Supernatural - Recensione 15x02, Raising Hell
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Supernatural – Recensione 15×02, Raising Hell

Bentornati ad una nuova recensione di Supernatural, stavolta parleremo del secondo episodio della quindicesima stagione, Raising Hell, in cui abbiamo rincontrato dei vecchi amici, ci hanno strappato il cuore dal petto ed abbiamo rivalutato qualcuno di totalmente inaspettato.

Ma ora riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio.

Se siamo reali

Supernatural - Recensione 15x02, Raising Hell

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Cominciamo con una bella bomba sganciata direttamente al principio di Raising Hell. Dean e Castiel discutono di Jack, del fatto che Castiel avrebbe dovuto avvisare prima i Winchester della sua condizione – il fatto che non avesse più un’anima – e che ha sbagliato ad uccidere Mary. Castiel scopre, però, che Dean non è preoccupato di quello, ma del fatto che la loro vita non abbia mai avuto un senso, perché Dio li ha solo tenuti in trappola (in un labirinto, come già si era detto nel primo episodio). A questo punto, affrontiamo di nuovo il discorso del libero arbitrio e di quanto siamo veramente liberi di compiere le nostre scelte. Secondo Dean, Dio ha già scritto tutto e preferisce giocare con gli esseri umani ponendo degli ostacoli durante la loro vita per ingannarli ed infastidirli (riflessione totalmente da Dean, a mio parere). Castiel offre invece un altro punto di vista, che è molto diverso da quello di un angelo e qui si vede di nuovo quanta strada abbia compiuto dalla quarta stagione sino ad ora: Dio pone degli ostacoli sul nostro cammino, è vero, mente anche se necessario, ma siamo noi a correre sulla ruota, a scegliere le possibilità che preferiamo, a vivere. Ecco, questo è un pensiero molto umano da fare. A questo punto, quando capiamo che il nostro destino è incerto, così come il nostro futuro e gli ostacoli che renderanno la nostra via più ardua, possiamo contare solo sul fatto che noi siamo reali (e mi ricorda molto un Cogito ergo sum di un certo Cartesio).

Devo dire che questa scena mi è piaciuta molto ed è giusto che il focus si sia spostato sulle menzogne di Dio, ma vorrei anche che Dean e Castiel risolvessero le loro controversie, perché è chiaro che l’argomento è stato solo accantonato.

Un soldato come te

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Ho già detto che sto amando molto Belfagor? Probabilmente sì. Spero solo che non si riveli per essere un traditore. Comunque, mi è piaciuto molto il fatto che lui e Dean siano stati accomunati fra le righe dal fatto che entrambi sono dei soldati in sostanza. Dean è un Cacciatore, ma è sempre stato cresciuto in un certo modo dal padre, pieno di responsabilità fin da piccolo e con un’arma in mano per difendersi, mentre Belfagor ha torturato all’Inferno, seguendo gli ordini del capo. In molti l’hanno paragonato a Crowley, ma io ci vedo molte differenze, a partire dal modo di scherzare – più sprezzante a volte – sino al fatto che non è altezzoso o altero e devo dire che lo apprezzo, perché tutto ciò lo rende qualcuno della sua posizione, un soldato e non un re dell’Inferno. Inoltre, sono curiosa di sapere se si farà viva la demone che lo vuole morto e per quale motivo Belfagor è una tale minaccia per tutti quanti.

Supernatural - Recensione 15x02, Raising Hell

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Parliamo ora di Rowena, uno dei migliori personaggi a tutto tondo di Supernatural, a cui l’attrice ha dato grande profondità grazie alla sua bravura ed a quell’accento così particolare. In Raising Hell, lei, Belfagor e Ketch possono essere accomunati a dei soldati, perché fanno parte di una squadra che, agli ordini dei fratelli Winchester, sta cercando di fermare i fantasmi. Anche se ovviamente non mancano degli incidenti di percorso, lei si mostra di vitale importanza per fermare le anime, anche se i giochi non sono ancora chiusi. Riconfermo il mio apprezzamento per lei, che alla fine si è arresa al fascino dei Winchester, così come Crowley – che, a proposito, ci manca sempre di più e spero nel suo ritorno in quest’ultima stagione.

Dean alla fine riesce a porre fine al contenzioso aperto con Ketch dai tempi in cui frequentava la madre e finalmente riesce a sparargli. Peccato però che stavolta non volesse farlo davvero, perché Ketch è dalla parte dei buoni ora. Non mi è mai piaciuto molto il suo personaggio, soprattutto all’inizio per il modo in cui si è comportato con i fratelli ovviamente, ma ora lo sto rivalutando un po’. D’accordo, lo ammetto, in realtà è solo che mi piace assieme a Rowena e basta. È una coppia che non mi sarei mai aspettata di vedere (anche perché per me Rowena e Gabriel erano già una coppia), ma devo dire che si somigliano molto e c’è della chimica far di loro, quindi potrebbe funzionare. Rowena però di solito non ha delle relazioni a lungo termine, quindi tutte queste fantasie potrebbero anche non avverarsi. Vorrei solo sapere se alla fine lui sarà un collegamento fra Belfagor e la demone che lo vuole uccidere, oppure non tornerà più sulla scena.

Il Profeta che non trova pace

Non so voi, ma non mi aspettavo che tornasse Kevin, ma soprattutto, che Dio lo avesse gettato all’Inferno e che quindi ora sia un fantasma. Egli cerca di aiutare per l’ennesima volta i Winchester, ma senza riuscirvi appieno. Quello che mi ha davvero spezzato il cuore, però, è stato vederlo andare via, condannato per l’eternità a vagare sulla Terra solo per colpa di un dispetto di Dio. Potrebbe impazzire, certo, ma sarebbe sempre meglio che tornare all’Inferno dove verrebbe sicuramente torturato. Kevin sembra non trovare pace nemmeno nella morte e mi dispiace molto per lui, perché davvero non se lo meritava. Almeno la morte dovrebbe essere equa per tutti, invece Chuck ha voluto che non lo fosse. Credo che questa sarà una delle tante cose che i Winchester non gli perdoneranno, una volta arrivati alla resa dei conti.

La luce nell’Oscurità

Ora, arriviamo al finale di Raising Hell. Quello che davvero mi ha sorpresa è stata la ricomparsa di Amara. Ho passato una stagione intera – l’undicesima – ad odiarla ed ora invece mi piace! Credo proprio che sia il potere di Supernatural… Comunque, l’aspetto interessante è che lei, l’Oscurità, sembra ora “buona” o perlomeno, in una tonalità di grigio, in mezzo fra il bianco ed il nero, mentre Dio non è luce, bensì buio. Guardate anche i colori degli abiti, cioè il giallo per Amara (luce) e lo scuro per Chuck (buio). Qui lei è addirittura simpatica, quando spiega a Chuck che lo lascerà da solo come ha fatto lui con la sorella in passato e che vuole solo stare tranquilla. Chuck, invece, si riconferma essere un narcisista che chiede aiuto ad Amara solo perché gli fa comodo. Questa serie sta davvero capovolgendo ogni concetto in cui abbiamo sempre riposto fede, a partire proprio da quest’ultimo.

Inoltre, prestiamo attenzione al fatto che adesso Chuck e Sam sono legati da quel dannato colpo di pistola. Non vi ricordano un po’ Harry e Voldemort? Secondo me, quest’aspetto sarà importante per buona parte della stagione, se non tutta. Voi cosa ne pensate?

Vi lascio con il promo del terzo episodio di questa stagione, intitolato The Rupture:

Qualora vi foste persi le recensioni degli episodi precedenti, potete trovarle qui. In attesa della prossima settimana, fateci sapere la vostra riguardo a Raising Hell lasciando un commento qui sotto oppure sulla nostra pagina Facebook.

Alla prossima!

Erica

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Laureata in Lettere. Scrittrice, serializzata e lettrice accanita.