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Queen Charlotte – Recensione: la forza dell’amore, nella nuova storia di Bridgerton

Queen Charlotte: a Bridgerton Story – RECENSIONE

Il 4 maggio, su Netflix, è finalmente uscita l’attesissima miniserie spin-off di Bridgerton“: “Queen Charlotte: a Bridgerton Story”, che viaggiando su due diverse linee temporali (quella del 1761 e quella del presente) fa da prequel alle vicende della famiglia di cui, negli ultimi anni, il mondo intero si è follemente innamorato.

Uno show che si discosta dalla serie madre, pur rimanendo nello stesso universo, in quanto molto più duro e crudo, ma al contempo capace di trattare con estrema delicatezza temi forti e importanti come l’inclusione, l’omosessualità e i disturbi psichici.

Per questo e tanti altri motivi, “La Regina Carlottatravolge e stupisce, perchè ci dona una storia d’amore molto più seria, drammatica e profonda, delle maggiormente romantiche e passionali di “Bridgerton“, ma non per questo, meno vera ed emozionante.

Senza contare che grazie ad essa abbiamo avuto anche modo di scoprire maggiori dettagli sul passato di Lady Dambury (interpretata da Adjoa Andoh, nella versione adulta e da Arsema Thomas, da giovane) e Lady Violet (Ruth Gemmell) che assieme a Charlotte (interpretata da Golda Rosheuvel, nella versione adulta e da India Amarteifio, da giovane), compongono un trio di grandi donne, tutte d’un pezzo e capaci di costruirsi da sole, in un mondo prevalentemente maschilista e patriarcale.

Un Esperimento D’Inclusione

Un mondo e un’epoca, quelli dell’universo di “Bridgerton“, in cui la società era ancora decisamente conservatrice, ma una coppia di reali ha dato vita ad un vero e proprio esperimento di accoglienza ed inclusione.

Infatti, sorvolando sulle inesattezze storiche di cui, sin dall’inizio, la stessa serie ci avvisa, in “Queen Charlotte” assistiamo al matrimonio combinato tra Carlotta, una nobile diciassettenne tedesca, di origini africane e il re Giorgio III (Corey Mylchreest), che viene appositamente programmato per poter unire due comunità – quella bianca e quella delle colonie africane – sotto la stessa corona.

Molto più che una storia d’amore, una vera rivoluzione.

Prima Donna che Moglie

Importante per la riuscita di questo esperimento, si rivela essere anche Lady Dambury, che da giovane si conferma come la donna forte, determinata e tutta d’un pezzo, vista da adulta.

Infatti ella non ha solo una mentalità moderna e fortemente femminista, ma è anche un pilastro per la sua comunità, poichè lotta affinchè si raggiunga una parità tra bianchi e persone di colore, le quali hanno uguale diritto di vedersi riconosciuti i giusti titoli nobiliari.

Senza contare che passa parte della sua vita a servire e riverire il marito, a cui era stata promessa fin da piccola, ma una volta vedova, ha il coraggio di rimanere sola, pur di non rinunciare alla libertà acquisita.

La Purezza della Prima Coppia LGBTQ+ del Franchise

Altrettanto importanti per la riuscita del matrimonio sono poi i valletti del re e della regina, ovvero Reynolds e Brimsley, che dedicano la loro esistenza ai sovrani (seppur non si sappia, che fine, il primo, abbia fatto, visto che non lo vediamo nella sua versione adulta), ma lontano da occhi indiscreti, trovano conforto e affetto l’uno nell’altro.

L’amore oltre la pazzia

Tornando però al fulcro di questo spin-off, l’ostacolo più grande alla relazione tra Carlotta e Giorgio, è l’instabilità mentale di quest’ultimo, che viene infatti ricordato, in tutti i libri di storia, come il “Re Pazzo” in un’epoca in cui la terapia non era contemplata come cura, ma era anzi una vera e propria tortura.

La soluzione alle sue deliranti crisi psicotiche, col tempo, però diventa proprio l‘amore che lo lega alla moglie, la quale riesce a tenerlo ancorato a terra, quando ” i cieli” cercano di portarselo via.

I due ci dimostrano quindi come, quello che inizialmente era il problema maggiore per la riuscita della loro storia, diventa il loro collante, portandoli a regnare per oltre 50 anni e a dare vita a 15 figli ed a una dinastia di cui – piccola chicca – fa parte anche la Regina Vittoria.

CONSIDERAZIONI RANDOM: Contadino Giorgio ci piace, eccome se ci piace.

In conclusione, questo prequel spin-off avrà meno balli e scene passionali, rispetto alla serie madre, ma nella sua durezza, ci regala una potente storia d’amore e delicate tematiche come la discriminazione e la salute mentale, corredate, come sempre, da meravigliosi costumi e pittoresche ambientazioni e impreziosita dalla solita scelta di rielaborare in chiave classica, le hit moderne, senza contare l’azzeccatissimo casting.

Non ci resta quindi che aspettare di scoprire se vi sarà una seconda stagione.

Voi intanto che ne pensate?

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Giada

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