Skam Italia
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Skam Italia – Recensione quinta stagione

Skam Italia è ritornato sui nostri schermi con la quinta stagione da poco più di una settimana ma, come tutti saprete, ha fatto discutere ancor prima di poter essere visionato nel suo complesso.

Il motivo?

Una scelta non convenzionale del tema principale che nessuno di noi si aspettava nella sua specificità ma di cui c’era e ci sarà ancora bisogno di parlare considerando le troppe reazioni indignate e al limite del rispetto e dell’empatia che tutti gli esseri viventi meritano solo in quanto tali.

Skam Italia

Skam Italia è sempre stata una serie tv battagliera nell’affrontare tematiche delicate, complesse, sia psicologicamente che narrativamente, abbattitrice di tabù e fuori dagli schemi che una società, fin troppo conservatrice come quella italiana, impone da troppo tempo e da cui sembra impossibile uscire senza giudizi continui che dovrebbero essere stati già largamente superati.

Il fatto che questi commenti inopportuni, questi pregiudizi siano nati dalle giovani generazioni che, non solo incarnano il futuro ma anche ciò per cui si deve combattere, i valori che devono essere introiettati e tramandati poi ai posteri, è sicuramente allarmante.

Si parla tanto di giusto e sbagliato, di correttezza, di inclusione, di comprensione, di empatia, di sensibilità, di apertura mentale e poi ci si perde in un bicchier d’acqua così facilmente?

“Dare peso” alle proprie parole, alle proprie azioni dovrebbe essere il verbo indelebile ed immutabile di ogni società civile che si rispetti, di ogni generazione che, volendo o nolendo, lascerà in ogni caso un’impronta.

In fondo il mantra di Skam è sempre stato:

“Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about. Be kind. Always.”

Vogliamo dimenticarlo proprio noi?

Io non credo quindi ora, finalmente, posso cominciare questa recensione della quinta stagione di Skam Italia con la consapevolezza di aver dedicato l’introduzione a ciò che ritengo fondamentale per approcciarsi non solo alla visione di tematiche che meritano di essere analizzate ma anche alla vita interazionale che ci rende uomini socialmente intesi e non solo individui isolati.

Naturalmente essendo la recensione di un’intera stagione per ovvi motivi ne parlerò in generale e non come mio solito dedicandomi anche ai più piccoli ma significanti dettagli perchè verrebbe un qualcosa di chilometrico anche spiacevolmente fruibile anche solo a livello di tempi di lettura.

La quinta stagione di Skam Italia è stata sicuramente più lenta rispetto alla precedenti ma ho apprezzato questa scelta perchè ne avevamo bisogno sia noi che Elia stesso per affrontare la condizione che per anni l’ha fatto sentire inadeguato, sbagliato, mai all’altezza di una relazione stabile per qualcosa che non ha scelto ma che, sicuramente, lo caratterizza e lo prova sia fisicamente che psicologicamente.

Entrare in sintonia con Elia era fondamentale e la lentezza della narrazione ci ha permesso di immergerci ancor di più nella mente del protagonista, un po’ come quando, durante un viaggio in auto, la pressione atmosferica cambia e l’udito si ritrova ad essere disturbato o come quando ci tuffiamo rimanendo poi sott’acqua e con le orecchie ovattate.

Quell’ovattamento era necessario e, se ci avete fatto caso, dal quinto episodio in poi quella sensazione inizia a diminuire, ad affievolirsi fino a sparire quasi del tutto con la scena finale della stagione in cui Elia e Viola chiusi nella loro bolla superano tutto insieme e si ritrovano ad essere semplicemente due ragazzi innamorati che vivono la loro prima volta senza eccessiva ansia da prestazione, senza paura, senza ossessione per le dimensioni giuste, convenzionali che hanno reso Elia così insicuro tanto da privarsi non solo di una vita sessuale consapevolmente sana e soddisfacente ma anche di una vita sentimentale e relazionale in grado di farlo uscire dal guscio e da farlo vivere liberamente senza tabù, senza paure, senza vergogna.

Dovevamo sentirci anche noi ovattati per vedere i demoni di Elia e, forse, per sentirci solo per un attimo anche noi Elia.

Un attimo capace di lasciare il segno e di non giungere nel dimenticatoio troppo presto o troppo facilmente.

Lo scopo di Skam è sempre stato anche questo, fornire una trasposizione della realtà senza filtri per poi trasferire le emozioni, le riflessioni, i differenti punti di vista, gli allargamenti di orizzonti, i valori e gli insegnamenti nella nostra vita quotidiana.

Skam Italia

Volevo davvero ringraziare Francesco Centorame per averci fatto sentire le emozioni di Elia solo tramite l’espressività facciale, un singolo gesto, uno sguardo o un silenzio così assordante e violento da farci male ma da farci rendere conto di quanto sia fondamentale ma, al tempo stesso, difficile parlare di qualcosa di così intimo che limita la nostra vita.

Elia è sempre stato un personaggio divertente, spavaldo, ci è sempre sembrato abbastanza navigato con le ragazze eppure dentro di sé nascondeva una grande sofferenza che, probabilmente, non avremmo mai potuto immaginare, ha perso la madre da piccolo, non ha mai avuto un grande rapporto con il padre, si è ritrovato con in casa la nuova compagna del padre senza riuscire mai ad accettarla del tutto fino a giungere alla decisione di lasciare la propria casa per andare a vivere con Filippo.

Se devo trovare un lato negativo a questa quinta stagione si tratta proprio dell’assenza di una scena di confronto tra Elia e il padre che condividono la stessa condizione fisica della micropenia perchè, come abbiamo saputo, il ragazzo ne ha sempre parlato con la madre e la donna, proprio per far capire al figlio quanto non fosse un difetto ma solo una caratteristica, gli ha rivelato che anche il padre ne soffrisse ma che per lei era sempre comunque bellissimo.

Al cimitero si era venuta a creare la situazione giusta per poterne parlare e, a mio parere, è stata un’occasione persa che avrebbe potuto invece offrire uno spunto in più a chi vive la stessa condizione, forse però non era il momento giusto per Elia che non si sente ancora a suo agio nel parlare di certi argomenti con il padre ma credo che, ai fini narrativi ed educativi, sarebbe stata un gran bella scena.

Una delle relazioni migliori di Skam Italia è sicuramente quella che lega la nostra bellissima e meravigliosa boy squad.

Sono meravigliosi insieme quei ragazzi, si supportano a vicenda, si capiscono, si prendono in giro sempre con empatia e sempre prestato attenzioni alle reazioni dell’altro per non far sentire mai nessuno in difficoltà, nonostante il fatto che Elia stia comunque ancora al liceo per non aver superato l’esame di maturità a causa di un periodo personale davvero molto difficile, non hanno mai smesso di esserci l’uno per l’altro anche quando era difficile o impossibile organizzarsi.

Ho amato sia la scena dell’abbraccio alla mensa universitaria dopo essere venuti a conoscenza della situazione Spera di cui dopo parleremo approfonditamente, sia quella in cui Martino ha proposto di tuffarsi in piscina vestiti con la scusa di dover scappare velocemente con il custode sempre in agguato.

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Martino è il ragazzo che tutti dovremmo avere come amico e si è rivelato, nuovamente, uno dei miei personaggi preferiti in assoluto.

Elia non si sarebbe mai buttato in acqua senza vestiti e Martino l’ha messo subito a suo agio in modo da fargli vivere le occasioni che la vita offre senza doversene privare e infatti il protagonista si è così lasciato andare da baciare la ragazza che aveva puntato da un po’ e da quasi finirci a letto prima di doversi fermare per quell’ansia da prestazione, quella paura e quella insicurezza che lo mettono sempre nella condizione di doversi giustificare, di doversi vergognare come se fosse sbagliato quando invece non lo è affatto.

Non parlerò della condizione fisica in senso stretto anche perchè si tratta di una recensione di una serie tv e non di una disquisizione medica ma è importante far emergere un messaggio importante grazie ad una delle scene fondamentali di questa quinta stagione.

Alla fine del quinto episodio Elia confida al suo gruppo di amici il problema che lo affligge, che lo fa estraniare al punto da non riuscire a trattenere le lacrime nel corso dei festeggiamenti di un matrimonio e gli approcci sono stati di due tipi diversi, Giovanni, in pieno stile Garau ha sdrammatizzato con la battuta “Eh beh qui non è che qualcuno è Rocco Siffredi” mentre le ragazze si sono subito preoccupate di sottolineare quanto gli uomini sappiano poco in merito al piacere femminile e a come si raggiunga davvero.

C’era davvero bisogno di una scena del genere ed Elia doveva parlarne con le sue amiche perchè solo loro avrebbero potuto cancellare una delle paure più grandi di Elia e cioè di non poter soddisfare davvero la donna con cui deciderà di vivere la sessualità.

E non è servito solo ad Elia ma a chiunque abbia guardato quella scena con spirito critico e con la voglia di saperne di più, di non nascondersi dietro ad un dito e non con aria di superiorità o di finta incredulità.

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Per quanto riguarda la coppia protagonista di stagione formata da Elia e Viola devo dire che non mi sono appassionata come mi aspettavo di fare, nel senso che mi piacciono molto insieme, sono teneri, complici, si capiscono e si supportano, si vogliono davvero tanto ed è evidente, hanno un’ottima comunicazione ma non sono diventati la mia coppia preferita perchè hanno bisogno ancor di un po’ di rodaggio, di frequentarsi, di viversi e di affrontare davvero completamente i propri demoni insieme.

La scena della finta partita a ping pong mi ha quasi commossa e ha fatto trasparire la bravura dei due giovani attori, Lea Gavino è stata sicuramente una piacevole scoperta, una donna che ha saputo donare la giusta dose di delicatezza ma anche di carattere ad un personaggio difficile da interpretare ma di cui Skam aveva bisogno.

Anche la rivelazione di Viola in ospedale ha avuto un impatto emotivo decisamente pesante.

Ho letto anche in questo caso molte critiche sulla scelta del personaggio da rendere un approfittatore, un manipolatore, uno sfruttatore ma credo che invece non avrebbero potuto fare di meglio e ora spiego il motivo.

Uno psicologo che si approfitta dei propri pazienti è qualcosa che non si può sentire.

Uno psicologo che si approfitta di ragazze minorenni adescandole a scuola, luogo in cui avvengono le terapie, è qualcosa di davvero schifoso e deplorevole.

Uno psicologo che manipola e circuisce delle minorenni che si fidano di lui al punto da farle sentire consenzienti è qualcosa di allucinante ma che, purtroppo, è reale e anche più frequente di quello che immaginiamo.

Se avessero scelto un altro personaggio non ci sarebbe stato lo stesso impatto che abbiamo subito sia noi che i personaggi ma capisco le critiche perchè la categoria degli psicologi è già fortemente presa di mira per un ulteriore tabù di cui la nostra società potrebbe e dovrebbe necessariamente fare a meno, se aggiungiamo dei personaggi televisivi che vestono i panni dello psicologo che si approfitta delle minorenni di certo si aumenta la stima nei confronti della categoria ma credo che non andrebbe letta in questo modo, anzi.

Si deve semplicemente prendere coscienza del fatto che anche la persona da cui meno te lo aspetti potrebbe farti del male volutamente e metterti in pericolo.

Non si tratta semplicemente dei medici, degli psicologi ma di chiunque.

Ovviamente ha avuto molta risonanza la vicenda perchè il Dott.Spera non era soltanto lo psicologo della scuola ma il confidente di quei ragazzi con cui aveva stretto un rapporto profondo e colui che è stato protagonista di scene memorabili di Skam Italia come quella del “Namacissi”.

Non sarà più la stessa cosa rivedere o ripensare a quelle scene ma ci avranno comunque dato la consapevolezza giusta per ammettere che da una persona profondamente negativa può darci dei consigli giusti che devono essere estraniati completamente dalla persona che ce li ha dati.

Possiamo imparare tanto anche dal più grande criminale e, soprattutto, possiamo imparare cosa non essere, cosa denunciare e come reagire ad ogni tipo di violenza anche quando è difficile accettare l’identità del fautore del reato.

Ho amato la scena in commissariato e la decisione di Elia di far sentire la sua presenza senza essere opprimente o invadente e, decisamente, sono fiera che sia stato inserito anche questo argomento di cui non si deve mai smettere di parlare.

Ci sarebbe stato bisogno di più tempo per analizzare per bene tutti gli argomenti inseriti ma, di sicuro, la quinta stagione di Skam Italia è un ottimo prodotto e un eccellente modo di farci approcciare a ciò di cui difficilmente si riesce a parlare.

Voglio concludere la recensione come mio solito con un voto ma Skam Italia non delude mai quindi siamo sul 9 e non potrebbe essere altrimenti.

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Bonus:

  • Spero davvero che la prossima stagione sia su Filippo perchè parlare di sieropositività è ancora importante e lo sarà sempre.
  • Ora abbiamo finalmente capito l’interesse di Elia nei confronti di Sana e sono orgogliosa del fatto che ne abbiano parlato e si siano chiariti senza rancore, ovviamente non è piacevole sentirsi scelti solo per allontanare un qualcosa che ci mette in difficoltà ma Sana ha saputo andare oltre e, forse, era la sola ad aver capito, almeno parzialmente, il problema di Elia.
  • Silvia e Luchino purtroppo in questa stagione non mi sono affatto piaciuti, hanno perso un po’ della loro magia ma sono contenta che siano riusciti a chiarire andando oltre e superando davvero l’insicurezza e, forse, i propri pregiudizi.
  • La mancanza di Eleonora si è sentita non solo a livello di girl squad ma anche nel momento in cui è apparso Edoardo, gioia della nostra vita, quanto è stato bello vederlo confrontarsi con Luca.

Per quanto riguarda la scena finale, credo si sia davvero trattato di un passaggio di testimone da una generazione all’altra, non ho avuto la stessa sensazione di chiusa come durante il finale della quarta stagione ma ho proprio percepito un cambiamento in atto, anche le cose belle finiscono e credo dovremo salutare anche i nostri veterani a breve così come abbiamo fatto con la Radio.

In fondo gli “A zozzoni” possono cambiare identità ma saranno sempre lì, in quella scuola, a farci vivere una nuova generazione.

Grazie per avermi seguito in questa recensione di Skam Italia e alla prossima, vi lascio ad un video con protagonista il cast.

Irene

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Salve, sono Irene e non ho mai amato definire la mia persona e ciò che faccio. So solo che ciò che viene scritto, nel momento stesso in cui viene composto, non è più solo mio ma anche di chi legge. Sono curiosa di sapere in che modo lo sarà. Meglio nota come vulcano d'idee o l'Arti(coli)sta per un chiaro e semplice motivo: la scrittura è il mio elemento, l'arte che mi scorre nelle vene, il modo più realistico e spontaneo che ho di vivere.