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Harry Potter: alcuni scritti personali di Alan Rickman rivelano la frustrazione dell’attore per il ruolo di Severus Snape

Sono stati rinvenuti da poco tempo alcuni scritti personali di Alan Rickman hanno rivelato una certa frustrazione provata dall’attore per il ruolo di Severus Snape

Il Telegraph ha riportato che, in occasione della ABA Rare Book Fair di Londra, è stato messo in vendita un archivio di documenti e lettere appartenenti ad Alan Rickman e tra questi è stata ritrovata una cartolina spedita all’attore da David Heyman, storico produttore dei film tratti dalla saga di J.K. Rowling:

Grazie per aver reso il film [Harry Potter e la Camera dei Segreti] un successo” gli scriveva il produttore nel 2002. “So che, a volte, ti senti frustrato, ma sappi che sei una parte vitale di questi film. E sei strepitoso.

Il termine “frustrazione”, associato ad Alan Rickman, suona strano e non conosciamo i motivi di questa sensazione ma un diario tenuto dall’attore durante le riprese di “Harry Potter and the Half-Blood Prince” chiarisce meglio un altro aspetto che causava sofferenza ad Alan.

Sotto al titolo “Dentro la testa di Snape” sono scritte delle parole che esprimono delusione per il poco spazio riservato a Severus:

È come se [il regista] David Yates avesse deciso che tutto questo non è importante per il grande schema delle cose, vale a dire: l’interesse del pubblico adolescente.

L’archivio completo di Alan ha un valore di quasi 1 milione di sterline e al suo interno troviamo alcune lettere dal Principe di Galles, da Bill Clinton, da Tony Blair e da J.K. Rowling e, in particolare ricordiamo la presenza di uno lettera della scrittrice in cui ringrazia Alan per aver reso giustizia al suo personaggio più complesso.

Ora, sapete quanto io sia innamorata di Alan e di Snape e quindi quello che dirò sembrerà decisamente poco oggettivo ma Severus Snape avrebbe meritato molto più spazio nei film, la sua vita è stata così complicata e drammaticamente speciale che avrebbe avuto bisogno di uno spazio narrativo molto più ampio e, forse, studiato meglio. Resta il fatto che abbia amato ciò che è stato raccontato e come il tutto sia stato interpretato da Alan. Mi dispiace molto che Alan abbia risentito delle scelte narrative e che si sia sentito frustrato, ciò che conta di più, secondo me, è proprio quello che un attore prova mentre recita anche grazie all’importanza che viene data allo stesso in un lavoro ma, in ogni caso, è stato indimenticabile, ci ha fatto davvero emozionare. Riposa bene, Principe.


Irene  

 

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.