"L'amichetta tua"
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SKAM Italia – Recensione 4×06 “L’amichetta tua”

"L'amichetta tua"

“L’amichetta tua”, l’episodio in cui Sana ha pianto per la seconda e in cui, forse, si è resa conto di quanto sia difficile ma giusto trattenere la rabbia, soprattutto quando rischia di rovinare un rapporto/vari rapporti fondamentali ed importanti, primo tra tutti quello con se stessi.

Sana

"L'amichetta tua"

“L’amichetta tua”, in questo caso Eva, l’amica che sta portando via l’amore che Sana rischia di non poter vivere ma che vorrebbe vivere come ogni donna.

“L’amichetta tua”, quella stessa amica che non sa quanto Sana sia interessata a Malik e quanto la ragazza ci soffra a non poter vivere le emozioni che, alla loro età, sono uno dei perni basilari e più rilevanti.

In questo episodio abbiamo visto che Sana, pur di non perdere Malik, è riuscita a far riavvicinare con un doppio gioco Eva e Federico, a non parlare più con Malik e Rami, a coprire Niccolò, a trattenersi dal rispondere alla chat del gruppo abbandonato dal pc di Federica, a mentire al padre sul non essere andata al campo, a sentirsi giudicata da Maryam per la bottiglia di birra trovata, a piangere per aver saputo che Eva e Malik stessero passando del tempo insieme e a sentirsi sola, incompresa, giudicata e pervasa dalla rabbia e dalla tristezza.

Sana, di sicuro, non si è comportata bene a scrivere quel messaggio a Federico e fargli leggere un qualcosa che lei stessa avrebbe voluto che Eva gli inviasse ma che la ragazza non si sentiva di scrivergli, non si è comportata bene quando ha detto a Silvia, Federica ed Eva che non avrebbe mai voluto e potuto partire in vacanza con persone che pensano solo a bere e portarsi a letto ragazzi e che, di conseguenza, agiscono in modo contrario ai valori in cui crede perchè le ha offese.

Sana è caduta nella stessa trappola da cui ha sempre cercato di fuggire e cioè il pregiudizio, il giudizio, il sentirsi alienata dal mondo e incompresa solo perchè musulmana.

Si è privata dell’integrazione, forse raggiunta, che la faceva sentire parte di un qualcosa estraneo alla comunità islamica e che lei ha sempre cercato di far coesistere con una cultura diversa che la rende totalmente Sana.

La nostra protagonista si è fatta mangiare dalla sua stessa rabbia, dalla sua stessa frustrazione, dalla sua stessa solitudine, dalla sua stessa tristezza e non ci ha visto più, ha reagito d’istinto ma si è controllata con il computer di Federica, segno inequivocabile di quanto sia meravigliosa e pura d’animo e imperfettamente perfetta.

Sono vari i metodi per scaricare la rabbia ma il più sbagliato, sicuramente, è prendersela con chi ci ama e con chi ha sempre cercato, in ogni modo possibile, di darci sostegno e comprensione.

La chiave per uscirne fuori, per affrontare l’aver innescato una bomba e di aver fatto parlare la rabbia è scendere a patti con se stessi, ammettere di aver sbagliato e cercare in tutti i modi di recuperare prima che sia troppo tardi, le amiche di Sana sono esseri umani speciale e, in ogni momento, farebbero sentire la ragazza nuovamente a casa ma, sicuramente, i tempi sono importanti e spero che Sana riesca a tornare sui propri passi e a farsi capire il più presto possibile.

Una scena che, ovviamente, ho amato è stata quella in cui Sana e Malik si sono sfogati con un pallone da calcio, in quei tiri si è proprio vista la frustrazione della ragazza che ha subito un’escalation fino ad arrivare al culmine con lo spintone.

Sana sta per scoppiare definitivamente e la scena del pianto finale ne è la dimostrazione, un percorso chiaro:

Rabbia – reazione – delusione – tristezza – pianto – rabbia – tristezza – isolamento – cercare di rimediare – risoluzione

Non vedo l’ora si arrivi alla risoluzione, davvero.

Vorrei concludere parlando di tre scene molto, molto importanti.

Sana che gioca in attesa del tramonto del sole in modo che possa mangiare rispettando il Ramadan e che, credo, ringrazi per poi bere il latte e ricaricare le energie, una scena davvero ben fatta e che mi ha fatto empatizzare e mettermi nei panni di tutti coloro che praticano il digiuno.

Ho provato la stessa cosa quando si è fatta tagliare i capelli in compagnia di Maryam in attesa dell’interruzione del digiuno per il tramonto a cui mancavano ancora tre ore e che stava mettendo entrambe le ragazze a dura prova, proprio perchè avevano molta sete.

Il racconto sulle persone che, per paura di interrompere il digiuno, sputano la propria saliva per non ingoiarla mi ha fatto capire quanto il popolo islamico tenga alle proprie tradizioni e quanto siano ligi al dovere, anche se, sputare la saliva, a lungo andare, è anche impossibile e faticoso e, forse, inutile.

L’ultima scena di cui voglio parlare è quella in cui Martino e Sana legano ancor di più parlando alla Radio di Niccolò e Luai e, davvero, spero che i due fidanzati riescano a parlarsi in modo da far sapere la verità a Martino visto che, come ha detto Sana a Niccolò, la verità è meglio saperla dal diretto interessato.

"L'amichetta tua"

Sana e Martino in “L’amichetta tua” sono stati davvero meravigliosi, hanno davvero bisogno l’uno dell’altra e spero che quest’amicizia vada avanti e si evolva sempre più,

Bonus:

  • Ma quanto sono bravi Elia e Giovanni a cantare? Ho adorato il loro concerto, ne vorrei altri.
  • Il litigio con le Pashmine mi ha davvero fatto stringere il cuore, Sana ha bisogno di tutte le sue amiche, sia quelle della comunità islamica sia di quelle italiane.
  • Sana che viene guardata male nel bus per il velo e per la notifica arabeggiante mi ha davvero fatto sentire sulla mia pelle come vivono i musulmani con il giudizio dietro l’angolo.
  • Il momento in cui Giovanni vede Eva e Federico insieme e tutto si rallenta mi ha fatto venire i brividi, i Gioeva sono endgame, c’è poco da fare.
"L'amichetta tua"

Voto all’episodio “L’amichetta tua”: 9, decisamente meraviglioso come tutti gli altri episodi, non posso dire altro.

A domenica, intanto vi invito a seguirci su Facebook e a leggere le precedenti recensioni.

Un bacio.

"L'amichetta tua"

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.