squash: avrei avuto una possibilità perché ero molto bravo. Ma mi sono innamorato di quello a 14 o 15 anni e mi sono unito a un teatro giovanile.

Cosa ti rende infelice?
Il mio cervello.

Chi interpreterebbe te stesso nel film della tua vita?
Spero di farlo io perché mi piacerebbe il lavoro.

Qual è il tuo bene più prezioso?
I miei dischi, specialmente il primo album degli Specials, perché ce l’ho da quando ho nove anni.

Qual è la cosa peggiore che ti hanno detto?
“Io non ti amo.”

Qual è la tua abitudine più sgradevole?
Mordermi le unghie.

Qual è il tuo odore preferito?
Una bella torta di porri, patate e formaggio appena sfornata, io non mangio carne.

Quale libro ti ha cambiato la vita?
Animal Farm. Avevo 11 anni ed era il miglior libro che avessi letto. Ha dato forma alla mia futura visione del mondo.

Qual è il peggior lavoro che hai fatto?
Il Wimpy a Kingston quando avevo 16 anni. Di recente sono diventato vegetariano e nel 1988 non c’erano molti hamburger vegetariani.

Con chi ti piacerebbe di più scusarti e perché?
Dico ‘scusa’ spesso ai miei figli quando perdo la pazienza e conserverò delle scuse enormi per quando avranno 18 anni. 

Cosa devi ai tuoi genitori?
Spirito civico e un po’ di estro artistico, mio padre ha frequentato la scuola d’arte e mia madre nutriva il desiderio di diventare un’ attrice quindi era molto contenta quando sono voluto andare alla scuola di recitazione.

Cosa si sente ad amare?
Sicurezza.

Quanto spesso fai sesso?
Direi piuttosto spesso, è una parte piuttosto importante della vita.

Cosa ti tiene sveglio la notte?
Pensare a tutte le cose peggiori possibili: perdere persone, morire, come morirò? Tutto quel genere di cose. Rimango sveglio pensando anche a mobili e scarpe. Non riguarda tutto la morte.

Quale singola cosa migliorerebbe la qualità della tua vita?
Una lobotomia davvero attenta, per spegnere parti del mio cervello.

Qual è stata la tua più grande delusione?
“Io non ti amo.”

Come ti rilassi?
Facendo il bagno con una tazza di tè e Question Time.

Insomma, un uomo meraviglioso e umano come pochi ma imperfetto come tutti e credo sia ciò che lo rende davvero speciale.


Irene

Fonte: The Guardian

(Traduzione a cura mia e, quindi, del blog)

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.