Supernatural – Recensione 15×08, Our Father, Who Aren’t In Heaven
Bentornati ad una nuova recensione di Supernatural, stavolta parleremo dell’ottavo episodio della quindicesima stagione, Our Father, Who Aren’t In Heaven, in cui è tornato qualcuno da un passato lontano, abbiamo conosciuto chi governa l’Inferno ed abbiamo saputo che i nostri dovranno tornare in un luogo già visitato un po’ di tempo fa.
Ora, però, bando alle ciance e cominciamo!
Hello, boys
Partiamo dal dire che questo è stato uno dei miglior episodi di questa stagione. Finalmente mi sembra di rivedere il vero Supernatural, quello in cui succede davvero di tutto, la storia prende risvolti inaspettati, vediamo molti personaggi agire insieme ed anche se non ci sono state molte scene d’azione, non mi ha annoiata per nulla.
Ad ogni modo, all’inizio Dean ha l’idea che nella tavoletta demoniaca possano esserci le debolezze di Dio e grazie alla traduzione di Donatello, il nostro Team Free Will viene a sapere che Michele era il prediletto di Dio e che lui sicuramente saprebbe come fare per rinchiudere Chuck nella Gabbia (no, non possono ucciderlo come s’era pensato, perché altrimenti si creerebbe un disequilibrio nel mondo, ma almeno lo fermerebbero). Diciamo che fin qui c’eravamo arrivati un po’ tutti. Ora aspetto solo che realizzino chi li aiuterà con il proprio potere a chiudere la Gabbia (Amara).
Comunque, i nostri cercano Michele disperatamente e dove lo trovano? Ovviamente non all’Inferno, dove dovrebbe essere, ma lì possono rivedere Rowena, che nel frattempo è diventata la regina. Ovviamente li saluta dicendo Hello, boys (Ciao, ragazzi) e a quel punto ho sentito proprio la felicità ed il sollievo nel rivederla.
Rowena, che è una donna speciale e non se ne perde mai una, capisce subito che fra Dean e Cas c’è stato un litigio e dice loro di risolvere i loro problemi prima che sia troppo ritardi. Quando ha nominato Crowley, dicendo che rimpiange di non aver potuto sistemare le cose fra di loro, mi sono chiesta se lo rivedremo mai.
Non so se Rowena tornerà, ma almeno per il momento sono contenta che abbiano dato una bella chiusura all’arco narrativo di questo personaggio e che abbiamo potuto conoscerlo.
Un inganno da maestro
Vorrei porre anche un attimo l’attenzione sul fatto che Dean abbia suggerito a Sam di fidanzarsi con Eileen, dopo aver ricordato a Sam la sua esperienza. In questo caos, però, sarebbe diverso, perché perlomeno Eileen è una cacciatrice e potrebbero continuare con questa vita raggiungendo un buon compromesso fra una relazione amorosa ed il lavoro. Ovviamente io parteggio per questi due e Dean ha centrato il punto affermando ciò, perché se non possono smettere di cacciare e mettere su famiglia, perlomeno potrebbero bilanciare bene i due mondi (sì, mi è appena venuta in mente Hannah Montana) e sarebbe comunque un bel finale, ma continuo a pensare che qualcosa andrà storto.
Mentre Dean e Cas, verso la fine di Our Father, Who Aren’t In Heaven vengono a sapere di dover andare nel Purgatorio per cercare un ingrediente fondamentale per rinchiudere Chuck nella Gabbia (ed io esultavo, perché è stato uno dei miei momenti preferiti e vi dico sin da ora che quei due metteranno a posto lì le cose), Eileen e Sam cadono nella trappola di Dio. Devo dire che me lo aspettavo, quindi sono rimasta poco sorpresa, ma sicuramente molto preoccupata, perché non posso che vedere quest’incontro come qualcosa di negativo per i nostri.
Speriamo che mostrino anche Benny nel Purgatorio, perché è stato uno dei migliori personaggi secondari della serie, a mio avviso.
Adam
Siamo arrivati finalmente a parlare dell’accadimento più emozionante di Our Father, Who Aren’t In Heaven. Mi aspettavo questo momento dall’inizio della stagione e finalmente è arrivato: abbiamo potuto rivedere Adam! Jake Abel ha fatto davvero un bel lavoro nell’interpretarlo, riuscendo ogni volta a far capire se stesse parlando Adam o Michele (fra l’altro, mi è sembrato che abbassasse un po’ il tono di voce quando c’era di mezzo il secondo, un po’ come fa Jensen con Dean). Devo ammettere che pensavo a conseguenze più catastrofiche, perché credevo di rivedere un Adam molto arrabbiato che si alleava con Michele per muovere guerra ai Winchester, ma ho preferito molto questa versione.
Insomma, alla fine Adam aveva tutte le ragioni per essere furioso nei loro confronti, eppure, anche se all’inizio non voleva nemmeno perdonarli, ha cercato di aiutarli, perché sapeva che i Winchester avevano ragione nel dire che Dio non era buono come poteva sembrare e ha cercato di convincere Michele. Alla fine, probabilmente ciò che ha davvero fatto ragionare Michele sono stati i ricordi che gli ha mostrato Cas, i quali l’hanno aiutato a capire che Dio è sempre stato egoista e non era davvero il suo prediletto. Devo dire che per un secondo mi è dispiaciuto per lui.
Inoltre, questa specie di “amicizia” che hanno intrecciato Adam e Michele nella Gabbia mi ha sorpresa e non me l’aspettavo, perché in effetti Michele sembra solo qualcuno che si appropria del tramite di un umano e non gli lascia via d’uscita.
Prima che Adam andasse via, Dean ha voluto scusarsi con lui di vero cuore per quello che gli hanno fatto e ha fatto la cosa giusta. Il momento che mi ha davvero spezzato il cuore è stato quando Adam ha chiesto a Dean Da quando riceviamo ciò che meritiamo?, tema ricorrente in questa stagione, fra l’altro.
Ah, quanto avete gioito quando Michele ha ucciso Lilith? Io molto.
Bonus
Potevano mai mancare i parallelismi in una mia recensione di Supernatural? Ovviamente no. Oggi vi mostro un ricordo doloroso, ossia il momento, nella 5×22, prima in cui Adam (Michele) e Sam (Lucifero) finissero all’Inferno.
Vi lascio con il promo del nono episodio di questa stagione, intitolato The Trap:
Qualora vi foste persi le recensioni degli episodi precedenti, potete trovarle qui. In attesa della prossima volta, fateci sapere la vostra riguardo a Our Father, Who Aren’t In Heaven lasciando un commento qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook.
Alla prossima!
Erica