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The OA: anche Brit Marling tra le donne molestate da Weinstein


Brit Marling, co-creatore e attrice di The OA ha recentemente rivelato di essere stata molestata da Harvey Weinstein ed infatti è presente nel lungo elenco di donne che hanno presentato accuse di molestie sessuali contro il produttore hollywoodiano.

In un articolo scritto per The Atlantic, la Marling ha raccontato la sua brutta esperienza nel mentre cercava di far spiccare la sua carriera da attrice e ha posto l’accento sull’importanza dell’indipendenza economica per le donne.

Prima di riassumervi la riunione avuta dall’attrice con Weinstein, è necessario che vi faccia il punto sulla storia artistica di Brit.

Nel momento in cui lo scandalo è diventato pubblico di dominio Brit ha pensato ad una frase che la madre le disse quando era ancora una bambina e cioè che “per essere una donna libera, devi essere economicamente indipendente ed infatti si ritrovò a studiare economia all’università per poi trasferirsi a New York e diventare un investitore bancario proprio perchè desiderava tutta la libertà che i soldi avrebbero potuto darle. Cambiò idea quando, lavorando come analista  per la Goldman Sachs, decise che voleva occupare le ore della sua vita con qualcosa che la interessasse davvero, nonostante la consapevolezza che si trattasse di una posizione privilegiata.

Ecco come arrivò alla recitazione  e al mondo del cinema, le piaceva la persona che stava diventando e cioè più empatica e fantasiosa proprio perchè erano (e sono) delle  qualità in declino

 

Arrivando ad Hollywood realizzò che coloro che scrivono le storie – le persone con il potere artistico ed economico – sono soprattutto uomini bianchi ed etero che tendono a raccontare storie dal proprio punto di vista scrivendo male i ruoli delle donne(nel 2017, le donne formano esclusivamente il 23% dei registi iscritti alla Directors Guild of America mentre solo l’11% sono persone di colore).

La dimostrazione pratica le si presentò mentre stava aspettando in fila per un’audizione open-call (in cui si possono presentare tutti NDT) per un film horror perchè, vedendo allo specchio il suo riflesso e quello delle altre donne, arrivò alla conclusione di essere vestita come un oggetto sessuale e solo a causa dell’idea di poter essere scritturate solo essendo in grado di vendere i loro corpi e non la loro arte o fantasia.

Da lì tutto cambiò, decise di diventare una sceneggiatrice (e di non recarsi più alle audizioni) quando le capitò di andare ad audizioni per parti che giravano attorno al cercare l’approvazione maschile o che parlavano di storie con le quali non era politicamente o moralmente d’accordo Smisi di andare alle audizioni. Si ridusse per anni a lavorare di giorno e a spendere le notti e i weekend alla libreria pubblica in centro leggendo libri sulla sceneggiatura. Scrisse due film in cui recitò anche e si ritenne molto fortunata quando vennero entrambi programmati al Sundance nel 2011.

Perchè ho voluto riassumervi un po’ della sua vita?

La stessa Brit nel suo pezzo ritiene che sia importante per i lettori capire che quando Weinstein la invitò ad un incontro privato con lei nel 2014, si trovava in una posizione diversa rispetto alle altre donne che si erano trovate al suo posto prima di lei.

Anche a me era stato chiesto di incontrarci al bar di un hotel. Anche io incontrai una giovane assistente lì che mi disse che l’appuntamento era stato spostato alla sua suite perché era un uomo molto impegnato. Anche io sentii la mia guardia alzarsi ma fui calmata dalla presenza di un’altra donna della mia età vicino a me. Anche io sentii il terrore salire quando quella giovane donna lasciò la stanza e mi ritrovai improvvisamente da sola con lui. Anche a me fu chiesto se volevo un massaggio, dello champagne, delle fragole. Anche io rimasi seduta su quella sedia, paralizzata, quando suggerì una doccia insieme. Cosa dovrei fare? Come faccio a non offendere quest’uomo che mi potrebbe distruggere? Era chiaro che era solo una la direzione in cui lui voleva che questo incontro andasse, ed era sesso o qualche versione di un incontro erotico. Fui in grado di ricompormi – ero un ammasso di nervi, con mani tremanti e un nodo in gola – ed andarmene.

L’esperienza fu traumatizzante e si ritrovò piangente nella propria camera d’hotel pensando al ribrezzo provato e al senso di colpa per avere avuto le mani del produttore sulle proprie spalle.

Brit riuscì ad andarsene perchè non era solo un’attrice:

Penso che io fossi stata in grado di lasciare la stanza di Weinstein quel giorno solo perché ero entrata non solo come attrice ma anche come sceneggiatrice/creatrice. Di queste due persone in me – l’attrice e la scrittrice – è stata la scrittrice che si è alzata e se n’è andata. Perché la scrittrice sapeva che anche se questo uomo così potente non mi avesse mai dato un ruolo nei suoi film, anche se avesse fatto sì che nessun altro lo facesse, io ero in grado di scrivere ruoli per me stessa e di lavorare con i miei termini e quindi mantenere un tetto sopra la mia testa.

*per le citazioni ringrazio la pagina facebook – Telefilm obsession: the planet of happiness – che ha tradotto il lungo articolo con dovizia di particolari.

Vi lascio l’articolo scritto dall’attrice:

https://www.theatlantic.com/entertainment/archive/2017/10/harvey-weinstein-and-the-economics-of-consent/543618/ 

Spero che le parole di questa grande donna possano aiutare tutte le persone vittime di abusi o di molestie e sappiate che mi sento davvero onorata di poter trattare questo argomento tanto delicato quanto importante per tutte le donne che vogliono dei meriti riconosciuti per il proprio talento e non per quello che gli uomini potenti potrebbero vedere nei loro corpi. Non dovrebbe essere possibile riuscire a minacciare una donna facendo leva sulle passioni che ognuna di noi vorrebbe realizzare e, per quanto tutto ciò sia purtroppo possibile, dobbiamo ribellarci e renderci autosufficienti, non farci ostacolare e non permettere a nessuno di essere considerate degli oggetti sessuali in barba alla società patriarcale in cui viviamo, in cui hanno vissuto altre donne prima di noi proprio per evitare che le nuove generazioni si ritrovino in questa condizione umiliante e totalmente ed assolutamente ingiusta.

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.